Evan Rachel Wood denuncia l’ex compagno Marilyn Manson per anni di ripetuti abusi. Lui risponde difendendosi da tali “distorsioni della realtà”. Dopo anni di accuse e illazioni nei confronti della rockstar “maledetta” qualcosa di vero emerge.
Quando tutti davano addosso a Marilyn Manson erano anni in cui la musica veniva usata spesso come capro espiatorio per avvenimenti drammatici. E chi meglio di lui? Riesco a ricordare la variopinta collezione di titoli: dall’accusa di satanismo, la più facile, a quella per la tossicodipendenza, fino alle implicazioni in gialli misteriosi, come l’accusa per la morte di Jennifer Syme, ex fidanzata dell’attore Keanu Reeves. Uno degli approfondimenti più controversi riguardava l’abitudine di Manson (Brian Hugh Warner) di depredare tombe per rubare le ossa, sbriciolarle e fumarle.
Marilyn Manson incarnava e rappresentava, per scelta estetica ed economica, una valenza di qualità ed interessi negativi che facevano di lui il personaggio che orde di ragazzini con il mascara colato adoravano. E tra loro c’ero anche io, a difenderlo credendo che fosse solo un buono vestito da cattivo.
Dopo tanta scena un pizzico di realtà
L’attrice Evan Rachel Wood (Westworld) pubblica un post a cui segue una dichiarazione. Accusa l’ex partner di ripetute violenze e abusi. Confessando di essere stata “adescata” dall’uomo quando era ancora molto giovane (all’inizio della loro relazione lei aveva 19 anni e lui 38). Innescando la miccia ha dato il via ad una liberazione da parte delle ex del musicista: altre quattro donne si sono fatte avanti e dopo di loro anche l’ex pornostar Jenna Jameson, rivelando di aver chiuso con lui per essere stata minacciata di essere bruciata viva. Non passa molto che anche l’attrice Rose McGowan si unisca appoggiando le altre.
Dietro ai titoli surreali dei primi anni 2000 c’era una verità molto più crudele del satanismo per adolescenti, la violenza celata per anni emerge ora, su un social network, senza bisogno di accessori e particolari bizzarri. Solo un avviso, nel 2016, in cui Evan Rachel Wood confessava di essere stata stuprata due volte, una delle quali da un suo ex.
Mentre l’uomo nega tutto e viene tagliato fuori dalla sua etichetta discografica, Loma Vista Recordings, e da ogni progetto futuro, le donne che erano in suo potere smettono di averne paura e rompono il silenzio. E ora per me guardare un suo album non strappa più il sorriso per il satanismo da palcoscenico ma la rabbia di constatare che i mostri peggiori sono sempre nascosti dietro ad una forte maschera mediatica.
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