Stranger Things 4

Dove eravamo rimasti? Ah sì, alla lettera strappalacrime di Hopper, al grande incendio, a Eleven che salva di nuovo il mondo ma perde i suoi poteri ed è costretta a nascondersi in California con Will, Jonathan e Joyce. Il magnifico gruppo di Hawkins si spacca, come si nota anche dalla scelta grafica delle locandine [in fondo alla pagina] e lascia che prendano il sopravvento le dinamiche dell’adolescenza.

Nel tempo filmico trascorre a stento un anno, ma dagli ultimi episodi di Stranger Things ne sono trascorsi ben tre, con una pandemia in mezzo che ha rallentato i lavori. Dai volti ormai noti di Millie Bobby Brown, Finn Wolfhard, Noah Schnapp, Gaten Matarazzo e Caleb McLaughlin è sparito ogni segno di tenerezza, ogni rotondità dolce dell’infanzia.

Stranger Things è così diventato adulto insieme a loro, a partire dalla nuova ambientazione scolastica: l’high school, con tutto ciò che questo topos comporta. Improvvisamente El, Mike, Will, Dustin, Lucas e Max (Sadie Sink) ci somigliano di più, sono più reali, perché vivono emozioni più profonde e mature, in cui immedesimarsi. Più di tutti Max che, dopo la morte di Billy nella terza stagione, affronta il lutto e il trauma e si rivela un personaggio centrale di questi primi sette episodi, a cui farà seguito la conclusione della stagione il prossimo 1° luglio.

Tutta un’altra storia

Basta poco per accorgersi che tutto è cambiato, pur rimanendo lo Stranger Things di sempre. Già dalla costruzione della tensione della prima sequenza, che sfocia poi in una violenza mai vista prima nella serie, è chiaro che i Fratelli Duffer abbiano voluto dare a questa stagione una svolta decisiva, nel nome del grande horror. Appena scoprirete Vecna, il nuovo mostro, per esempio, nella vostra memoria si risveglierà con ogni probabilità il ricordo dell’inquietante Freddy Krueger di Nightmare (Wes Craven, 1984). E non sarete poi tanto lontani dalla verità, scoprendo che Robert Englund ha anche un piccolo cameo nel film (come già annunciato da tempo!).

Per la prima volta Stranger Things fa davvero paura. E non vedevamo l’ora. Fra morti atroci, molto sangue e nuove creature spaventose, il Sottosopra torna a infestare Hawkins e a trascinarci con sé nella sua inquietante corsa contro il tempo.

Personaggi e novità di Stranger Things 4

L’elemento di maggiore novità, infatti, è che il mostro Vecna ha un “orologio”, un piano e una strategia. È un essere pensante, con una visione, non è più bestiale e istintivo come il Demogorgone o astratto come il Mind Flyer. Sceglie le sue vittime con criterio, scavando nei loro tormenti più profondi per assoggettarle, al punto che – per dirla con un gioco di parole – per gran parte dei primi episodi l’Upside Down lascia il posto all’Inside Out. È una battaglia che si combatte nella mente, e capirete perché, ma per ora preferiamo non fare alcun tipo di spoiler.

Quel che possiamo dire, però, è che questa quarta stagione si arricchisce di moltissimi nuovi personaggi, tra cui spicca senza dubbio Edward (Joseph Quinn), ripetente, nerd, “freak” – come si definisce lui stesso – strambo e ambiguo abbastanza da incuriosire subito. Suo malgrado, diventerà un compagno di avventure fondamentale della banda di Hawkins, che anche in questa stagione oltre ai già citati, conta sempre anche Steve (Joe Keery), Nancy (Natalia Dyer) e Robin (Maya Hawke), quest’ultime un’imprevedibile e inarrestabile coppia di co-protagoniste

Joseph Quinn in STRANGER THINGS. Cr. Courtesy of Netflix © 2022

Stile ed estetica

Un elemento che si nota subito nel complesso di questa quarta stagione è il modo in cui scrittura, regia e montaggio lavorino insieme per mettere in relazione quattro macro aree di azione, come si nota dal poster. C’è Eleven, principalmente da sola. Ci sono Dustin, Lucas, Max, Steve, Robin e Nancy (con Edward) a Hawkins, mentre Jonathan, Will e Mike agiscono separatamente. Infine ci sono Joyce e Murray alla ricerca disperata di Hopper in Russia.

A tenerli insieme è il solidissimo filo di scrittura, ma soprattutto l’accostamento di immagini e dialoghi continuativi, che crea un legame visivo immediato fra quattro situazioni estranee fra loro. La scrittura filmica, in un certo senso, opera per riportare insieme i diversi gruppi, almeno dal punto di vista del pubblico.

In breve

Stranger Things 4 è finalmente il raggiungimento della maturità, il degno seguito di quella prima stagione che ci aveva fatto innamorare delle avventure di El e i suoi amici. E non importa che ci abbia fatto attendere tre anni, sono serviti anche quelli per apprezzare i cambiamenti profondi intercorsi nella storia.

Non riveleremo altro della trama per le prossime settimane, ma vi invitiamo a seguire FRAMED anche sui social, su FacebookInstagram Telegram, perché dedicheremo altri contenuti di approfondimento alla stagione, anche in vista dell’uscita del Volume 2.

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