Il lungometraggio di esordio della co-autrice di Westworld ha un discreto fascino e qualche pecca.
La trama
In una Miami del futuro sommersa dall’acqua a causa del riscaldamento globale, Nicolas Bannister (Hugh Jackman) ed Emily “Watts” Sanders (Tandiwe Newton) gestiscono un’attività di rievocazione controllata dei ricordi. Bannister guida l’immersione psicologica nel ricordo, Sanders controlla i parametri tecnici del dispositivo – una vasca di deprivazione sensoriale collegata a degli elettrodi cerebrali. La nostalgia ha preso piede come unica via di fuga dal presente postapocalittico, e gli affari non vanno poi così male. La vita personale dei due protagonisti, invece, lascia a desiderare. Nick è ossessionato dal ricordo della sua amante Mae (Rebecca Ferguson), sparita nel nulla dopo pochi mesi di amore idilliaco. Watts beve per cancellare le tracce di un passato doloroso.
La procuratrice Avery Castillo (Natalie Martinez) li coinvolge in un’indagine su un traffico di droga: navigando nei ricordi di uno spacciatore Mae ricompare a New Orleans al fianco di Saint Joe (Daniel Wu), boss della baca – la droga oppiacea più diffusa nell’universo di Reminiscence. Nick abbandona l’indagine e ne inizia una personale per ritrovare Mae, che si rivela essere una persona molto diversa da quella che lui aveva conosciuto.
Fantascienza fuori, noir dentro
Frammenti dal Passato è un film che racchiude una trama da film noir dietro un’apparenza sci-fi. Capiamo subito che la tecnologia qui non è un mezzo per scoprire nuovi mondi, ma per evadere da un reale traumatico, cullati dal torpore amniotico della vasca di deprivazione sensoriale. Questa tendenza è ancora più chiara nella caratterizzazione dei personaggi, modellati su canoni della Hollywood anni Quaranta.
Nick è il private eye cinico e brusco con un fiuto infallibile per le indagini ma la tendenza ad innamorarsi della donna sbagliata. Mae è la femme fatale sfuggente e ingannevole, in bilico tra perdizione e redenzione. Watts è la fida assistente che sta sempre un passo avanti al suo capo e lo protegge a distanza. C’è il boss che manifesta filosoficamente la necessità del male, c’è il poliziotto corrotto che favorisce l’entropia generale, c’è la procuratrice distrettuale che si scontra con l’impunibilità dei potenti. Tutto va come dovrebbe andare nella logica del genere, forse troppo. Il ricorso alla memoria episodica come unico momento di approfondimento sui personaggi li lascia orfani di una caratterizzazione più strutturata, definendoli unicamente attraverso la nostalgia di un momento di gioia irrecuperabile.
La funzione della memoria
Lisa Joy ha scritto Westworld insieme a Jonathan Nolan, e il tema della memoria è dominante anche in Reminiscence. Nella serie la memoria ha sempre un carattere traumatico. La ripetizione del ricordo insiste con variazioni minime fino a quando il rimosso non è pronto a manifestarsi, esigendo dai personaggi una rapida presa di coscienza per adattarsi all’improvviso cambio di scenario. In Frammenti dal Passato la manifestazione traumatica della memoria è decisamente diluita in favore di negazione ed escapismo. È una manifestazione che non impone l’azione ma favorisce la stasi, il ripiegamento ombelicale, l’evasione consolatoria in un attimo perfetto che si è slegato dalla miseria del reale.
È anche una scelta narrativa che, per la sua dimensione spiccatamente visiva, cambia il senso dell’indagine classica. Nick non ricerca la testimonianza verbale dei singoli testimoni, mediata dalla loro esperienza. Cerca l’accesso ad una memoria individuale come ad un archivio percettivo grezzo, dove la verità è rintracciabile ai margini del campo visivo. Peccato però che i ricordi visibili non siano tanto un modo per radicalizzare la messa in scena, quanto un espediente per far rientrare dalla finestra il narratore onniscente che si era fatto uscire dalla porta.
La città dopo l’inondazione
La descrizione di Miami è uno degli aspetti più affascinanti del film: l’architettura Art Deco del centro cittadino e i quartieri periferici semisommersi sono fotografati splendidamente da Paul Cameron (già collaboratore di Joy in Westworld). Le riprese notturne mostrano una città maestosa e decadente, fervente di attività nell’unico momento della giornata in cui non fa troppo caldo per uscire. Le riprese diurne, concentrate soprattutto al tramonto, mostrano una luce vivida e cangiante che si disperde in mille riflessi filtrati dall’acqua e dalle finestre dei ruderi periferici.
In breve
Frammenti dal Passato è un film che tenta un approccio inedito a un genere codificato, ma fallisce nel risignificarlo e si ferma a metà strada. Il risultato è visivamente suggestivo ma narrativamente superficiale, nonostante le promettenti credenziali di partenza.
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