Moby Dick alla prova. Foto di Marcella Foccardi
Moby Dick alla prova. Foto di Marcella Foccardi

Da martedì 11 gennaio a domenica 6 febbraio l’Elfo Puccini di Milano, in coproduzione con il Teatro Stabile di Torino, ospiterà un interessante spettacolo: Moby Dick alla prova, diretto da Elio de Capitani, con i costumi di Ferdinando Bruni.
Gli attori presenti nello spettacolo saranno Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana, Vincenzo Zampa, Mario Arcari.

Elio De Capitani sceglie un testo teatrale particolare, scritto (e, a suo tempo, diretto e interpretato) da uno dei più grandi artisti del Novecento: Moby Dick alla prova rivela la potenza scenica dell’Orson Welles drammaturgo, ossessionato dal ritmo narrativo e musicale della creazione teatrale, sia nella dimensione della parola che dell’azione fisica.

Il lavoro di Orson Welles e di Elio de Capitani

Moby Dick – Rehearsed fu l’impresa di Orson Welles che lo portò a rinchiudersi nel teatro di Londra, tutti gli dissero che era una follia come progetto, ma il celebre regista decise lo stesso di tentare. Per comprendere meglio il lavoro di Welles e il conseguente riadattamento del teatro di Milano, rimandiamo direttamente alle parole del regista Elio de Capitani:

Il 16 giugno 1955, al Duke of York’s Theatre di Londra, Welles va in scena per lottare personalmente con le sue balene bianche: Melville, il palco vuoto e la sala piena di spettatori. Al pubblico non dà né mare, né balene, né navi. Dà una compagnia di attori, sé stesso in tre ruoli, Achab compreso, e il suo testo, su cui aveva lavorato per mesi, nel quale intreccia il capolavoro di Melville con il Lear. E ora tocca a noi, che una balena in più abbiamo da inseguire: oltre Melville, al palco vuoto e alla sala piena di spettatori, c’è lui, c’è Orson Welles, la balena nera con capello e il sigaro. La sfida è interessante, la squadra è pronta, con i più bei compagni di recenti e antiche avventure teatrali.

Il testo di Welles è un esperimento molteplice, sottolinea il regista
blank verse shakespeariano, una sintesi estrema del romanzo, personaggi bellissimi, restituiti in modo magistrale, compreso Achab, e parti cantate. Noi abbiamo realizzato questo spettacolo ‘totale’, con in più la gioia di una sfida finale impossibile: l’apparizione del capodoglio. E con un semplice trucco teatrale siamo riusciti a crearla in scena”.

Moby Dick alla prova. Foto di Marcella Foccardi

Umanità Contro

Lo spettacolo è accompagnato da un’installazione del MUSE – Museo delle Scienze di Trento, intitolata Umanità controche si potrà visitare già dall’11 gennaio nel foyer dell’Elfo Puccini:

“I balani, piccoli crostacei a guscio circolare, viaggiano per il mondo ancorati a varie specie di cetacei. Ognuno di loro racconta la storia di chi li trasporta. Ne conosce rotte, abitudini, frequentazioni. Dalla collaborazione tra Teatro dell’Elfo e MUSE (Museo delle Scienze di Trento) nasce l’idea di associare allo spettacolo un’installazione che, proprio come un balano, accompagna la messa in scena nel suo itinerante tra i teatri d’Italia.

Umanità contro, curata da MUSE in collaborazione con PAMS Foundation, racconta di noi e delle relazioni che la nostra specie intrattiene, da millenni, con l’altro da sé. Racconta delle nostre ineguagliate capacità di comprendere e cooperare, ma al contempo della nostra irrefrenabile pulsione a distruggere e prevaricare. Un’installazione che grazie alle irriverenti illustrazioni di Sara Filippi Plotegher racconta di una specie in preda ad un’alterazione delle proprie funzioni cognitive, che la porta a vedere come conveniente la distruzione di capodogli, balene e ogni altro organismo – financo dei propri simili – e della natura nel suo insieme. Una specie contro. Contro gli altri e contro sé stessa.”

Chi è Elio de Capitani?

«Del teatro ho fatto tutti i mestieri: il facchino, il tecnico, l’amministratore, l’organizzatore, l’attacchino, l’attore per dieci anni e il regista per dodici. Di necessità virtù. Il teatro non è stata la mia vocazione ma un caso»

Lega il suo nome al Teatro dell’Elfo, entrandone a far parte non ancora ventenne nel 1973. Attore in molti spettacoli del giovane Salvatores, passa alla regia nel 1983 con una personale versione di Nemico di classe di Nigel Williams che lancia i giovanissimi Paolo Rossi e Claudio Bisio. Dagli anni Ottanta in poi lavorerà  su spettacoli come “Il Sogno di una notte di mezza estate”, “Amleto”, “Il Mercante di Venezia” e molti altri.

Negli anni Duemila si concentra particolarmente sulla drammaturgia contemporanea in lingua inglese, passando da Mark Ravenhill a Sarah Kane, da Tony Kushner a Peter Morgan, da Tennessee Williams a Arthur Miller, con un ritorno a Shakespeare nel 2018 quando porta in scena Otello insieme a Lisa Ferlazzo Natoli. Miller gli regala il più grande successo con il celebre ruolo di Willy Lohman (Premio Hystrio e Premio ANCT 2014 come miglior attore, oltre che il Premio Flaiano per la regia).

Ma è Angels in America la pietra miliare della sua storia e di quella dell’Elfo. Nel 2007 lo spettacolo aveva ottenuto tutti i maggiori premi italiani: ANCT, Eti – Gli Olimpici per il Teatro (Miglior regia e Miglior spettacolo di prosa), Hystrio alla regia e Ubu a Elio De Capitani come Attore non protagonista (nel ruolo dell’avvocato Roy).

TEATRO ELFO PUCCINI, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33, Milano – Durata: 2 ore 20 – Mart/sab. ore 20.30; dom. ore 16.00 – Prezzi: intero € 33 / rid. giovani e anziani €17,50 / online da € 16,50 – Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 biglietteria@elfo.org

Installazione Umanità contro: accesso gratuito riservato agli spettatori del Teatro Elfo Puccini.

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Giulia Arcoraci
Nata a Milano il 05/05/1997, laureata in Scienze dei beni culturali e ora studentessa della magistrale in scienze storiche all’Università di Pavia. Il museo è la mia seconda casa, mastico cultura da quando sono bambina. In particolare sono appassionata di arte (principalmente arti extraeuropee), storia, videogiochi e anche un po’ di cinema. Cerco di vivere al meglio la vita culturale di Milano, senza perdermi mostre d’arte o altri eventi. Credo nell’importanza della storia come memoria, un continuo monito a non ripetere gli errori del passato, oggi spesso sottovalutata, mi occuperò di mantenerla viva attraverso la scrittura. Dai miei lavori potrete aspettarvi professionalità, qualche strambo aneddoto storico e, perché no, tante mostre d’arte!

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