My Octopus Teacher è il film documentario diretto da Pippa Ehrlich e James Reed, candidato agli Oscar 2021 come Miglior documentario, che passa inosservato su Netflix per colpa di una maldestra traduzione.
Le segnalazioni private sono le migliori, perché mi rendono partecipe di un fermento che imperversa sotto al rumore della critica ufficiale e delle opinioni pubblicate. Così mi viene consigliato My Octopus Teacher, che avevo fatto l’errore di non considerare a causa del titolo tradotto in Il mio amico in fondo al mare.
Appiattendo un po’ il senso di un film che fa dell’amicizia tra l’umano e l’animale (selvatico) il pretesto per riconsiderare gli estremi con cui ci muoviamo sulla terra (e nell’acqua). My Octopus Teacher è il primo documentario sulla natura sudafricana ad essere stato distribuito sulla piattaforma Netflix.
Il film
Le riprese del film cominciano nel 2010 e documentano un anno del regista sudafricano Craig Foster iniziato con una serie di immersioni nella foresta sottomarina di alghe di una località vicino a Città del Capo, in Sud Africa. Alla ricerca di un legame con la natura selvaggia che possa risollevarlo da un periodo buio della sua esistenza, si concentrerà su un evento destinato a “spiegargli” quel legame.
La strana “danza” di un polpo (femmina), non immediatamente comprensibile, è la scintilla che lo convince a tornare ogni giorno a seguire, per un anno intero, nello stesso luogo. Capire la vita dell’animale, in qualche modo, gli sembra il progetto da perseguire per comprendere la sua, in quel momento a pezzi.
Foster vuole che il polipo riesca a fidarsi di lui, per apprendere da vicino le dinamiche della sua esistenza nell’acqua gelida dell’oceano. Per questo ne studia i movimenti, realizza una mappatura dei luoghi dove mangia e si sposta abitualmente. Giorno dopo giorno, il labirinto oceanico acquista senso. E qualcosa di sensazionale accade sotto agli occhi del documentarista: il polpo lo accetta, si fida e, curiosamente, si avvicina a lui senza più temerlo.
La natura selvaggia
Sul fondo della Kelp forest (la fitta e variegata foresta di alghe sudafricana) Foster entra in contatto con le regole di una natura selvaggia dove ci sono prede e predatori. L’intervento dell’uomo deve rimanere assente per lasciarne integro l’equilibrio. Nonostante la particolare apprensione per la sua piovra compagna di studi/avventure, è rispettando l’ordine della natura che troverà un equilibrio psicofisico personale, imparando una lezione sulla sensibilità ma soprattutto sulla fragilità della vita, umana e animale. Gli schemi intrinsechi dell’esistenza sono scintille capaci di destarlo da una stasi insoddisfacente, e tutto ciò che ha imparato lo trasmette a suo figlio, e non solo.
Non racconterò altro perché, sebbene sia una realtà documentaria, è una relazione così intensa da non meritare alcuno spoiler.
Sea Change Project
We are a community of scientists, storytellers, journalists and filmmakers who are dedicated to the ocean. We tell stories that connect people to our underwater home.
Il Sea Change Project è un’organizzazione no profit. Un collettivo di scienziati, storyteller, giornalisti, e filmmaker racconta dei paesaggi marini e delle storie che vivono nelle foreste di kelp, in cui la natura selvaggia abbraccia l’uomo in un percorso di comprensione e protezione. È Craig Foster a fondarla nel 2012, dopo la fine delle riprese per il documentario.
Qui potete trovare il sito ufficiale con tutte le informazioni necessarie, gli altri progetti e le storie coinvolte.
Non avrei mai pensato di commuovermi con un documentario naturalistico, come mai avrei pensato di trovare un contenuto del genere sulla piattaforma streaming. My Octopus Teacher è l’opera necessaria per evadere dalla propria scatola di cieca consuetudine, e ritrovare nella vita selvatica la fiducia, la somiglianza.