Nuovi singoli ottobre
Dal videoclip di Santé, Stromae - VEVO Music

The Tower of Montevideo – Damon Albarn

Il mitico leader dei Blur e dei Gorillaz si presenta nella nuova veste di storyteller con il suo secondo disco solista The Nearer The Fountain, More Pure The Stream Flows. Un album che è un viaggio attraverso il mondo, dall’Islanda al mistico e familiare Uruguay degli anni ’20, quello descritto in questo bello e malinconica The Tower of Montevideo, il primo singolo estratto.

So Happy It Hurts – Bryan Adams

Il quindicesimo disco in studio di Bryan Adams viene inaugurato dall’uscita del singolo che gli dà il nome, So Happy It Hurts. Un bisogno di riprendersi tutto quello di cui la pandemia ci ha privato: “libertà, autonomia, spontaneità e il brivido di correre su una strada senza barriere”, come racconta lui stesso.

Easy On Me – Adele

Quarto album per la cantante britannica dal titolo 30. Questo è il primo singolo estratto. Se vi sembra simile ai suoi pezzi più famosi è solo perché lo è, veramente e volutamente: per sfuggire alla piattezza del sound pop da classifica, Adele ha scelto di imporre il suo sound standardizzato per il successo. Anche se sembra mancare l’anima.

Let Somebody Go – Coldplay

Il nuovo album dei Coldplay, Music Of The Spheres è uscito giusto qualche giorno fa e già fanno discutere i tre duetti che caratterizzano la tracklist: quello con i fenomeni del Korean pop, i BTS, quello insieme a We Are King e Jacob Collier e quello con Selena Gomez. Trovata commerciale? Probabilmente sì, o forse no: giudicatelo voi ascoltando l’ultimo dei tre, appena uscito:

Niente – Ultimo

Ecco il nuovo atteso singolo di Ultimo che anticipa l’album Solo, in uscita la prossima settimana. Uno sfogo sincero per una storia d’amore finita (male). “Il mio è un patto d’amore con quello che ho dentro”, dice lui stesso, “oggi, dove tutto dev’essere veloce e ‘instagrammabile’, è diventato quasi un tabù dire che non si sta bene. Quindi me ne frego di chi pensa sia pesante quello che scrivo: la mia forza è essere sincero con la mia musica e di farla andare in parallelo con la mia vita”. Io sono le mie canzoni, canta proprio qui.

Siamo Qui – Vasco Rossi

Il tempo dell’attesa sta per terminare: il 12 novembre uscirà il nuovo album del Blasco. E a scaldare l’attesa è il primo singolo estratto, Siamo qui. Un titolo che richiama qualcosa di molto familiare, quel celebre grido urlato da Vasco precisamente 40 anni fa, Siamo solo noi. Un grido generazionale che si veste di una nuova eco, soprattutto in questa epoca di pandemia: quando cantava negli anni ’70 “si pensava di poter cambiare il mondo, ma non era così, perché solo se cambi te stesso puoi cambiarlo”.

Santé – Stromae

Dopo un silenzio lungo 5 anni, a sorpresa, Stromae torna con questo brano. Una cumbia (ritmo popolare colombiano) dai toni elettronici per rendere “un tributo alla working class, un brindisi a tutte le persone che non vengono mai festeggiate”: così la presenta lo stesso artista belga che (sembra) allontanarsi da quel mix di hip-hop, pop, chanson française ed elettronica che aveva conquistato l’Italia nel 2013.

Mare Caldo – Chiello

Dopo il successo di Quanto ti vorrei, esce il secondo singolo di Chiello per anticipare il suo primo album solista Oceano Paradiso. C’è da tenerlo d’occhio, perché, pur usando il mezzo della rivelazione intima, il linguaggio più abusato al momento, lui sembra farlo in un modo diverso, più sincero, spontaneo. Sarà forse perché non può non toccare quell’umano squilibrio che gli impedisce di trovare una via di mezzo tra il bisbiglio e il grido.

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Alessio Tommasoli
Chiamatemi pure trentenne, giovane adulto, o millennial, se preferite. L'importante è che mi consideriate parte di una generazione di irriverenti, che dopo gli Oasis ha scoperto i Radiohead, di pigri, che dopo il Grande Lebowsky ha amato Non è un paese per vecchi. Ritenetemi pure parte di quella generazione che ha toccato per la prima volta la musica con gli 883, ma sappiate che ha anche pianto la morte di Battisti, De André, Gaber, Daniele, Dalla. Una generazione di irresponsabili e disillusi, cui è stato insegnato a sognare e che ha dovuto imparare da sé a sopportare il dolore dei sogni spezzati. Una generazione che, tuttavia, non può arrendersi, perché ancora non ha nulla, se non la forza più grande: saper ridere, di se stessa e del mondo assurdo in cui è gettata. Consideratemi un filosofo - nel senso prosaico del termine, dottore di ricerca e professore – che, immerso in questa generazione, cerca da sempre la via pratica del filosofare per prolungare ostinatamente quella risata, e non ha trovato di meglio che il cinema, la musica, l'arte per farlo. Forse perché, in realtà, non esiste niente, davvero niente  di meglio.

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