Tom Felton, A babysitter's guide to monster hunting - credits: web

Guida per babysitter a caccia di mostri (A babysitter’s guide to monster hunting), così come il libro da cui è tratto, è un film per bambini. Giovani spettatori che si avvicinano per la prima volta alla rappresentazione di incubi, fantasmi e paure. In realtà, quindi, non è nulla che possa impressionare un pubblico adulto. C’è però un elemento, o meglio, un interprete che mi ha convinta a premere play su Netflix. Sto parlando di Tom Felton e se tra voi c’è qualcuno appassionato di Harry Potter sa bene quanto sia facile affezionarsi a quei volti che ci hanno accompagnato per un decennio al cinema. Sarà pure irriconoscibile, deturpato da trucco e parrucco e invecchiato notevolmente, ma rimane il Draco Malfoy del nostro cuore.

A babysitter’s guide to monster hunting: la trama

È la notte di Halloween e Kelly (Tamara Smart) ha il compito di badare a Jacob e tenerlo al sicuro, come intima la madre prima di uscire da casa. Sappiamo già che proprio per questo accadrà qualcosa di inconsueto e – con ogni probabilità – pericoloso. Jacob ha infatti il cosiddetto Dono del Sonno, può dar forma agli incubi che la notte lo tormentano, fino a renderli reali. Il Grand Guignol (Felton), uno dei sette onnipotenti mostri, i Boogeymen, vuole impossessarsi di questo potere per creare un esercito di incubi. Dal prologo, tuttavia, sappiamo che anche Kelly ha il medesimo dono e che il Grand Guignol aveva provato a rapire anche lei anni prima.

A dire il vero questa primissima sequenza del film è la più sorprendente del lavoro della regista Rachel Talalay. Il terrore della bambina, tormentata dai suoi stessi giocattoli, è palpabile. Infantile, certo, ma puro e intenso, costruito su un ottimo ritmo.

Tutto assume un aspetto forse troppo favolistico quando in aiuto a Kelly accorre un ordine segreto e mondiale di babysitter, una sorta di guardiani speciali dei bambini, dall’alba dei tempi. È buffo che tra i membri vengano citati direttamente grandi personaggi storici, da Frida Khalo a Rosa Parks. Riferimenti che solo un pubblico più adulto può cogliere. Ma comunque questa è scelta autoriale, poiché lo scrittore della trilogia della caccia ai mostri, Joe Ballarini è anche lo sceneggiatore. Naturalmente l’avventura prosegue, non senza ostacoli o strani incontri, come quello con la strega Peggy Drood (Indya Moore), ma il lieto fine è a dir poco scontato.

Tom Felton, il Grand Guignol

Tornando al nostro Gran Guignol, invece, vediamo Tom Felton interpretare con sarcasmo una figura che dovrebbe essere solo spaventosa e orribile. In realtà è dotata di un senso dell’umorismo molto sottile, che ricorda un po’ quello di Scar ne Il re leone. Ancora una volta – e non è poco – A babysitter’s guide… strizza dunque l’occhio a un pubblico diverso da quello infantile. I bambini difficilmente colgono il sarcasmo, non fa ancora parte della loro esperienza quotidiana nelle interazioni. O comunque non sono in grado di riconoscerlo consapevolmente. Un pubblico adolescente già è più indicato a comprendere questo personaggio, ma forse si annoierebbe a guardare il resto del film. Sembra una scelta compiuta su due livelli, immaginando che a guardare il film siano i bambini con i genitori, probabilmente, come accade già per molti film d’animazione.

Ancora una volta, comunque, Tom Felton veste bene i panni del villain, anche se la sua carriera è ricca di molti altri ruoli, durante e dopo la saga di Harry Potter. Sapevate che dal 2010 a oggi ha recitato in altri diciassette film e che altri due sono in produzione?

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