Una pessima traduzione del titolo porta via gran parte dell’ironia e della caratterizzazione di Booksmart, opera prima di Olivia Wilde.
La “rivincita” delle sfigate è infatti piuttosto un momento di crescita e cambiamento, attraversato nel corso di una sola notte. Molly (Beanie Feldstein) e Amy (Kaitlyn Dever) sono le booksmart del titolo, ragazze brillanti e devote alla carriera scolastica, ma non per questo pedanti o noiose. Peccato che nessuno lo sappia, dato che non hanno mai legato veramente con il resto della classe e dei coetanei. Dando la precedenza ai voti, ai crediti e all’accesso al college, hanno “perso” importanti riti di passaggio dell’esperienza liceale. Tutto questo non le turba nemmeno, fino a quando Molly scopre che anche tutti gli altri compagni entreranno nei college più prestigiosi. Mossa dalla frustrazione del momento, trascina Amy in una strana e sempre più improbabile serata, a poche ore dalla cerimonia di diploma.
“Booksmart”, un linguaggio nuovo e realistico
I teen movie statunitensi che hanno fatto parte della nostra adolescenza ci hanno anche abituati a una rappresentazione edulcorata o al contrario eccessiva del liceo americano. I temi e i linguaggi non sperimentano quasi mai qualcosa di nuovo in questo genere, ecco perché invece la prova di Wilde merita maggiore attenzione. I dialoghi sono freschi, attuali e straordinariamente credibili, nonostante l’assurdità di alcune situazioni. L’umorismo è leggero, ma non per questo il film non affronta questioni importanti. Anzi è in grado di farlo portandosi al di là degli stereotipi, soprattutto di genere, spesso affibbiati agli adolescenti.
A voler trovare un difetto, che non è necessariamente tale, non c’è una vera e propria backstory delle protagoniste. Molly in particolare vive in una situazione anomala, da sola in un motel e non viene spiegato come e perché. Si può immaginare che sia orfana e anche per questo straordinariamente e risoluta nel “farcela da sola”, ma tutto ciò che ci serve sapere è lei stessa a mostrarlo nel corso del film. Il resto è superfluo.Anche di Amy si scopre molto poco a poco. l’aspetto che in un film del genere avrebbe avuto il risalto maggiore, il suo coming out, è per esempio un dato di fatto, da cui inizia parte della sua storia . Finalmente, aggiungerei.
Una menzione speciale va sicuramente a Beanie Feldstein. Trascina il film esattamente come la sua Molly trascina e anima gli eventi di questa pazza notte. È una forza della natura, finalmente in un ruolo da protagonista alla sua altezza.