the half of it
The Half of it - Credits: Web

L’impatto sul cinema di Alice Wu è davvero molto forte, è l’unica regista americana che gira film con protagoniste donne lesbiche asiatiche. Questo impatto è stato riconosciuto nel giugno 2020: Alice Wu è stata nominata da Queerty tra le cinquanta eroine che hanno contribuito all’accettazione, all’uguaglianza e alla dignità per tutte le persone. Finora la cineasta californiana ha realizzato solamente due lungometraggi: Saving Face (2004) e The Half of it (2020) vincitore del Tribeca Film Festival di quest’anno. 

Dall’informatica alla regia: il bisogno urgente di Alice Wu di raccontare storie

Alice Wu è nata in California da genitori originari del Taiwan. Ha studiato informatica alla Stanford University e ha lavorato fino all’etò di 22 anni per Microsoft come ingegnera informatica. Mentre stava lavorando a Microsoft, ha iniziato a scrivere un romanzo che poi ha deciso sarebbe diventato un film. Dopo aver seguito un corso di sceneggiatura all’Università di Washington ha deciso di lasciare il lavoro, trasferirsi a New York e dedicarsi alla carriera da regista a tempo pieno. 

Alice Wu - Credits: Chronicle / Lance Iversen
Alice Wu – Credits: Chronicle / Lance Iversen

Saving Face (2004)

Saving Face tratta della chirurga sino-americana Will, che fatica a conciliare la sua omosessualità con l’ambiente conservatore della comunità cinese di Flushing, nel Queens. Il film è ispirato all’esperienza del coming out della regista all’interno della comunità taiwanese-americana. Ha un ruolo fondamentale il rapporto madre-figlia all’interno della comunità asiatica. Per questo film un gran numero di case di produzione si sono offerte di comprare la sceneggiatura, ma la regista ha deciso di non venderla al fine di garantire l’autenticità della rappresentazione della comunità taiwanese- americana. Questo film ha avuto una grande influenza sia sulla comunità asiatica, di cui esplora il ruolo delle donne e l’omosessualità, sia sulla comunità lesbica. Il film ha avuto la sua anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e quella statunitense al Sundance Film Festival nel 2005. 

Will e la sua fidanzata Vivian in Saving Face - Credits: Web
Will e la sua fidanzata Vivian in Saving Face – Credits: Web

The Half of It (2020)

The Half of It tratta dell’adolescente Ellie, che vive nella piccola città di Squahamish. È molto intelligente e guadagna qualche soldo scrivendo le tesine dei suoi compagni di scuola. Un giorno il suo compagno di scuola Paul le fa una richiesta insolita: non la solita tesina, ma una lettera d’amore indirizzata ad Aster Flores, una compagna di scuola di cui Ellie è segretamente innamorata. La sua prima uscita era stata programmata il 18 Aprile 2020, all’interno del Tribeca Film Festival, ma il festival per via dell’emergenza sanitaria è stato posticipato. Di conseguenza, la premiere è stata posticipata al 1 Maggio 2020 su Netflix. 

Ellie ed Aster in The Half of It - Credits: Web
Ellie ed Aster in The Half of It – Credits: Web

Alice Wu vuole trasmettere sopratutto l’amore per sé stesse e l’autodeterminazione

Nonostante le differenze per quanto riguarda l’età o l’ambientazione, i due lungometraggi di Wu hanno due cose in comune: la tipologia di protagonista e il rapporto con l’ambiente bigotto che le circonda. Sia Will che Ellie sono due ragazze estremamente brillanti nei loro rispettivi ambiti professionali e/o scolastici. All’inizio di Saving Face, il primario dell’ospedale preannuncia una carriera rosea per Will nell’ambito della chirurgia. Il successo scolastico di Ellie invece è confermato dalla sua docente di letteratura che insiste affinché si iscriva al Grinnell College. Le due ragazze sono inserite in ambienti molto circoscritti e ideologicamente chiusi.

Per quanto riguarda Will non si percepisce la vivacità metropolitana newyorchese , gli unici contesti in cui è inserita sono quelli ospedaliero e quello della comunità asiatica. D’altro canto, Ellie vive nella cittadina sperduta di Squahamish in cui si respira un’aria bigotta e provinciale in cui la chiesa è il fulcro della comunità. In questi scenari così diversi Will e Ellie cercano non solo di fare i conti con il proprio orientamento sessuale, ma anche con il desiderio di affermare sé stesse.

Perseguire l’intersezionalità è molto difficile perché c’è sempre il timore di deludere le comunità a cui si fa riferimento (nel caso specifico quella lesbica e quella asiatica). Per quanto riguarda i contenuti queer, il desiderio di Alice Wu è quello di sentire più voci possibili. Più le narrazioni sono diversificate e più si riesce a dare realmente spazio alla varietà di voci e di vite queer. Wu nei suoi film lo fa molto bene, partendo da ciò che la riguarda più da vicino ma riuscendo a spaziare molto nei contesti e nelle fasce d’età e mostrando diversi percorsi di autodeterminazione.

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Chiara Caputi
Nata sotto il segno dei Gemelli il che significa che in me convivono tutto e il contrario di tutto: la letteratura (dalla medievale alle contemporanea), il cinema, il teatro, le serie tv, i fumetti, l'opera, le arti visive e i programmi trash del palinsesto di Real Time. Scrivo di tutto perché «homo sum, humani nihil a me alieno puto»; con un approccio intersezionale e di genere perché credo che le prospettive di tutti e tutte hanno un valore, anche se non ci riguardano personalmente. Il curriculum vitae dice che faccio il dottorato in America, ma non è niente di serio.

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