Barkskins
Hamish Goames (Aneurin Barnard). CREDITS: National Geographic, ©Philippe Bosse

È approdata appena tre giorni fa sul canale National Geographic UK (e già uscita sullo stesso canale americano lo scorso 25 maggio) la serie tv drammatica di 8 puntate Barkskins, basata sul romanzo omonimo (di cui il titolo italiano è Pelle di corteccia) della scrittrice premio Pulitzer Annie Proulx (già autrice di Brokeback Mountain).

Ambientata a Wobik, nell’attuale provincia canadese del Quebec, si concentra sulla scoperta e l’insediamento di un impervio mondo inesplorato, il quale farà da sfondo a conflitti violenti e lotte per la sopravvivenza. I due protagonisti, Rene Sel (Christian Cooke) e Charles Duquet (James Bloor), il primo un taglialegna e il secondo un ladro, arrivano dalla Francia per popolare quella che viene considerata la Nuova Francia del Nord America, assieme a loro un gruppo di giovani donne destinate alla creazione di nuove famiglie. Nel cast, tra gli altri, David Thewlis (Harry Potter, Wonder Woman, Seven Years in Tibet), il promettente attore gallese Aneurin Barnard (visto in Dunkirk e Radioactive, nonché protagonista del dramedy inglese Dead in a Week: Or Your Money Back del 2018), e Zahn McClarnon, uno dei volti più amati in Westworld.

Thomas M. Wright in Barkskins, CREDITS: National Geographic, ©Philippe Bosse

Creata dallo sceneggiatore e autore Elwood Reid (conosciuto per Cold Case e Hawaii 5-O), Barkskins promette atmosfere oniriche e violenze efferate, il tutto avvolto da politiche e misticismi intrisi di sangue e celati nell’ombra della foresta gelida. L’arrivo in Italia è previsto entro la fine dell’estate ma senza date certe. L’unica cosa sicura è il titolo scelto, Pronti a tutto, che, come nella migliore tradizione, appiattisce la tridimensionalità degli intenti dell’opera iniziale. Ma questa è un’altra storia. Noi ci godiamo il trailer in lingua originale ancora un po’ tentando di dimenticare l’infelice trasposizione.

Trailer ufficiale della serie Barkskins

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.