Alessio Tommasoli

Chiamatemi pure trentenne, giovane adulto, o millennial, se preferite. L'importante è che mi consideriate parte di una generazione di irriverenti, che dopo gli Oasis ha scoperto i Radiohead, di pigri, che dopo il Grande Lebowsky ha amato Non è un paese per vecchi. Ritenetemi pure parte di quella generazione che ha toccato per la prima volta la musica con gli 883, ma sappiate che ha anche pianto la morte di Battisti, De André, Gaber, Daniele, Dalla. Una generazione di irresponsabili e disillusi, cui è stato insegnato a sognare e che ha dovuto imparare da sé a sopportare il dolore dei sogni spezzati. Una generazione che, tuttavia, non può arrendersi, perché ancora non ha nulla, se non la forza più grande: saper ridere, di se stessa e del mondo assurdo in cui è gettata. Consideratemi un filosofo - nel senso prosaico del termine, dottore di ricerca e professore – che, immerso in questa generazione, cerca da sempre la via pratica del filosofare per prolungare ostinatamente quella risata, e non ha trovato di meglio che il cinema, la musica, l'arte per farlo. Forse perché, in realtà, non esiste niente, davvero niente  di meglio.

Tom Waits: una voce inconfondibile prestata al cinema

Fuori continua a piovere in questo giorno di dicembre. Ed è perfetto così. Perché oggi Tom Waits compie 71 anni e non c'è niente di meglio che la sua roca, profondissima voce...

Ozzy Osbourne, l’uomo riemerso dall’inferno della paranoia

Sharon riesce finalmente ad entrare in quella stanza d'albergo chiusa dall'interno. Va diretta alla grande finestra e spalanca la pesante tenda di velluto, liberando la luce abbagliante di Los Angeles. Senza guardare...

“Heisenberg”, l’indeterminazione della condizione umana

Una donna si avvicina alle spalle di un uomo seduto e lo bacia sulla nuca. Con questo gesto ha inizio l'opera teatrale scritta da Simon Stephens. Un gesto, come un'esplosione atomica che scatena...

Il Maradona di Kusturica: mitico rivoluzionario. Eppure uomo

“Sai che giocatore sarei stato se non avessi conosciuto la cocaina?”, domanda Maradona a Emir Kusturica non riuscendo a impedire che gli occhi s’invadano di lacrime. Che però non escono.“Oggi ho smesso,...

Nick Drake, un sorriso dalla voce dell’esistenza

È una tarda mattinata di un giorno come oggi, un 25 novembre. Dai vetri opachi della vecchia finestra entra un timido raggio di sole nella stanza. Si posa sulla copertina stropicciata di un...

Jeff Buckley: un attimo fugace di Grazia

Un solo disco. Un'opera prima che non sapeva di essere anche ultima, ma che contiene in sé il gioco paradossale dell'esistenza umana: la finitezza mortale che si slancia verso l'immortalità. E, a volte,...

Tornano i Foo Fighters: video del nuovo singolo e intervista a Dave Grohl

Il nuovo album dei Foo Fighters. Aspettavamo l'ufficialità, ed è arrivata. Aspettavamo il primo singolo ed è arrivato. Ora aspettiamo soltanto la data di uscita. Ma nel frattempo, dopo i vari indizi sparsi...

Ennio Morricone e la sua Leggenda del pianista sull’oceano

Alcune, pochissime persone, in realtà, hanno il privilegio di essere consacrate quando ancora sono in vita. Persone che sanno di essere le migliori in ciò che fanno. Spesso, si tratta di individui che...

Alessio Tommasoli

Chiamatemi pure trentenne, giovane adulto, o millennial, se preferite. L'importante è che mi consideriate parte di una generazione di irriverenti, che dopo gli Oasis ha scoperto i Radiohead, di pigri, che dopo il Grande Lebowsky ha amato Non è un paese per vecchi. Ritenetemi pure parte di quella generazione che ha toccato per la prima volta la musica con gli 883, ma sappiate che ha anche pianto la morte di Battisti, De André, Gaber, Daniele, Dalla. Una generazione di irresponsabili e disillusi, cui è stato insegnato a sognare e che ha dovuto imparare da sé a sopportare il dolore dei sogni spezzati. Una generazione che, tuttavia, non può arrendersi, perché ancora non ha nulla, se non la forza più grande: saper ridere, di se stessa e del mondo assurdo in cui è gettata. Consideratemi un filosofo - nel senso prosaico del termine, dottore di ricerca e professore – che, immerso in questa generazione, cerca da sempre la via pratica del filosofare per prolungare ostinatamente quella risata, e non ha trovato di meglio che il cinema, la musica, l'arte per farlo. Forse perché, in realtà, non esiste niente, davvero niente  di meglio.