La cosa, Universal Pictures
La cosa, Universal Pictures

Spesso siamo prevenuti nei confronti di un remake. Stimiamo così tanto l’originale che non siamo pronti a sederci in sala per vederlo. Il 25 giugno 1982 uscì un remake che non convinse subito, ma nel tempo staccò il biglietto per l’olimpo dei migliori film mai realizzati. Fantascienza e orrore. La già consolidata coppia Kurt Russell e John Carpenter. 40 anni fa, usciva La cosa (The Thing).

La paura che incute ancora oggi

Se pensiamo al 1982 ci viene in mente un altro film di fantascienza: E.T. Ma gli approcci al tema dell’alieno che atterra sul nostro pianeta non potrebbero essere più diversi. Lì abbiamo una vittima delle incomprensioni che vuole solo tornare a casa. Qui invece l’alieno che atterra è un sanguinario mostro che assume l’aspetto della sua vittima. Non solo.

Il mostro è un pericolo per il mondo intero vista la velocità e la facilità con cui infetta le sue vittime. È un film sulla sfiducia, sulla paura che chiunque possa essere in realtà il feroce mostro. La comunità può contare solo su se stessa per vincere la battaglia. Ed è però incapace di cooperare in maniera efficace. Seguiamo il pilota di elicotteri, RJ MacReady (Kurt Russel), mentre è testimone della scoperta nella base antartica di un mostro semi invulnerabile, arduo da riconoscere, che teme solo il calore. E fuori il freddo avanza. Il tema del giallo a scatola chiusa si mescola a della atmosfere da Alien (1979), con la paura che danza intorno ai movimenti di ogni personaggio. Qualcuno potrebbe notare l’assenza di personaggi femminili. È stata pensata per evitare di inserire elementi potenzialmente romantici nella trama.

Attore e regista, libro e film

Kurt Russell era alla seconda delle sue cinque collaborazioni con John Carpenter, già affermatosi come talentuoso regista, capace di spaziare dalla commedia Dark Star (1974) allo slasher, genere che contribuì a sviluppare con Halloween (1978). I due si incontrarono nel film per la televisione Elvis (1979), che lanciò Russell come una stella in ascesa.

Fu con Fuga da New York (Escape from New York, 1981) che i due cementarono la propria fama. Russell divenne un protagonista in grado di tenere un film sulle spalle, Carpenter un regista, compositore e sceneggiatore in grado di strappare ampi consensi di pubblico e critica.

Il fallimento iniziale de La Cosa non li sconvolse. I due sarebbero tornati a lavorare insieme in Grosso guaio a Chinatown (Big Trouble in Little China, 1986) nel seguito del loro successo del 1981, Fuga da Los Angeles (Escape from Los Angeles, 1996).

La Cosa ha poi la peculiarità di essere un remake di un film del 1951, La cosa da un altro mondo (The Thing from Another World, 1951) che a sua volta adattava un romanzo di John wood Campbell Jr., La cosa da un altro mondo (Who Goes There?, 1938). A distanza di anni possiamo dire che il film di Carpenter si è rivelato superiore al film originale e al materiale di base.

Grande tecnica

Colgo qui l’occasione per fare un riflessione sul 1982 nel cinema. Al di là dei film in sé, fu un anno spartiacque per le tecnologie cinematografiche. L’animatronica dei pupazzi de Il cristallo oscuro, E.T., La Cosa. La computer grafica primigenia di Tron. Gli scenari allucinanti di Blade Runner. Molte di queste tecnologie erano o in fase embrionale o in sviluppo continuo.

Tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 gli effetti speciali fecero un salto fantascientifico. Il coinvolgimento dello spettatore si distribuì tra trama, interpretazioni ed effetti. Al grande realismo di molti film, incluso La Cosa, il pubblico reagì come fosse stato testimone di un vero mostro. Le tecniche slasher inaugurate da Carpenter in Halloween qui tornarono senza il bisogno di un’arma. La crudezza delle scene è affidata alla natura del mostro alieno che si divide e aggrega in masse viscide con molteplici tentacoli e urla versi orribili. La sua forma non ben definita, i pezzi delle vittime uccise che si mostrano in un incubo incarnato, ne fa un sanguinario essere lovecraftiano. E le musiche, curate da Ennio Morricone, contribuiscono a rendere la paura concreta e opprimente.

In breve

Per molto tempo si è parlato del finale, con Childs (Keith David) che non emette vapore quando parla, a differenza di MacReady. Chissà che un domani non decidano di fare un sequel del film per mostrarci una nuova missione, o un mondo apocalittico messo in ginocchio dalla “cosa”. Per il momento ci accontenteremo di questo grandissimo capolavoro dell’orrore e della fantascienza.

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Francesco Gianfelici
Classe 1999, e perennemente alla ricerca di storie. Mi muovo dalla musica al cinema, dal fumetto alla pittura, dalla letteratura al teatro. Nessun pregiudizio, nessun genere; le cose o piacciono o non piacciono, ma l’importante è farle. Da che sognavo di fare il regista sono finito invischiato in Lettere Moderne. Appartengo alla stirpe di quelli che scrivono sui taccuini, di quelli che si riempiono di idee in ogni momento e non vedono l’ora di scriverle, di quelli che sono ricettivi ad ogni nome che non conoscono e studiano, cercano, e non smettono di sognare.

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