Midnights Taylor Swift

In un mondo sonoro costellato di timidi slanci futuristici e tanta, tantissima nostalgia, c’è chi nella nostalgia ha deciso di tuffarsi ad occhi chiusi e senza riserve. Taylor Swift sa così tanto di metà anni ’10 che dire il suo nome nel 2022 ha un sapore un po’ strano. Eppure lo scorso 21 ottobre è finalmente comparso sulle piattaforme di streaming Midnights, il nuovo album della bionda statunitense.

Un lavoro sorprendentemente intimo, appoggiato, lontanissimo dalle tinte poppettare di 1989. Un percorso che Swift ha iniziato già con gli album successivi, una riscoperta delle radici folk da cui è iniziato tutto. Per quanto Blank Space e Shake it off siano state colonne sonore delle estati di più di un quindicenne del 2014, la svolta – che forse poi tanto svolta non è – più riflessiva e meno caciarona di Folklore si era rivelata più che vincente. Il messaggio era chiaro: Taylor non aveva dimenticato le sue origini country e sapeva ancora suonare, scrivere, comporre.

Qualcuno ha detto 2014-tumblr-dark aestethic?

La scelta di puntare su un ultimo disco dal sound nostalgico, seduto sulle sonorità di quel pop post contaminazioni urban degli anni 2000, quello di Lorde e Lana del Rey, ma anche quello degli Arctic Monkeys di AM, può far storcere il naso per certi versi. Tuttavia è in linea con un pop stanco e confuso che sta virando in direzioni diverse senza prendere sostanziali decisioni: da quelle soft anni ’70 di Harry Styles, a quelle più dance, elettroniche e dure dell’ultima Beyoncé. Una schizofrenia in tutte le direzioni che dimostra il momento di sostanziale stallo della situazione musicale. Da qualche parte bisognerà pur atterrare, nel frattempo possiamo ancora tornare ad aggiornare il nostro blog su Tumblr con i chocker, le Creepers e l’ultimo singolo di Lorde, solo un po’ più grandi.

In questa bussola impazzita, Taylor Swift sceglie la comfort zone di un album che tradisce un’indubbia capacità di scrittura lirica ma anche una mancanza di picchi particolarmente memorabili o ritornelli che restino facilmente. Le mosse intelligenti sul piano testuale non mancano e distanziano da sempre Swift da molti colleghi da top charts. Questo di certo non basta a fare un buon disco: il risultato resta una sbiadita, lontana reminiscenza di un periodo che, purtroppo o per fortuna, è finito da più di dieci anni.

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Clarissa Missarelli
Da sempre affascinata e appassionata di cultura pop, sfrutto la mia laurea in DAMS e la mia formazione musicale per far accapponare la pelle a chi non vede l'evidente somiglianza tra Sfera Ebbasta e Fabrizio De André. Guardo, ascolto e leggo di giorno e scrivo di notte, se ho qualcosa da dire. Per conoscermi meglio, l'importante è tenere a mente due cose: la mia parte preferita della giornata è l'aperitivo e la settimana di Sanremo è più importante del mio compleanno.

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