è andato tutto bene
©Carole BETHUEL_Mandarin_Production–Foz

François Ozon ritorna al cinema con È andato tutto bene, storia di un uomo, un padre, 85enne (André Dussollier), ricoverato in ospedale dopo un ictus. Al suo risveglio, l’uomo si ritrova paralizzato, molto depresso e, nonostante sia stato sempre appassionato alla vita, chiede alla figlia, interpretata da un’ottima Sophie Marceau, di aiutarlo a morire.

Così, inizia il lungo cammino verso la Svizzera, in un viaggio che non sarà solo fisico, ma anche interiore.

Il tema dell’eutanasia

Il grande ed intricato tema, affrontato dal regista, è quello dell’eutanasia. Il genitore che vuole andarsene per sempre, ed il tormento di chi resta che deve decidere su cosa fare. Per quanto in Italia, il “diritto alla morte”, non sia contemplato, ci sono realtà come la Svizzera, che invece concedono all’essere umano di poter scegliere del proprio destino e della propria vita.

L’eutanasia è sempre stato argomento di grande dibattito tra le diverse coscienze, ma (ahimè), quando subentra l’etica, il campo della discussione diventa sempre “minato”. La domanda che ci si pone è sempre la stessa: “È giusto o sbagliato decidere di porre fine al dono della vita?”. Le risposte sono molteplici e sono sempre influenzate dal contesto etico-sociale-religioso nel quale l’individuo vive. 

Non esiste la scelta giusta o sbagliata, soprattutto se non ci si ritrova nella difficile situazione. Quando ci si imbatte in una tale questione, bisognerebbe essere totalmente privi di giudizio e pregiudizio.

Ed è proprio quello che fa Ozon. Da narratore silenzioso e distaccato, racconta del legame tormentato tra padre e figlia e della decisione difficile che quest’ultima sarà costretta a prendere. Lo fa con delicatezza e rispetto. 

Il regista entra nella storia in punta di piedi, non giudica, non pretende, non è mai ricattatorio. Semplicemente narra un evento drammatico, riuscendo ad utilizzare riso ed ironia, ma sempre con grande sensibilità. Rende il tema della “fine dell’esistenza”, sopportabile, sapendo toccare le corde giuste, utilizzando termini inaspettati.

Ozon riesce nel suo intento, non ci vuole offrire un personale punto di vista in merito al “grande dibattito etico”, ma ci vuole solo regalare una carezza mediante un vero e proprio inno alla vita.

Sì, perché proprio di questo si tratta. Nonostante si parli di “diritto alla morte”, la vera protagonista dell’intero film è proprio la vita e di quanto questa sia preziosa, aldilà della sua fine, naturale o indotta. 

Sophie Marceau ©Carole BETHUEL_Mandarin_Production–Foz
Sophie Marceau ©Carole BETHUEL_Mandarin_Production–Foz

Etica e dottrina. Uno sguardo dall’Italia

L’etica, in contrasto con i diritti umani, ha sempre fatto molto discutere.

In Italia, ciò che esiste, è il diritto fondamentale alla vita, secondo cui nessuno è legittimato a porre fine ad un altro essere umano. 

E trascendendo nell’etico religioso, se la vogliamo dire tutta, anche la Chiesa prende una sua posizione in merito al “grande tema morale”, considerando peccatore, chiunque decida di farla finita. Nonostante, tuttavia, il nostro Stato sia sempre stata molto conservatore sul tema, gli ultimi interventi legislativi, in merito all’eutanasia, hanno fatto presagire un notevole cambio di rotta.

Infatti, con la Cassazione, nel 2021, per la prima volta, è stata riconosciuta la possibilità di introdurre il diritto al “suicidio assistito” nel nostro ordinamento.

Ovviamente, anche in questo caso, la sentenza ha destato non poche perplessità. D’altronde chi riuscirebbe a empatizzare ed essere accomodante di fronte alla possibilità di poter morire? Ma come ci insegna È andato tutto bene di Ozon, non importa del come si muore, ma di come si vive.

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Annamaria Martinisi Author FRAMED Magazine
Sono il risultato di un incastro perfetto tra la razionalità della Legge e la creatività del cinema e la letteratura. La mia seconda vita è iniziata dopo aver visto, per la prima volta, “Vertigo” di Hitchcock e dopo aver letto “Le avventure di Tom Sawyer” di Mark Twain. Mi nutro di conoscenza, tramite una costante curiosità verso qualunque cosa ed il miglior modo per condividerla con gli altri è la scrittura, l’unico strumento grazie al quale mi sento sempre nel posto giusto al momento giusto.

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