CHILLING ADVENTURES OF SABRINA Cr. NETFLIX © 2020

Chilling Adventures of Sabrina (Le terrificanti avventure di Sabrina) non meritava di essere cancellata dopo una quarta stagione magnifica, per questo vi do cinque buoni motivi per recuperare le precedenti, nel caso non lo aveste fatto, e per capire se le avventure della giovane strega fanno per voi!

1 – La rilettura della Sabrina degli anni ’90

Ad attirarmi “nella tela” è stato proprio l’affetto spassionato per Sabrina, the Teenage Witch (Sabrina, vita da strega): serie televisiva composta da sette stagioni e andata in onda tra il 1996 e il 2003. Anch’essa basata sui fumetti di Archie Comics, ma molto diversa dalla rilettura dark più recente. Due spettacoli completamente diversi, se il primo è una sitcom con un Salem (il gatto nero che sta sempre con Sabrina) parlante e pupazzone in pieno stile 90s, la seconda assume linguaggi diametralmente opposti. Per quanto si possa pensare che siano stati i tempi a determinare il cambio di rotta della messa in scena e delle tenebre calate sulla bionda adolescente, dipende invece tutto dai fumetti.

Le due Sabrine prendono vita da collane differenti: la strega degli anni ’90 interpretata da Melissa Joan Hart è un personaggio ispirato da Sabrina the Teenage Witch, che fa la sua prima apparizione nel 1962. La nuova strega delle storie cupe su Netflix invece nasce da Chilling Adventures of Sabrina, pubblicato per la prima volta nel 2014. La serialità dà così forma alle pagine dei fumetti assumendo via via lo spirito dei tempi e adattandosi ad un intrattenimento non solo televisivo ma, prima di tutto, riservato ai lettori.

Nella sigla della nuova serie si vedono entrambe le Sabrine delle pagine illustrate.

2 – L’horror soft divertente

La presenza di elementi dark, gotici e horror è modulata a seconda delle parti in cui è divisa la serie (se nella prima infatti gli effetti e l’atmosfera ricordano molto la serialità come Buffy o Streghe, la terza parte contiene elementi grotteschi e splatter che si rifanno a film specifici o filoni più “vietati”).

Nonostante il cambio di genere che si avverte dalle prime 10 puntate alle ultime 8 distribuite all’inizio del 2020, Le terrificanti avventure di Sabrina sono un piacevole intrattenimento “horror soft” per tutti, dai più fifoni a chi non disdegna storie truculente. Senza rinunciare alle ispirazioni più variegate: dall’eleganza di Polanski ai tempi di Mia Farrow come madre del demonio agli esorcismi disperati del gusto anni ’80.

3 – La figura femminile

La femminilità, legata soprattutto alle arti magiche, è un tassello imprescindibile nell’evoluzione narrativa, e in continua competizione con la supremazia della potenza maschile. Perennemente in lotta con un mondo magico in cui sia Satana che l’Alto Sacerdote sono uomini forti schierati fermamente contro la possibilità che una donna possa guidare la congrega. Le donne nella serie danno continuamente prove di forza non indifferente, per raggiungere i loro scopi.

Madri, zie, sorelle, streghe, cedono al potere ma riescono a salvaguardare la sopravvivenza del gruppo, ognuna con la propria spinta verso il futuro desiderato. All’interno di questo discorso, emblematica è l’opposizione degli obiettivi delle due sorelle Spellman (le zie/custodi di Sabrina). Potentissime e scaltre, sapienti manipolatrici delle forze della magia, rispecchiano due esempi di femminilità che convivono senza prevalere l’una sull’altra. Se infatti zia Zelda (Miranda Otto) vuole diventare Alta Sacerdotessa, zia Hilda (Lucy Davis) vorrebbe vivere nella tranquillità, sposare l’uomo che ama e passare il tempo a guardare film e prendersi cura della sua famiglia.

4 – I riferimenti al mondo dell’occulto

L’approfondimento del mondo dell’occulto nella serie non è solo nella ricerca visiva ed estetica, ma si presenta anche con riferimenti precisi appartenenti alla letteratura e alla storia. Dai personaggi principali, direttamente riportati dalla mitologia, come Lilith: figura mistica che compare in varie religioni, vista come il demone femminile caratterizzato negativamente per i mesopotamici e prima moglie di Adamo per il culto ebraico.

Le incursioni sataniche non sono da meno, poiché vengono disseminate in ogni episodio, spostandosi da elementi propri di culti antichi a citazioni provenienti dal satanismo moderno (come i vari riferimenti all’esoterista Aleister Crowley). Dalle croci al contrario e i pentacoli nostalgici alla canzone scritta da Charles Manson e contenuta nell’album Lie: The Love and Terror Cult, intonata in una puntata dal coro dell’Accademia delle Arti Oscure.

Si aggiungono inoltre riferimenti dal mondo letterario, non fraintendete – solo storie tremendamente inquietanti, come Oscar Wilde con Il Ritratto di Dorian Gray e il Faust, di cui la versione più nota è quella scritta da Goethe

5 – L’atmosfera teen nonostante le tragedie epiche

Ma avere Satana in mezzo ai piedi è un piccolo ostacolo in confronto alla vita sociale e alla sopravvivenza nei corridoi del liceo di Greendale. Non mancano mai ne Le terrificanti avventure di Sabrina i momenti adolescenziali e divertenti. Ad esempio Sabrina e la sua amica Roz partecipano alle selezioni delle cheerleader risultando anche le più brave, e la giovane strega, troppo a suo agio nell’uniforme, si dimentica di cambiarsi per scendere a fare un saluto nel regno delle tenebre.

Anche la musica riflette l’età dei protagonisti: nella terza parte Harvey (Ross Lynch) fonda assieme a Roz e Theo il Fright Club: una band musicale che fa le prove in un garage e sceglie pezzi teen da losers con i fiocchi, come Teenage Dirtbag dei Wheatus (2000).

Dal profilo Twitter dello showrunner Roberto Aguirre-Sacasa

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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