Le Fate Ignoranti. Disney+
Le Fate Ignoranti. Disney+

Gli 8 episodi della nuova serie Le Fate Ignoranti sono stati rilasciati lo scorso 13 aprile su Disney+.

Una promessa, un miraggio, un regalo per chi ha amato quella storia nata nel 2001: una storia d’amore e di riscoperta, di poesia. Nulla di tutto questo però emerge dalla prima puntata della serie, creata da Gianni Romoli e dallo stesso Ozpetek, e la delusione di una ricostruzione così patinata mi fa capire che quelle Fate disordinate, sconclusionate, appassionate del 2001 siano rimaste un ricordo incastonato nel loro tempo.

Le-fate-ignoranti-Ozpetek-Medusa Distribuzione
Le fate ignoranti. Ozpetek, Medusa Distribuzione

Le Fate Ignoranti: dal film al primo episodio della serie

Rivolgendomi a chi conosce il film da cui la serie è tratta, mi affido ai ricordi per spiegare quanto sia radicalmente diverso il “prodotto” disponibile in streaming. L’operazione che mette in atto Ozpetek (che non solo l’ha scritto, ma anche diretto insieme a Gianluca Mazzella, suo collaboratore da oltre vent’anni) è di creare un background ai personaggi già presenti nella nostra memoria spettatoriale.

Massimo, Antonia e Michele, il trio al centro della tormentata storia d’amore al centro della narrazione, e tutti gli altri personaggi, tornano riproposti se non “rinnovati”, grazie ad un’aura esteticamente intaccabile. Le pose plastiche dietro alle quali nascondono le loro solitudini e il cuore in tumulto sono così perfette da soffocarne l’emotività.

A differenza del lungometraggio, qui vengono forniti dettagli ulteriori, a proposito di come si sono conosciuti Massimo (Luca Argentero) e Michele (Eduardo Scarpetta), e di come fosse la vita di Antonia (Cristiana Capotondi) prima dell’incidente del marito. Più che un arricchimento risulta più uno “spiegone” non richiesto: come se non bastasse gli stessi personaggi di contorno sono costretti a presentarsi uno ad uno, con la scusa di un pranzo, per rendere gli incastri semplici e scarnificarli all’osso come se la sceneggiatura se ne lavasse già le mani.

Ma a cosa serve innalzare un castello di particolari quando l’essenza traumatica del racconto e la sua innegabile portata sociale si annienta? Tutta quella “sporca” imperfezione tipica delle Fate ignoranti di prima generazione si annulla per una serie di bellissime riprese.

Alcune note per la regia

Ovviamente torna il gazometro, e la terrazza con le tendine fatte di perline colorate. Anche il divario tra una Roma di periferia dove tutti si conoscono e quella delle villette solitarie in cui i proprietari si fanno chiamare “signori” dai propri domestici.

Ma la situazione del confezionamento “perfetto” sfugge un po’ di mano: le panoramiche e i droni che sovrastano tale mappatura sono veramente eccessivi (e vi sto parlando solo della prima puntata) e le riprese legate alla preparazione dei pranzi in compagnia invece di restituire quel senso di famiglia “alternativa” sembrano solo spot glamour di una vita che davvero non mi sembra quella del Michele stanco e scapestrato interpretato da Stefano Accorsi.

Riuscirò ad andare avanti? Forse, ma dopo aver riguardato il film un paio di volte, per capire davvero dove si nasconda la necessità di raccontare di nuovo, e male, qualcosa che era completo dalla prima all’ultima scena già 21 anni fa.

Continua a seguire FRAMED per sapere se continuerò a farmi del male o meno, siamo anche su Instagram e Facebook.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui