Milano 2030, in un futuro vicino e distopico Diana Cavalieri (Matilda De Angelis) si muove dentro una metropoli semi-distrutta, prova evidente di una tragedia già avvenuta ma ancora da raccontare. Al Duomo sfregiato e distrutto si oppone l’architettura razionalista milanese e le linee nette e pulite di luoghi che sembrano soffocare la presenza umana.
Diana è una spia Citadel intrappolata sotto copertura per la nemica agenzia Manticore, componente italiana di un’alleanza europea con Francia e Germania e controllata dalla famiglia Zani che produce armi ipertecnologiche. Ettore Zani (Maurizio Lombardi) ne rappresenta il passato e il presente. Edoardo Zani (Lorenzo Cervasio), con una visione molto diversa rispetto al padre, è intenzionato a rappresentarne il futuro.
Le strade di Diana ed Edoardo si incontrano quando, in seguito a una scoperta inaspettata sul campo, l’agente prende il controllo della sua stessa missione, ignorando gli ordini dall’alto. È così che si scopre che Diana gioca in realtà una partita solo sua, che ha a che fare con il suo passato e che ritorna continuamente attraverso flashback di una vita “normale” ormai troppo lontana.
Citadel: Diana e il tema del doppio
Già dalla sigla e dalla caratterizzazione fisica della protagonista Diana è chiaro che uno dei temi portanti della serie sia il doppio, la dualità. Diana è una donna spezzata in due (come i suoi capelli, che in due lunghezze diverse esprimono due tempi diversi). Ancorata nel passato, in cerca vendetta per un dolore impossibile da superare, e al tempo stesso incastrata nel presente, nel qui e ora dell’agente segreto.
Il suo è un doppio ruolo in ogni aspetto della vita, costretta a nascondere sempre metà di sé. È anche questo, tuttavia, che le permette di fare il doppio gioco, tra Citadel e Manticore. L’aspetto interessante, tuttavia, è che non è solo Diana ad avere un’agenda segreta. Ogni personaggio sembra nascondere un altro volto, come il Giano bifronte simbolo di Manticore e della famiglia Zani.
Diana, eroina e protagonista
Evocativo, il nome della dea della caccia, Diana è una protagonista necessariamente crudele, gelida, imperturbabile. È un aspetto di sé che però ha dovuto costruire e imparare, reprimendo parti sempre più importanti della sua vera identità, a partire dalle emozioni. Lo si vede soprattutto nei flashback che coinvolgono Gabriele, personaggio interpretato da Filippo Nigro.
Nel suo “piccolo” ruolo, Gabriele ha una funzione necessaria alla comprensione della serie stessa (che è una costola indipendente della Citadel con Richard Madden e Priyanka Chopra). È a lui che tocca spiegare che Citadel è un’utopia, l’utopia dei buoni, degli indipendenti, di chi crede ancora nel senso della giustizia e nell’equilibrio del mondo, nonostante gli interessi, il capitale, le fabbriche d’armi e tutto il potere che Manticore rappresenta.
Da questo punto di vista è dunque ancora più interessante che all’immaginario dell’eroina contro la visione dominante si aggiunga il volto di Matilda De Angelis. Non sono state tante infatti, nella storia del genere di spionaggio, le attrici che hanno lasciato un segno nella memoria collettiva, da protagoniste. Anche se è stata De Angelis stessa ad affermarlo durante la presentazione: “Aspettatevi tutto e il contrario di tutto da Citadel: Diana“, dunque fino alla fine del sesto episodio potrebbe cambiare qualsiasi cosa, anche le intenzioni e le motivazioni della sua protagonista.
Non resta che scoprirlo, dal 10 ottobre su Prime Video, con tutti gli episodi di Citadel: Diana in streaming in tutto il mondo.