l'ottavo colle di Roma
L’ottavo colle di Roma. Gigi Proietti Uanmensciò – Alberto Pallotta | Edizioni Bietti

Ad un anno esatto (lo scorso 2 novembre) dalla scomparsa di Gigi Proietti, la Collana Fotogrammi di Edizioni Bietti dedica all’attore il sedicesimo fotogramma: L’ottavo colle di Roma. Gigi Proietti Uanmensciò. Scritto da Alberto Pallotta, il libro è un saluto ad un amico e la celebrazione di un grande uomo di spettacolo, il tutto in poco più di 80 pagine ricche di storia e curiosità.

Gigi Proietti simbolo della romanità

Perché “ottavo colle” di Roma? Ce lo spiega l’autore del libro, romano doc e grande appassionato del one man show che proprio un anno fa è scomparso, nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Ottavo colle in quanto parte preziosa per la città, in quanto specchio, con i suoi personaggi, di una romanità riconoscibile da tutti (pag.10).

Alberto Pallotta fa quello che ci si aspetta da un appassionato del lavoro di Proietti, ovvero racconta la sua storia attraverso i ruoli più importanti, i doppiaggi del cuore e gli spettacoli che hanno fatto conoscere la sua poliedricità. Lo fa però come se stesse ricordando le gesta memorabili di un caro amico, per mantenerne viva la memoria.

All’indomani della sua scomparsa, gironzolando per Testaccio, ho sentito un marcantonio d’uomo esternare così tutto il suo affetto: «Je avrei permesso anche de fa’ la scarpetta nella pentola der sugo prima de servillo ’n tavola!». Concessione per pochi intimi.

L’ottavo colle di Roma. Gigi Proietti Uanmensciò – Alberto Pallotta

Dalla facoltà di legge a Rocky

Ripercorrendo la vita di Proietti dall’esperienza universitaria alla facoltà di Legge (che si concluderà a sei mesi dalla tesi di laurea), al Don Chisciotte del 1970 per la Tv dei ragazzi, l’autore arriva al doppiaggio. Nel racconto, immediato e diretto, i lettori trovano dettagli ricercati e notizie a proposito di una carriera illustre che pochi conoscono a fondo.

Il doppiaggio di Rocky Balboa, ad esempio, il pugile più famoso della storia del cinema, conosciutissimo, e quello di Dustin Hoffman in Lenny, del 1974, di Bob Fosse, meno celebre. Così diversi tra loro eppure connessi dalla stessa potente voce nella versione italiana. Dal palco teatrale al grande schermo, senza mai perdere la propria forza espressiva: i due apici più significativi, Febbre da cavallo di Steno (1976) e A me gli occhi, please, con il baule come unica scenografia, sono forse i capitoli più intensi, che stampano un sorriso in faccia a chi ne legge le pagine (come è successo a me), e una sensazione agrodolce di mancanza.


Quale artista, però, muore con Gigi Proietti? Forse un artista così completo non ce l’avevamo mai avuto.

L’ottavo colle di Roma. Gigi Proietti Uanmensciò – Alberto Pallotta

Ed è per questo importante conoscerne la carriera, la bellezza irriverente dei suoi spettacoli e le ispirazioni di un tempo ancora più lontano. Per non dimenticare quel modo di ridere, intelligente, che ci ha regalato.

L’autore : Alberto Pallotta, nato a Roma nel 1966, è scrittore e saggista, ex documentarista per Videomusic, nel 2001 ha fondato la casa editrice Un Mondo a Parte. Tra i suoi libri: Universo Dario Argento (2017), Piccola enciclopedia degli ultracorpi. I B-movies americani degli anni Cinquanta (2018), L’esorcista e i suoi fratelli. Dizionario del cinema horror americano anni Settanta (2019).

Ringraziamo Edizioni Bietti per averci dato la possibilità di leggere L’ottavo colle di Roma. Gigi Proietti Uanmensciò. Per ulteriori informazioni, potete consultare il sito ufficiale della casa editrice.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.