Sunny e Adam Sandler in Non sei invitata al mio bat mitzvah
Sunny e Adam Sandler in Non sei invitata al mio bat mitzvah

È riuscito a spodestarlo solo l’inedito film “interattivo” Choose Love, ma da quando è stato rilasciato su Netflix il 25 agosto, Non sei invitata al mio bat mitzvah ha subito conquistato le posizioni più alte della classifica streaming.

La commedia adolescenziale, diretta da Sammi Cohen e scritta da Alison Peck, è tratta dal romanzo You Are SO Not Invited to My Bat Mitzvah! di Fiona Rosenbloom (2005). È curioso come venga definito l’“ultimo film di Adam Sandler” – soprattutto riguardo l’alto punteggio ottenuto su Rotten Tomaotes, il più alto della carriera dell’attore – quando in realtà il suo è un ruolo marginale nel film. Se si esclude quello di produttore, ovviamente. Non sei invitata al mio bat mitzvah  più che altro, un film dell’intera famiglia Sandler.

Il primo aspetto della commedia che vale la pena evidenziare, infatti, è che Sunny, Sadie e Jackie Sandler (le due figlie e la moglie dell’attore) sono tutte presenti. Protagonista è la più piccola, oggi quindicenne, Sunny. Il secondo fattore di interesse del film, che forse è ciò che più di tutto lo distingue da altre storie teen, è la presenza massiccia e dettagliata di discorsi sull’ebraismo, su e con Dio.

Non è un caso che nel titolo sia presente il rito più importante della religione ebraica per un praticante, il bat mitzvah (e non bar, perché si tratta di una ragazza in questo caso). Il passaggio dall’infanzia alla vita adulta, che la cerimonia rappresenta, diventa un nucleo tematico: quello dell’adolescente che non sa ancora definirsi.

Nel percorso di Sunny verso la donna che vuole diventare, ci saranno tanti errori, alcuni dettati dalla rabbia, altri dall’imbarazzo, altri ancora dall’ingenuità. Una piccola incomprensione con la migliore amica Lydia (Samantha Lorraine) diventa una valanga di dispetti, litigi e scontri che portano le due ad allontanarsi e poi a cercare perdono. In questo loro allontanarsi e poi ritrovarsi c’è il senso non solo dell’amicizia, ma della stessa crescita.

In breve

Non sei invitata al mio bat mitzvah inciampa sui classici stereotipi della commedia teen, soprattutto nella costruzione della sceneggiatura e nelle “classiche” complicazioni – evitabili – prima della risoluzione finale. Grattando via la patina losangelina e della Hollywood più banale, racchiude una storia universale in cui è facile riconoscersi e riconnettersi con l’adolescenza che ci portiamo dentro: quel modo sfacciato, impaurito e sognante di affrontare il mondo, che è ancora tutto da scoprire. E da capire.

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Classe 1993, sono praticamente cresciuta tra Il Principe di Bel Air e le Gilmore Girls e, mentre sognavo di essere fresh come Will Smith, sono sempre stata più una timida Rory con il naso sempre fra i libri. La letteratura è il mio primo amore e il cinema quello eterno, ma la serialità televisiva è la mia ossessione. Con due lauree umanistiche, bistrattate da tutti ma a me molto care, ho imparato a reinterpretare i prodotti della nostra cultura e a spezzarne la centralità dominante attraverso gli strumenti forniti dai Cultural Studies.

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