Attraversano le nostre narrazioni da secoli, e da secoli restano misteriose, terrificanti, magnetiche. Le streghe e le loro congreghe sono simboli antichi, declinati in ogni forma: dalle favole ai racconti dell’orrore, dai Simpson ai teen movie, fino al cinema hollywoodiano e d’autore.
Era solo questione di tempo prima che anche i Marvel Studios si accorgessero dell’immenso potenziale delle streghe già presenti nei comics di Stan Lee e Jack Kirby. Così, dal 19 settembre e in tempo per Halloween, su Disney+ arriva la nuova serie originale Agatha All Along, con Kathryn Hahn che riprende il ruolo di Agatha Harkness dopo WandaVision.
Da WandaVision ad Agatha All Along
Dopo il duro scontro con Agatha Harkness, il futuro di Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) viene rivelato all’interno del MCU, in Doctor Strange e il Multiverso della Follia. Wanda, la Scarlet Witch, è morta per distruggere tutte le copie del Darkhold esistenti nel Multiverso. Ciò che di lei rimane, tuttavia, è l’incantesimo che per tre anni imprigiona Agatha nel ruolo di Agnes, la “vicina ficcanaso” di WandaVision.
Ed è proprio da Agnes che comincia la storia di Agatha, con un guizzo creativo non da poco. Gran parte del primo episodio di Agatha All Along, infatti, ricalca la miniserie con Kate Winslet Mare of Easttown (Omicidio a Easttown), riproducendone l’ambientazione, il carattere burbero della protagonista e persino i titoli di testa, con un ironico parallelismo: Agnes of Westview.
La serie di Jac Schaeffer (già showrunner di WandaVision) si diverte a ingannare e confondere il suo pubblico con quello che a tutti gli effetti inizia come un true crime, per poi rivelarsi un racconto di magia dalle tinte horror.
Down the Witches’ Road: trama e temi di Agatha All Along
Agatha, tornata in sé grazie a un misterioso ragazzo (Joe Locke), si lascia convincere a percorrere la Strada delle Streghe per recuperare il suo potere. Per farlo, tuttavia, deve mettere insieme una congrega. E mettersi in viaggio prima che sia troppo tardi.
La Strada è un “desiderio di morte”, un pericolo costante. È al tempo stesso un luogo fisico e ideale, che mette alla prova ciascuna delle streghe della congrega, ognuna secondo il proprio potere e l’elemento naturale che la guida. Insieme ad Agatha e al Ragazzo si incamminano perciò Jennifer Kale (Sasheer Zamata), strega delle Pozioni, Lilia Calderu (Patti LuPone), strega della Divinazione e Alice Wu-Gulliver (Ali Ahn), strega degli incantesimi di Protezione. A loro si aggiunge la non più troppo amichevole signora Hart (Debra Jo Rupp), direttamente da Westview. Solo aiutandosi a vicenda, il gruppo riuscirà a proseguire, fino alla fine.
Potentissimo in Agatha All Along, almeno nei primi quattro episodi, è il richiamo alla natura, ai corpi, ai desideri e alle paure femminili, alla Dea triplice (Maiden, Mother Crone, come recita la Ballata delle Streghe) che rappresenta l’intera esperienza della donna nel mondo.
I personaggi maschili sono assenti, irrisori oppure, come nel caso unico del Ragazzo, in armonia con la parte femminile del Sé (e per questo solo lui è accolto nella congrega, pur avendo un’identità ancora nascosta).
I momenti in cui questa forza del Mostruoso femminile è ancora più evidente sono quelli in cui le Streghe cantano insieme la loro Ballata. Voci che armonizzano, che aprono mondi, che suscitano brividi, tanto di piacere quanto di angoscia. È in questo canto, che sembra antico quanto il mondo, accogliente e terrificante al tempo stesso, che si nascondono anche tutti i segreti che guidano la congrega fino fine della Strada: Down the Witches’ Road.