Il discorso del re Miglior Film 2011

La Notte degli Oscar 2021 si avvicina e, nell’attesa di scoprire il Miglior Film di quest’anno, ricordiamo alcuni dei grandi vincitori passati. Al di là della clamorosa vittoria di Moonlight, che difficilmente verrà dimenticata anche per l’imbarazzante siparietto che accadde nel 2017, molti altri Best Picture ci sorprendono ancora. Abbiamo allora deciso di stilare una breve, e necessariamente incompleta lista, che non solo comprende i nostri vincitori preferiti ma anche quelli passati in sordina. O persino quelli che vorremmo dimenticare. Dopo una tosta selezione, ne abbiamo scelti solo tre ciascuno, consapevoli che comunque molti straordinari film sono rimasti esclusi. Ci perdonerete.

I tre Best Picture di Silvia Pezzopane

Tutti insieme appassionatamente (The Sound of Music, 1965), diretto da Robert Wise – Premio Oscar Miglior Film 1966. Dal romanzo, alla commedia, al film: amore, canzoni, minaccia nazista, vocazioni mancate. The Sound of Music ha tutto ciò che si può desiderare, soprattutto due interpreti come Julie Andrews e Christopher Plummer.  My Favorite Things è l’anima della storia e la speranza di ogni personaggio, ancorato all’idea che tutto possa andare bene.

Birdman [Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance), 2014], diretto da Alejandro González Iñárritu – Premio Oscar Miglior Film 2015. Surreale, drammatico, metacinematografico, fantastico. Birdman chiude in gabbie anguste di piano sequenza e camera a mano, e poi eleva oltre qualsiasi fantasia, senza fare distinzione tra realtà e immaginazione. Da rivedere pronti a tutto, magari dopo aver ripassato il Batman del 1989.

Chicago, (Id. 2002), diretto da Rob Marshall – Premio Oscar Miglior Film 2003. Basato sull’omonimo spettacolo di Broadway, un musical cinico, divertente, sensuale. La femminilità autoironica delle due assassine protagoniste coinvolge fino a farci alzare dalla poltrona per ballare (fatto realmente accaduto, al cinema). Da rivedere all’infinito la coreografia di Cell Block Tango – Six Merry Murderesses of Cook County Jail.

Birdman, MIglior Film 2015 - Credits: "Birdman Movie" by Razlansu licenza CC BY-NC-ND 2.0
Birdman, MIglior Film 2015 – Credits: “Birdman Movie” by Razlansu licenza CC BY-NC-ND 2.0

I tre Best Picture di Giulia Losi

La mia Africa (Out of Africa, 1985), diretto da Sydney Pollack – Premio Oscar Miglior Film 1986. Un film sontuoso che ti prende per mano e ti conduce nella splendida Africa di Karen Blixen, percorrendo la sua vita e guardando il mondo attraverso i suoi occhi.

Il discorso del Re (The King’s Speech, 2010), diretto da Tom Hooper – Premio Oscar Miglior Film 2011. Il film non è una semplice ricostruzione storica. Non delinea il ritratto di un re, ma quello di un uomo che trova la forza di affrontare le sue paure e i suoi limiti in nome di un Bene più grande.

La forma dell’acqua (The Shape of Water, 2017), diretto da Guillermo Del Toro – Premio Oscar Miglior Film 2018. Due mondi lontani che si incontrano, due vite apparentemente dissimili che si intrecciano indissolubilmente. Questa è La Forma dell’Acqua, una delicata e onirica riflessione sul “diverso” e sull’amore.

La forma dell'acqua, Guillermo Del Toro, Miglior Film 2018 - Credits: 20th Century Fox
La forma dell’acqua, Guillermo Del Toro, Miglior Film 2018 – Credits: 20th Century Fox

I tre Best Picture di Emanuele Bucci

Il padrino – Parte II (The Godfather Part II, 1974) , diretto da Francis Ford Coppola – Premio Oscar al Miglior Film 1975. Il primo sequel premiato da Hollywood, e meno male: la maledizione del potere mafioso è quella dell’America, in un kolossal crudele, epico e psicologico, corale e sontuosamente politico.

Titanic (Id., 1997), diretto da James Cameron – Premio Oscar al Miglior Film 1998. La summa amata-odiata dello spettacolo anni ’90, con le sue ambizioni e contraddizioni, tra neoromanticismo e postmodernità. Ma le emozioni sono invecchiate meglio di quanto si pensi.

Il caso Spotlight (Spotlight, 2015), diretto da Tom McCarthy – Premio Oscar al Miglior Film 2016. Non (come si potrebbe credere) un film sul caso, ma sui giornalisti che lo hanno scoperto: sui tempi, le contraddizioni, le ferite, le sconfitte e le vittorie di ogni ricerca della verità. Da riscoprire.

Al Pacino, Il Padrino Parte II - Miglior Film 1975 - Credits: Paramount Pictures
Al Pacino, Il Padrino Parte II – Miglior Film 1975 – Credits: Paramount Pictures

I tre Best Picture di Alessandra Vignocchi

Rebecca – La prima moglie (Rebecca, 1940), diretto da Alfred Hitchcock – Premio Oscar Miglior Film 1941. Il primo film americano del maestro della suspense, claustrofobico, evocativo. Forte della placida ma potente presenza di Manderley, la dimora del protagonista, e della riuscitissima, spaventosissima figura di Mrs. Danvers (Judith Anderson). Da recuperare se amate le atmosfere gotiche e i drammi psicologici.

Un americano a Parigi (An American in Paris, 1951), diretto da Vincente Minnelli – Premio Oscar Miglior Film 1952. Un tripudio di colori, di musica, di danze. Una meraviglia per gli occhi che permette solo due reazioni possibili: la bocca aperta dallo stupore per la cura delle coreografie, per la vividezza dei colori, per il carisma dei protagonisti, e il sorriso ebete e malinconico per la consapevolezza di star fruendo un cinema che non esiste più.

West Side Story (Id.,1961), diretto da Robert Wise e Jerome Robbins – Premio Oscar Miglior Film 1962. In vista del remake di Steven Spielberg, perché non recuperare la straordinaria versione cinematografica originale? Un Romeo e Giulietta modernizzato, con Sharks e Jets (portoricani e bianchi) come poli di un conflitto ancestrale, apparentemente insanabile, che vede la sua crepa nell’amore tra Maria e Tony, gli star-crossed lovers shakespeariani. L’intrattenimento più puro, quello del musical classico, può elevarsi ad impegno sociale.

Rebecca - La prima moglie, Miglior Film 1941 - Credits: Generalcine
Rebecca – La prima moglie, Miglior Film 1941 – Credits: Generalcine

I tre Best Picture di Valeria Verbaro

Rocky (Id., 1976), diretto da John G. Avildsen – Premio Oscar Miglior Film 1977. È uno di quei film a cui è difficile “perdonare” la vittoria, perché ostentatamente politica e conservatrice. Quel 1977 era senza dubbio l’anno di Taxi Driver, ma l’Academy scelse di premiare il sogno americano di Stallone e ignorare l’incubo incarnato dal veterano Bickle/De Niro. Impossibile, comunque, non amare la scalata di Rocky: alla fine la fatica di quelle scale a tempo di musica appartiene anche a noi.

L’ultimo imperatore (The Last Emperor, 1987), diretto da Bernardo Bertolucci – Premio Oscar Miglior Film 1988. Merita di stare in questa lista già solo perché è l’unico film diretto da un italiano ad aver vinto la statuetta più importante. Da un lato lontano dal cinema autoriale più puro di Bertolucci, dall’altro massima espressione della sua grandezza. È a tutti gli effetti la sua consacrazione nell’Olimpo cinematografico internazionale.

Crash – Contatto fisico (Crash, 2004), diretto da Paul Haggis – Premio Oscar Miglior Film 2006. Forse il Best Picture più sottovalutato di tutti, è in realtà un ottimo film corale. Intreccia diverse sottotrame, sviluppando un effetto domino di eventi che lascia senza fiato. Crea un ritratto di classe e di cultura degli Stati Uniti subito dopo l’11 settembre, sviscerando soprattutto il tema del razzismo in varie sfaccettature.

L'ultimo imperatore, Miglior Film 1988 - Credits: Columbia Tristar
L’ultimo imperatore, Miglior Film 1988 – Credits: Columbia Tristar

In copertina: Colin Firth e Helena Bonham Carter in Il discorso del re – Credits: www.lancashire.gov.uk su licenza Wikimedia Commons, CC BY 2.0.

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