STRANGER THINGS. Sadie Sink as Max Mayfield in STRANGER THINGS. Cr. Courtesy of Netflix © 2022
STRANGER THINGS. Sadie Sink as Max Mayfield in STRANGER THINGS. Cr. Courtesy of Netflix © 2022

Dalla prima data di uscita di Stranger Things sono passati sorprendentemente tanti, troppi, anni. Ma dal 2016 i binge watchers hanno ancora voglia di fare una scampagnata nell’upside down tentando di dribblare gli spoiler della quarta stagione. E insieme al demogorgone, Steve in tenuta da gelataio e i waffle di Eleven, ci sono poche cose iconiche come la colonna sonora di questa fortunata serie.

Perché non celebrare la fine della seconda parte dell’ultima stagione ripercorrendo le 5 canzoni che hanno accompagnato le avventure ad Hawkins e che ci sono rimaste nel cuore?

1 . Should I Stay or Should I Go? – The Clash

Impossibile non pensare immediatamente a questo iconico brano dei Clash, quando si parla di musica e Stranger Things. Comparsa per la prima volta durante la prima stagione, questa traccia è una dei tanti piccoli e preziosi dettagli che hanno costruito l’universo super anni ’80 della serie. Should I Stay or Should I Go? esce nel 1981, cosa Mick Jones – che la scrive e la canta – intendesse con queste parole è subito mistero, ma forse è anche poco importante. È il riff di chitarra con relativa risposta in palm muting il vero hook del pezzo e che suggella il legame tra Will e Jonathan.

2. Africa – Toto

Soltanto le spalline e gli scaldamuscoli gridano anni ‘80 più di Africa dei Toto. Nel primo episodio della prima stagione della serie, il brano ha accompagnato un momento di bollore tra Nancy e Steve, facendo salpare una ship parzialmente affondata non molto tempo dopo. Un brano del 1982 entrato ben presto nella cultura pop occidentale e nelle colonne sonore di film, serie tv, fiction, programmi televisivi fino ad oggi. Le armonizzazioni delle voci, la ritmica che gioca sull’esotismo e un ritornello che più orecchiabile non si può: gli ingredienti perfetti per una hit senza tempo.

3. Ghostbusters – Ray Parker Jr.

1984 per questo singolo scritto per l’omonimo film di Bill Murray e Dan Aykroyd, che ha segnato un’intera generazione di bambini appassionati di fantasmi e Piccoli Brividi. Non poteva certo mancare in una serie in cui i protagonisti sono letteralmente dei bambini negli anni ‘80 che, giustamente, per Halloween si vestono da acchiappafantasmi. Come biasimarli, col senno di poi. Il cuore disco, i tastieroni elettronici e uno degli hook più riusciti della storia del pop rendono questo brano una vera icona 80s. Who you gonna call?

4. (I just) Died in your arms – Cutting Crew

Sensualissimo brano del 1986 che compare in chiusura del primo episodio della terza stagione della serie. Buona la prima per i Cutting Crew che debuttando con questa super hit si sono sistemati per tutta la vita. La metafora della petite mort è evidente, mettici pure lo zampino del guru della produzione alternativa, Tim Palmer, e un bel po’ di chitarre e batteria anni ‘80. Forse Karen non sarà riuscita ad avere la sua serata hot con Billy, ma la scena della sua preparazione davanti allo specchio con questo brano è un tocco di classe.

5. Running up that hill – Kate Bush

Non c’è Stranger Things senza questo classico di Kate Bush targato 1985 che continua a far sognare anche dopo trent’anni ed è arrivato dritto al cuore anche della GenZ. È bastato il primo episodio a rendere il brano simbolo non solo della quarta stagione e del personaggio di Max, ma anche della stessa serie. Grande lavoro di produzione strumentale, sposato con la voce iconica di Kate e il suo timbro quasi operistico per un pezzo dalle atmosfere sognanti e ultraterrene, ben rappresentate dal videoclip e la coreografia interpretata dalla stessa cantante. Difficile azzeccare una colonna sonora più di così.

Continuate a seguire su FRAMED per altri contenuti su Stranger Things. Siamo anche su InstagramFacebook e Telegram!

Clarissa Missarelli
Da sempre affascinata e appassionata di cultura pop, sfrutto la mia laurea in DAMS e la mia formazione musicale per far accapponare la pelle a chi non vede l'evidente somiglianza tra Sfera Ebbasta e Fabrizio De André. Guardo, ascolto e leggo di giorno e scrivo di notte, se ho qualcosa da dire. Per conoscermi meglio, l'importante è tenere a mente due cose: la mia parte preferita della giornata è l'aperitivo e la settimana di Sanremo è più importante del mio compleanno.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui