ll quinto elemento (1997) diretto da Luc Besson
ll quinto elemento (1997) diretto da Luc Besson
L’Opera lirica è una forma d’arte sempre nuova ed attuale, che concilia visioni e tempi storici, avvicinando anche Bruce Willis alla Lucia di Lammermoor

Il 7 dicembre il sipario del Teatro alla Scala avrebbe dovuto aprirsi su una nuova produzione di Lucia di Lammermoor, dramma del compositore bergamasco Gaetano Donizetti, con un elegante allestimento di Yannis Kokkos. Purtroppo però gli effetti della pandemia hanno bloccato la produzione, e così la Prima quest’anno sarà sostituita da un concerto di gala.

Bene, ma cosa c’entra Bruce Willis in tutto questo?

Il Quinto elemento e la Lucia di Lammermoor

Nel 1997 uscì al cinema Il quinto elemento, di Luc Besson, con Bruce Willis, Gary Oldman e Milla Jovovich: fu il film europeo più costoso fino a quel momento. Un film di azione ambientato nel futuro, con armi avveniristiche , scontri, cattivi da combattere.

Ma a un certo punto, lì, su una navicella spaziale dell’anno 2263 si apre un sipario e una bellissima donna aliena inizia a cantare un’aria della Lucia di Lammermoor (a cui prestò la voce la soprano albanese Inva Mula).

Il quinto elemento (1997) diretto da Luc Besson

Una scelta, quella di Luc Besson, singolarissima, che mostra una riflessione molto profonda sull’arte. Per il regista de Il quinto elemento inserire in uno scenario fantastico del futuro un brano rappresentato per la prima volta nel 1835, secondo il direttore artistico del Festival Donizetti Opera, Francesco Micheli (che ne parla nel suo spettacolo Lucia OFF) è una scelta registica di spessore, che vuole porre l’accento sulla modernità dell’opera lirica.

Come sarà la musica del futuro? Come saranno i concerti del domani? Per Besson, ripreso da Micheli, un teatro all’italiana con un’aliena che canta arie d’opera.

Francesco Micheli – Festival Donizetti Opera

Non è un caso che il regista bergamasco Francesco Micheli abbia voluto parlare de Il Quinto elemento nel suo spettacolo su Lucia di Lammermoor. Il discorso dell’attualità della lirica è infatti caro a Micheli, che da anni cerca di dissipare quel velo di pregiudizio che vedrebbe l’opera lirica come un mondo distante dalla “gente comune”.

Questo ha portato all’ideazione di una serie di iniziative, tra cui la Donizetti Night, all’interno del festival Donizetti, volte a far uscire l’opera, la musica e i suoi personaggi dal teatro, per incontrarsi con la città e chi la vive, instaurando con loro un dialogo.

Cosa hanno a che fare un film con BRUCE WILLIS e la PRIMA DELLA SCALA? Lo spiega Francesco Micheli
Il regista Francesco Micheli, www.donizetti.org

I mezzi espressivi dell’opera

L’opera, per una serie di fattori, può sembrare un genere totalmente lontano dal contemporaneo: per lo stile di vita frenetico di oggi, abituato a ricevere stimoli diversi continuamente i tempi operistici possono sembrare infinti. Anche lo stile canoro sembra decisamente lontano dal panorama musicale contemporaneo. Ma quando ci si avvicina e ci si lascia avvicinare dall’opera, questa riesce a far presa sullo spettatore e stabilire un legame con lui. Parlando di persone e sentimenti (sempre attuali) fa sì che lo spettatore si immedesimi.

Per raccontare appieno un sentimento profondo, uno stato d’animo, un’emozione, non bastano tre minuti, non sono sufficienti strumenti, ma ci si serve di un’orchestra intera, di infinite sfumature di suono, di note altissime.

L’opera si serve di tutti i mezzi espressivi a sua disposizione: non solo il canto o la musica, ma la poesia del libretto, le luci, le scenografie, i costumi. (Basta visitare i laboratori del Teatro alla Scala per capire quanto ogni elemento sia fondamentale).

L’opera lirica – Una lettura sempre nuova

Così l’opera lirica è forse la forma più profonda ed espressiva fra tutti gli altri generi artistici, perché in essa si condensano (completandosi) tutte le forme d’arte. La poesia, la musica, l’arte figurativa e la scultura (nell’apparato scenico e nei costumi), a volte persino la danza (ad esempio nell’Aida). E l’apporto delle varie figure artistiche che contribuiscono alla realizzazione, non può non risentire del contesto (storico, politico) in cui questi operano: per questo ogni nuova produzione riesce sempre ad essere estremamente al passo con i tempi.

Un quadro, una scultura, un film sono attuali al 100% quando vengono prodotti, ma rimangono poi comunque legati al loro tempo. Ogni nuovo allestimento (operistico e in generale teatrale) sarà invece sempre fresco e attuale, perché riletto e rivisto dalle varie figure artistiche che lavorano alla sua realizzazione, con occhi sempre nuovi.

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Roberto Boldini
Sono un ragazzo di campagna con la testa tra le nuvole immerso tra mille progetti, se fossi una canzone sarei Confessioni di un malandrino di Branduardi. Dopo la laurea in Scenografia a Brera ho intrapreso un corso di specializzazione presso i laboratori della Scala. Quello che più mi piace è raccontare punti di vista: lo faccio disegnando, scrivendo, progettando. Più che le storie mi attraggono le persone, la loro psicologia, come vengono resi sullo schermo o su un palco il loro dramma interiore e la loro personalità (fantasticando su come le renderei io).

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