LICORICE PIZZA. Eagle Pictures
LICORICE PIZZA. Eagle Pictures

Licorice Pizza è uno dei film più attesi di quest’anno, neanche a dirlo: bramavamo il ritorno di Paul Thomas Anderson dal 2017, anno in cui usciva Il filo nascosto (Phantom Thread). Se vi aspettate il dramma esistenziale dei rapporti logoranti alla Magnolia ne rimarrete delusi, se volete fare un viaggio nel tempo in compagnia di un regista non alle prime armi in fatto di atmosfere 70’s, è il film di cui avete bisogno.

Ambientato nel 1973, Licorice Pizza è un’indagine romantica dei luoghi del cuore dell’autore. Ci sono le strade che conosce, il quartiere, le case, i locali. Il titolo stesso, Licorice Pizza, fa riferimento alla catena di negozi di dischi della California meridionale popolare negli anni ’70. E ci sono i giovani, smaniosi di essere qualcuno e fare qualcosa di importante, con la voglia di costruire, decostruire, amare ed essere amati.

Una storia d’amore (a tre)

1973, Los Angeles: Gary Valentine (Cooper Hoffman), attore “bambino”, è un quindicenne impaziente di lanciarsi verso il proprio futuro, Alana Kane (Alana Haim) è una venticinquenne che non sa proprio che forma avrà il suo di futuro. Lui si innamora di lei al primo sguardo, e dice a suo fratello il giorno stesso che è la donna che sposerà, lei, incerta, declina le avances ma rimane ammaliata dal fare adulto di Gary. Il terzo elemento in gioco di questa relazione è onnipresente e abbraccia i due protagonisti con la luce del tramonto e gli orizzonti chiari: è la San Fernando Valley.

LICORICE PIZZA. Eagle Pictures

Mentre il rapporto tra i due vive alti e bassi, situazioni esilaranti e momenti strani, la Valley di Paul Thomas Anderson (in cui è nato e ha passato molti anni della sua vita), li osserva, li accoglie, è lì come scenario di fatti storici realmente accaduti, la crisi energetica e l’elezione del giovane sindaco Joel Wachs, ed è lì come rassicurante isola in cui crescere. La struttura prevalentemente episodica scelta dal regista privilegia l’effetto di uno scorrere del tempo sospeso e libero, che non deve rendere conto a nessuna scrittura “costretta”. La storia d’amore spensierata che viene raccontata è intrisa di altre storie e altri personaggi: la fotografia di una tempo, di una decade destinata a cambiare ogni cosa e ogni persona. Dopo Boogie Nights e Inherent Vice arriva il bisogno di rivelare una dolcezza nuova, guardandosi indietro.

Alana: una femminilità rovente

Alana Kane cambia solo il cognome nel film, in realtà è Alana Haim e fa parte del trio musicale indie-rock Haim, formato appunto dalle tre sorelle Haim (le altre due, Este e Danielle, compaiono in Licorice Pizza proprio come le due sorelle di Alana). Passando dal videoclip (Anderson ne ha girati almeno una decina per le tre sorelle), al lungometraggio, Alana non perde quella penetrante e indimenticabile unicità che buca lo schermo. Data da una fusione di aspetti, come il profilo deciso del suo viso, l’andatura sprezzante, quell’unicità si trasforma nel ritmo intrinseco del personaggio, diventando uno degli elementi più significanti del film.

La sua “Alana” del 1973 si infiamma e impone il suo essere una giovane donna agli albori di un decennio pieno di cambiamenti, cerca continuamente un punto di riferimento (spesso maschile) a cui affidarsi, illudendosi che sia ciò di cui ha bisogno. Ma immancabilmente torna sui suoi passi, per diventare un simbolo di forte indipendenza e rabbia “positiva”, come reazione a ciò che ancora non è come vorrebbe. Sì le apparizioni a sorpresa (Sean Penn, Bradley Cooper e Tom Waits), sì il promettente erede di Philip Seymour Hoffman, ma la sua interpretazione concede una sferzata di tutt’altro sapore.

LICORICE PIZZA. Eagle Pictures

Le magiche vibrazioni della Valley – In breve

È difficile dire se Licorice Pizza lascerà il segno, ma in fondo stavolta non è proprio l’obiettivo di Anderson. Come un flusso inarrestabile scorre davanti agli occhi sognando quel passato e quell’amore, puro e maldestro, indeciso, dolce, ed è l’unica cosa che vuole fare.

A rimanervi sulla pelle saranno invece i brani della colonna sonora composta da Jonny Greenwood (chitarrista dei Radiohead) e curata dal regista Paul Thomas Anderson. In venti tracce raccoglie le voci, tra gli altri, di Jim Morrison, David Bowie, Paul McCartney e l’inedita traccia Licorice Pizza, suonata dallo stesso Jonny Greenwood.

Le vibrazioni musicali si attaccano a Gary e Alana, mentre loro si perdono in corse forsennate verso qualcosa di sconosciuto, ma bellissimo ed imperfetto, come l’amore che li aspetta.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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