La La Land

Il 26 gennaio 2017 veniva rilasciato nelle sale cinematografiche italiane il pluripremiato musical La La Land di Damien Chazelle. Presentato in anteprima nell’agosto 2016 alla Mostra del cinema di Venezia e osannato da critica e pubblico, La La Land è da allora considerato uno dei film più belli degli ultimi anni, un musical che grazie alla sua narrazione “tra le nuvole” porta con sé anche il pubblico. In occasione del quinto anniversario della sua uscita ecco un’analisi del film.

Passato e presente

La La Land rientra nella definizione di cinema post-moderno, a partire dal sovvertimento dell’illusione di realtà nel pubblico. Allo stesso tempo però in esso troviamo la presenza, insistente e fondamentale, della narrazione della Hollywood Classica, con citazioni a capolavori come Casablanca e Gioventù Bruciata. Passato e presente si intersecano così tra loro creando un vortice nel quale i due protagonisti si ritrovano irrimediabilmente catapultati. Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling) vivono una storia d’amore travolgente in una contemporaneità che sulla loro pelle sembra risultare estranea e che, scontrandosi con i loro sogni, li frantuma.

La dimensione del sogno

Mia e Sebastian sono due sognatori che si trovano a vivere in un mondo a cui non appartengono, sostenendosi a vicenda e lottando per ottenere ciò che più desiderano. Nonostante, alla fine, quel mondo che insieme erano stati in grado di creare, costituirà per loro solo un’illusione che dovrà essere eliminata perché ostacolo a ciò che invece è reale. La dimensione del sogno tipica dei film di vecchio stampo viene così rimarcata dall’utilizzo di scenografie patinate e a tratti irreali e posticce (come dimostra la sequenza dell’epilogo), e dalla suddivisione della narrazione in atti che corrispondono allo stato d’animo e all’evolversi tragico della storia dei due.

La sequenza che si svolge nell’Osservatorio di Griffith Park, ne costituisce l’esempio massimo. I due entrano di nascosto nell’edificio in modo del tutto irreale ed incompatibile con quanto potrebbe accadere nella realtà, e danzano arrivando inverosimilmente tra le stelle, sottolineando ancora una volta la loro inappartenenza alla dimensione reale, preferendo quella del sogno.

Una terza protagonista: Los Angeles

Se all’apparenza la storia sembra ruotare solo attorno a Mia e Sebastian, analizzando più a fondo viene a galla una terza protagonista in quanto raccontato, e si tratta proprio della città di Los Angeles. La città gode di una costruzione allegorica e metafisica, crescendo, evolvendo e cambiando con le vicende affrontate dai protagonisti. Da sempre considerata come un contenitore di sogni e mezzo attraverso il quale questi si possono avverare, ciò che si deduce dalla visione di La La Land è che non è così.

Nella sequenza in cui Sebastian canta la canzone, tema di tutto il film, City Of Stars, si chiede se quello che sta vivendo sia reale o effettivamente solo un altro sogno che non si realizzerà, e lo fa riferendosi alla città stessa. La dimostrazione del fatto si può trovare nella scelta di colori sgargianti, musiche allegre e sequenze che trasmettono positività, che mascherano imprescindibilmente la dimensione del reale, andando a mostrare la sua vera natura, crudele e negativa, nella parte finale del film, con situazioni infelici, colori freddi e canzoni meno frivole, culminanti con la rottura fra i due protagonisti.

Nella città si innesca anche la presenza e l’esplorazione di due mondi, quello del cinema e quello della musica, fondamentali per la caratterizzazione del personaggio, che giocano a far da sfondo alla narrazione ma che allo stesso tempo ne costituiscono uno dei motori principali.

Un finale inaspettato

Se per tutto il film, spettatore e personaggi della storia, si trovano in una dimensione onirica, sognante e sotto molti aspetti distorta, l’intera sequenza finale sottrae tutti da questo mondo idilliaco, mostrando la realtà dei fatti e uscendo dalla metanarrazione in cui il film si era calato sin dai primi minuti. La scelta narrativa del regista è quella di preferire e aggiungere un tocco di malinconia e tristezza a quanto raccontato fino a quel momento, distogliendosi dai canoni di rappresentazione finali dei musical classici americani.

Cinque anni dopo Mia e Sebastian si ritrovano in modo del tutto casuale. Si sono rifatti una vita, hanno ottenuto quello che bramavano e tentavano di raggiungere insieme. Nel momento in cui però i loro occhi si rincontrano, ha inizio una lunga sequenza immaginifica in cui entrambi fantasticano su come sarebbe stata la loro vita se non si fossero divisi. L’ambientazione in cui si svolge è volutamente artificiosa e testimonia ancora una volta il loro attaccamento al passato e al sogno. Al termine di questa scena, Mia si alza e voltandosi verso Sebastian, i due si scambiano un sorriso colmo di ricordi e di nostalgia verso un qualcosa che da entrambi non è stato vissuto in pieno.

Candidato a 14 premi Oscar e vincitore di 6 statuette, oltre che di 7 Golden Globes su 7 candidature, La La Land è un film all’apparenza frivolo ma dalla costruzione complessa e impregnata di storia del cinema. Lo potete recuperare gratuitamente nel catalogo di Rai Play.

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Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".

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