Francesca Bianco in My Brilliant Divorce - Credits: Teatro Belli

È il cinque novembre, il giorno della festa di Guy Fawkes, e Max lascia all’improvviso sua moglie Angela. «Ero la metà della coppia più felice del mondo» dice la protagonista, una donna di 53 anni che adesso deve reinventarsi una nuova vita, da sola.

Si apre così My brilliant divorce, la commedia di Geraldine Aron andata in scena al Teatro Belli per la rassegna Trend, con la regia di Carlo Emilio Lerici. È un viaggio dell’eroina che affronta i temi della solitudine, della separazione dai figli, del divorzio. Ma a rendere ancora più impegnativo questo percorso è il fatto che ad intraprenderlo sia una donna di mezza età che deve ricostruire la sua dimensione personale attraverso la liberazione dai ruoli tradizionali che il mondo vorrebbe imporle.

L’Angela Kennedy di Francesca Bianco in My Brilliant Divorce

Angela Kennedy, interpretata da Francesca Bianco, viene abbandonata dal marito – che d’ora in poi chiamerà solo col soprannome di Palla da biliardo – per una giovanissima amante argentina, chiedendole subito il divorzio. Poco dopo la figlia le comunica che andrà a convivere con il fidanzato, e le rivela di essere da tempo a conoscenza dei tradimenti del padre, faccenda ormai nota e accettata da tutti. Tutti tranne Angela, che resta d’un tratto completamente sola. L’unico a farle compagnia è il cane perché nessuno ha voluto prenderlo con sé.

Così inizia il suo viaggio, che sarà un percorso esteriore, in cui Angela compirà alcune azioni dirompenti nel mondo che la circonda, ma soprattutto un percorso interiore, compiuto per spingersi alla ricerca della propria identità, in un ambiente in cui il femminile è spesso definito come un’entità che manca di autonomia.

Un percorso, esteriore e interiore, in solitudine

Questo viaggio solitario non a caso è segnato dalla presenza unica di Angela sul palco, e nessun altro. Assieme a lei solo pochi oggetti di scena, simboli delle tappe del suo percorso: un pupazzo che rappresenta il cagnolino Jack, il telefono a cui si attacca per cercare (invano) conforto nelle parole degli operatori della helpline per aspiranti suicidi, la confezione rivelatrice del vibratore che ha deciso di acquistare in un sexy shop.

Locandina di My Brillant Divorce - Credits: Teatro Belli
Locandina di My Brillant Divorce – Credits: Teatro Belli

Le azioni che compie sono apparentemente assurde, come incoerenti sembrano le sue emozioni, che vanno dalla rabbia nei confronti dell’ex marito, alla speranza di una conciliazione, passando per la gioia di una ritrovata indipendenza, mostrandoci una meravigliosa vulnerabilità per cui non prova vergogna.

Attraverso questi eventi, e altri con cui costruirà una nuova esistenza, la protagonista imparerà a gestire non soltanto la solitudine coatta, ma anche a emanciparsi da quella società insensibile alle sue sofferenze, che non si capacita di come non riesca ad accettare il ruolo per lei predeterminato. Tale disprezzo per i comportamenti della protagonista risulta chiaro dalla scelta di far esprimere i giudizi dei vari personaggi (Palla da biliardo, la madre, gli operatori telefonici) non attraverso la recitazione sul palco, ma attraverso la proiezione sul fondale di brevi filmati in bianco e nero, in cui gli attori pronunciano quindi parole immutabili, che non ammettono appello.

Come se non bastasse, c’è la questione dell’età, che aggrava tutto: una condizione ben raccontata da Angela, quando inizia a desiderare di uscire nuovamente con qualcuno: «Noi donne quando siamo mature (…) vorremmo una storia e un compagno, ma per la società è vietato. Queste robe le puoi fare fino al massimo ai 49 anni (…) poi non puoi nemmeno più parlarne perché tutto il mondo pensa male di te».

Il duplice ostacolo nella commedia di Aron

 L’aspetto meglio riuscito nella commedia di Aron è proprio la circostanza che l’eroina, ha un duplice ostacolo da superare nel suo viaggio, proprio in quanto donna. Ricerca la sua nuova identità compiendo un viaggio dentro sé stessa. Inoltre sfida i condizionamenti della società che la vorrebbe fissa al proprio posto, scegliendo invece di avventurarsi in un terreno non ancora battuto da nessuno, secondo i propri termini, per approdare alla sua personale ricerca di felicità e realizzazione.

Francesca Bianco in scena. My Brilliant Divorce - Credits: Teatro Belli
Francesca Bianco in scena. My Brilliant Divorce – Credits: Teatro Belli

La storia ha il suo epilogo il 5 novembre di quattro anni dopo, con i fuochi d’artificio della festa di Guy Fawkes, proprio come il suo inizio. In questi anni Angela ha tracciato un percorso inedito e unico, per divenire finalmente libera. Angela ha appena concluso la sua avventura, ed è pronta a intraprenderne subito una nuova.

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