FAMILY GAME VR al Teatro Argot di Roma
FAMILY GAME VR al Teatro Argot di Roma

FAMILY GAME VR: iI primo testo teatrale concepito espressamente per la realtà virtuale, con un finale dal vivo

Teatro o videogioco? Realtà virtuale o nuova frontiera immersiva del palcoscenico? Certamente una proposta innovativa quella di Mimosa Campironi, regista e autrice di FAMILY GAME VR in scena all’Argot Studio dal 19 al 22 dicembre con due repliche al giorno alle ore 19:30 e alle ore 21:30.

FAMILY GAME VR è una performance in realtà virtuale pensata per rendere la narrazione interattiva attraverso la contaminazione tra realtà virtuale, gaming e performance live. Scritto appositamente per essere fruito con il visore di realtà virtuale FAMILY GAME VR è un progetto sperimentale che indaga le nuove frontiere in un “gioco teatrale” inedito, dove i nuovi linguaggi incontrano il corpo dell’attore in scena (a interpretare tutti i ruoli è Alessandro Averone, uno degli attori più talentuosi della scena nazionale) per un effetto teatrale doppiamente immersivo.

Essere dentro alla scena

Con la tecnologia del 360 VR lo spettatore è catapultato in mezzo alla scena, proprio dove si svolge l’azione drammatica e chiamato a “giocare” con l’attore scegliendo il tuo personale punto di vista di fruizione. Al pubblico infatti viene chiesto di indossare un visore attraverso il quale si ritrova letteralmente immerso nella storia: i vari personaggi si muovono e coesistono nello spazio, lo spettatore – grazie a uno sgabello girevole – sceglie cosa guardare e chi seguire, l’attore si moltiplica in più personaggi, ruota attorno allo spettatore, come se fosse l’avatar di un videogame, fino al monologo finale interpretato dal vivo.

Dopo un terremoto, un uomo trova i corpi senza vita dei suoi cari sotterrati dalle macerie della sua casa. In preda allo shock comincia a vagare senza meta, finché si ritrova a ubriacarsi nell’autogrill di un’autostrada. Qui viene scambiato per un altro uomo scomparso anni prima. Lo scambio di persona causa una catena di eventi imprevedibili che, da una parte riscattano il dolore dell’uomo con la nascita di un nuovo amore, dall’altra portano alla luce la trama di un terribile delitto familiare.

Ibridazione di linguaggi

Per Mimosa Campironi quella del digitale è una nuova frontiera: dopo aver sperimentato in teatro, musica, cinema, televisione e composizione, con FAMILY GAME VR, ha deciso di cimentarsi anche con il digitale, il virtuale e l’ibridazione dei linguaggi, non in sostituzione, bensì facendo incontrare tutte insieme le arti dello spettacolo, in una nuova formula di imprenditoria culturale che vede la stessa Mimosa imprenditrice culturale di sé stessa.

“L’interesse nell’utilizzo della tecnologia 360 VR” –  spiega Mimosa Campironi – “parte dalla volontà di sperimentare un contrasto apparentemente insuperabile attraverso la contaminazione: raccontare una storia con le regole del teatro che costringa all’empatia, immergendo il racconto all’interno di uno spazio scenico asettico, anti-empatico, ispirato all’estetica del gaming. Ci sono elementi visivi che rimandano ai videogiochi, ma anche richiami ai mass media per immaginare un’ipotesi degli effetti sull’umano del bombardamento di informazione. Si tratta di un parallelismo tra l’ambiente dello scroll dello schermo e lo scorrimento del pensiero per analogia”.

Family Game è una coproduzione tra Teatro Metastasio di Prato e 369gradi, in collaborazione con Gold e il testo è stato selezionato da Italian and American Playwrights Project 2020/22.

Per partecipare alle attività culturali di Argot Studio è necessario effettuare il tesseramento al costo di 5€ su http://www.teatroargotstudio.com/tesseramento o presso il botteghino prima dello spettacolo.

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