Mean Girls Mark Waters, 2004

Mean Girls è un film che presenta la classica struttura del teen movie, ma con degli elementi che lo rendono unico nel suo genere. Non a caso, infatti, è diventato un cult e alcune sue citazioni sono diventate a dir poco iconiche, così come i personaggi. Uno su tutti, Regina George.

Mean Girls – Mark Waters, 2004

Mean Girls racconta la storia di Cady Haron (Lindsay Lohan), una sedicenne che ha vissuto gran parte della sua vita in Africa, per via del lavoro della madre. Una volta tornata negli Stati Uniti, dunque, deve affrontare una realtà completamente nuova: la scuola. Prima di allora, infatti, Cady ha studiato a casa, senza alcun rapporto con i suoi coetanei in un simile contesto. 

All’inizio tutto le risulta molto difficile, anche perché, come lei stessa ammette, prima di allora non aveva mai avuto a che fare con degli adulti che non si fidassero di lei. Quindi si ritrova a fare cose che ritiene assurde, come chiedere il permesso per andare in bagno, oppure evitare di mangiare in classe, mentre sta studiando. Fortunatamente incontra presto due persone disposte a darle una mano: Janice (Lizzy Caplan) e Damian (Daniel Franzese). I due ragazzi sono degli outsider e trovano subito interessante quella nuova ragazza venuta da un Paese lontano. I tre diventano così inseparabili, ma Janice e Damian mettono subito Cady in guardia: deve stare lontana dalle Barbie. 

Le Barbie

Le Barbie sono lo stereotipo teen delle ragazze più popolari della scuola. Gretchen (Lacey Chabert) e Karen (Amanda Seyfried), capitanate dalla temutissima Regina George (Rachel McAdams). Le tre ragazze sono un gruppetto molto unito, coloro che tutte invidiano e che tutti i ragazzi amano. Regina George, in particolare, è una vera e propria diva che spicca per cinismo e cattiveria. 

Un loro incontro casuale con Cady pone una variabile finora non considerata: è molto bella e ha tutte le carte in regola per essere una popolare. Le Barbie, dunque, le offrono un’opportunità “unica”: quella di entrare a far parte del loro gruppo. Titubante, Cady accetta più per il desiderio di distruggere le Barbie dall’interno che per sentirsi una di loro. È decisa a rovinare del tutto la popolarità della terribile Regina George.

Mean Girls è un film politicamente scorretto

In un periodo in cui non si parla di politically correct (il film è del 2004), Mean Girls racconta il mondo degli adolescenti con estremo cinismo. Complice in questo senso è anche la sceneggiatura della comica Tina Fey, che è anche un personaggio secondario. Regina George è obiettivamente perfida, priva di morale, narcisista ed egoista. È una bulla, con chiunque le capiti a tiro e non ha freni nell’insultare pesantemente anche quelle che definisce sue amiche.

Regina George maltratta per il semplice gusto di farlo. Non ha vere motivazioni per i suoi atti di perfidia, semplicemente si diverte. Un esempio significativo è la vendetta che opera per conto di Gretchen, contro il ragazzo che tradisce Gretchen stessa. Non è coinvolta in prima persona né ha dei motivi per farlo, ma compie un vero e proprio atto di bullismo psicologico, ancora più significativo considerata l’età che dovrebbe avere il suo personaggio, sedici anni. E non esistono motivazioni valide per il suo gesto, se non il sottile piacere che prova nel farlo.

Cady – L’originalità alla base di Mean Girls

Cady (Lindsay Lohan) in Mean Girls (2004)
Cady (Lindsay Lohan) in Mean Girls (2004)

Il punto in Mean Girls, tuttavia, è che anche la piccola, innocente Cady non è da meno. La ragazza, che ha sempre vissuto lontana dal mondo degli adolescenti americani, si ritrova travolta da un vortice di popolarità che non è in grado di gestire. Ed ecco che si monta la testa e si fa decisamente prendere la mano nel suo piano di vendetta, rovinando letteralmente Regina George. Le angherie che la ragazza le infligge sono talmente spietate da portare lo spettatore ad empatizzare con quella che prima era l’aguzzina.

La protagonista non è la classica “secchiona” che trova il riscatto sociale. Cady è una ragazza attraente ed estremamente popolare. Il punto di vista, quindi, è diverso rispetto a quello del classico teen movie anni Duemila. Questo porta a guardare più da vicino la “cattiva” della situazione, di solito distante e priva di personalità. La ragazza popolare e crudele, infatti, viene solitamente resa in modo bidimensionale. Regina George, invece, è un personaggio a trecentosessanta gradi, con un background familiare ben approfondito, anche solo grazie a poche scene o frasi sussurrate come pettegolezzi. La sua psicologia è chiara e il suo personaggio è indubbiamente interessante, anche grazie alla bravura di Rachel McAdams che, non a caso, ha usato il film come trampolino di lancio per una carriera folgorante. 

Anche le altre due Barbie sono ben delineate, così come il personaggio della stessa Cady. Sono chiare le motivazioni che l’hanno spinta a diventare ancora più cinica e crudele di Regina George. E qui si arriva a un’intuizione: Cady forse è la più cattiva di tutte. 

Senza dimenticare Janice, che all’inizio spinge Cady e, a modo suo, è altrettanto crudele: d’altronde, anche lei prova piacere a fare del male a Regina George e anche lei non si risparmia dallo sputare sentenze su tutti. Solo che, in qualità di outsider, le conseguenze dei suoi comportamenti si considerano in qualche modo meno gravi. Almeno fino a che non trova in Cady lo strumento perfetto per la sua vendetta. Come Janice stessa sottolinea, lei e Regina non rinnegano la propria natura. Cady, invece, si finge animata da buone intenzioni, quando in realtà è una bulla esattamente come le altre, se non peggio. Viene quindi sottolineato come le esigenze dei teenager, il loro bisogno di essere ascoltati, di emergere in qualche modo dalla massa, li porti a diventare egoisti e spietati, chi più chi meno. 

Il mondo degli adolescenti (americani) viene dunque descritto come impietoso e crudele. Nella forma potrebbe sembrare un’esagerazione, ma nel contenuto non è poi così lontano dalla realtà. Quando si hanno sedici anni, un’occhiata di troppo, una presa in giro, un insulto sussurrato a bassa voce e labbra socchiuse può davvero colpire come una pugnalata. Molto prima di Thirteen Reasons Why, Mean Girls ci fa capire quanto possano essere gravi le conseguenze del bullismo. Sia per le vittime, sia per i colpevoli. Certo, lo fa con uno sguardo ironico, con un pizzico di perfidia e con il kitsch degli anni Duemila, ma proprio tutto questo serve a renderlo iconico e cult.

Mean Girls al momento è disponibile su Prime Video. Leggi altre recensioni su FRAMED, siamo anche su Instagram!

Giulia Losi
Laureata alla Sapienza in Teatro, Cinema, Danza e Arti Digitali, ho poi deciso di dedicarmi in toto alla mia grande passione: la critica cinematografica e la scrittura. Sono grande appassionata di cinema e serie TV fin da piccola, quindi ho fatto la semplice scelta di prendere un mio grande amore e farne un lavoro.

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