Capri-Revolution, Mario Martone - Credits: 01 Distribution

Capri-Revolution è la riscoperta delle radici teatrali di Mario Martone. È un’opera sul corpo e sulla sua liberazione: dalle convenzioni sociali, dalle prigioni degli abiti che impediscono i movimenti, dalle costrizioni della civiltà. Centrale è infatti il corpo di Lucia, nata in un mondo antico di pastori e rinata, ridefinita nella sua identità, dall’incontro con una comune di artisti sull’isola. Lucia non è pittrice, non è poetessa, non è parte di quel mondo, ma a suo modo è la poesia del mondo stesso, cantato da sempre nel conflitto tra Natura e Cultura.

Mario Martone, dal teatro-danza al cinema della performance

Mario Martone nasce come artista nell’ambito teatrale. Si fa conoscere nella scena napoletana attraverso Falso Movimento, il gruppo da lui fondato nel 1977 con Andrea Renzi, Francesca La Rocca, Augusto Melisurgo, Federica della Ratta Rinaldi. E, sempre con Falso Movimento, trova l’acclamazione nazionale nel 1982, con lo spettacolo di teatro-danza Tango Glaciale. L’esordio al lungometraggio cinematografico arriva solo nel 1992 con Morte di un matematico napoletano, ma il teatro rimane sempre il suo grande e primo amore. Mario Martone non perde mai, infatti, l’idea della centralità del corpo e della performance fisica presenti nel suo teatro-danza.

Persino ne Il giovane favoloso, l’aspetto deforme del Leopardi di Elio Germano ne è una declinazione. Il ritorno più evidente alla ricerca artistica attraverso i gesti e i movimenti, tuttavia, è proprio in Capri-Revolution. Nel film i personaggi della comune guidata da Seybu eseguono costantemente reali esercizi di recitazione o coreografie: azioni di controllo e di liberazione del corpo attraverso la stasi o la danza. Si potrebbe dire che costituiscono anche l’aspetto più alienante e al contempo affasciante del film.

Capri-Revolution al momento è disponibile sia su Netflix sia su Prime Video. Continua a seguire FRAMED anche su Facebook e Instagram