live-take-that
live-take-that

Le Derry Girls e la mania Take That negli anni ’90

13 febbraioUna data importante per uno dei gruppi più famosi della storia del pop, sia perché uno dei suoi componenti festeggia gli anni, sia perché fu proprio il 13 febbraio 1996 che decise di sciogliersi. Sto parlando dei Take That, e quel 13 febbraio del ’96 Robbie Williams non festeggiò con il sorriso i suoi 22 anni.

Passione boy band – Take That

Gary BarlowRobbie WilliamsHoward DonaldMark Owen e Jason Orange erano (sono tornati ad essere) i Take That, una delle boy band più famose della storia del pop. Idoli delle ragazzine, nei videoclip senza trama (ma ricchi di pettorali) che passavano ininterrottamente su MTV.

Sentimentalmente parlando, senza di loro non ci sarebbero stati i Backstreet Boys, o gli N’sync. Infatti i 5 ragazzi di Manchester diedero il via ad un folle processo di “dipendenza” fatto di merchandise e concerti in giro per il mondo, facendo perdere la testa ad una generazione di adolescenti con le meches colorate e gli elastici pelosi tra i capelli. Un universo di adorazione e devozione che già nel 1999 si dava per scontato come seguito di una pop band di successo. Ma non nel 1990, quando si formarono, quelli erano anni totalmente diversi.

Derry Girls – “The concert”

Per capirlo vorrei prendere in riferimento la puntata di una serie ambientata proprio nei primi anni ‘90, Derry Girls, serie creata da Lisa McGee in cui i tumulti della storia nordirlandese (i “disordini”, gli attentati dell’IRA, e gli anni più violenti del conflitto tra cattolici e protestanti) fanno da sfondo alle storie di un gruppo di amici per i quali anche le bombe passano in secondo piano, quando si tratta dei Take That.

Nella terza puntata della seconda stagione le quattro ragazze Erin, Michelle, Orla, Clare, e, unico ragazzo ma fan di Barlow, James, hanno i biglietti per il concerto che i Take That faranno a Belfast. Si dà il caso che l’episodio si basi su un evento realmente accaduto, ovvero l’esibizione del gruppo il 18 novembre 1993, alla King’s Hall. Proprio quando Gerry, il padre di Erin, sta per salire in macchina e accompagnarle, gli eventi si mettono in moto a loro discapito: Belfast è una città pericolosa per quattro ragazze “feniane” e un inglese spaesato, ma soprattutto un orso polare è fuggito dallo zoo, e la famiglia ha molta più paura dell’animale che di un possibile attentato. (Dopotutto Derry fu la città che vide molto da vicino la tragica Bloody Sunday del 30 gennaio 1972.)

Ma come in tutta la serie (12 puntate esilaranti), la storia è un flusso che è facile sostituire con le priorità adolescenziali, e il dramma di un amore non corrisposto ottiene due pagine e mezzo su un diario segreto in cui raramente si parla di perquisizioni sullo scuolabus.

Il 18 novembre 1993 era un giorno in cui, in onore di quella dolce follia di massa per i Take That, si doveva cogliere l’occasione e non perdere per nulla al mondo il loro live.

Col senno di poi la creatrice, nata e cresciuta a Derry, fa ammettere alle protagoniste che quel concerto non dovevano assolutamente perderselo. E non perché la band non sarebbe tornata a Belfast, ma perché solo due anni dopo si sono sciolti, tornando negli anni 2000 più maturi, privati di quella sciatteria da camicia aperta e foto ammiccanti che non potevano più permettersi.

La descrizione ideale

Legando la situazione politica e tragica della città di Derry nel 1993 al nuovo fermento pop che avrebbe rivoluzionato gli anni avvenire, Lisa McGee e le sue ragazze raccontano un momento particolare, che non si potrebbe veramente descrivere omettendo le sagome giganti di cartone con Robbie Williams in canottiera, tantomeno le “barriere” tra le città che rallentavano quella rivoluzione.

Gli ultimi minuti dell’episodio sono fondamentali: il gruppetto è andato ovviamente al concerto di nascosto e le loro mamme tramano punizioni, mentre Gerry per caso in tv trova il live a Belfast e sorride, vedendo i ragazzi in prima fila, finalmente felici, non solo di godersi lo spettacolo, ma di far parte della storia che cambia.

Se Robbie Williams avesse voglia di festeggiare a dovere i suoi 47 anni dovrebbe vedere questa puntata e capire cosa significasse far parte dei Take That.

Continuate a seguirci per altre analisi appassionate su boy band scapestrate e scenari anni ’90! Su FRAMED.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui