BOY ERASED,2018 Focus Features
BOY ERASED,2018 Focus Features

Il film del 2018 è tratto dal libro autobiografico di Garrard Conley, Boy Erased: A Memoir: un promemoria doloroso, su uomini che si sentono in dovere di annientare l’identità di chi ha il coraggio di essere sé stesso

Cancellare l’identità: è il percorso di cura ispirato dalla fede che stringe la vita in una morsa, che affonda nel corpo di Jared servendosi di affilati sensi di colpa. Quello che è un memoir diventa un film. Le pagine di un “diario” inusuale per un diciannovenne assumono volti e realtà, attraverso la regia di Joel Edgerton (davanti e dietro la macchina da presa). Un bravo ragazzo deve avere integrità e deve essere mascolino. Un bravo uomo è tale perché gode dell’amore di Dio. Ma cosa succede se agli occhi di Dio l’omosessualità di Jared è una malattia da curare attraverso una terapia di camicie bianche e pestaggi violenti? Cosa succede se “all’integrità” professata da una “terapia di conversione” si preferisce la morte?

Nel 2018 le parole dell’insegnante e giornalista Garrad Conley vengono portate al cinema. La regia equilibrata e una parca tendenza a gestire le emozioni del film sostituiscono l’esplosione emotiva del libro, ma non per questo se ne perde l’efficacia. L’esperienza dell’autore di “recupero e cura” in una struttura chiamata Love in Action (Lia) è incredibile. Soprattutto leggendo che ora John Smid, arruolato per oltre 20 anni nell’associazione che tentava di curare l’omosessualità, nel 2014, ha sposato il suo compagno.

Le terapie di conversione sono diffuse in tutto il mondo e sono pratiche immorali volte all’annientamento dell’identità sessuale. Proprio il 15 luglio di quest’anno il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite si è riunito (virtualmente) per discutere della loro deliberata e prolungata violazione dei diritti umani. La voce di Garrad Conley è quella di un “sopravvissuto” che oggi racconta la sua esperienza nelle scuole americane.

In linea di massima lo sappiamo, ma vederlo su uno schermo è come ammettere l’esistenza di primitive torture a danno di chi viene considerato diverso. E prendere una posizione.

Trovate il film disponibile su Amazon Prime Video.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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