L’esperienza insegna che niente attiri di più lo spettatore classico delle rom-com che due semplici elementi: il cliché degli ex che si incontrano dopo tanto tempo e la presenza di Meg Ryan.
Date le premesse, dunque, il film Coincidenze d’amore (What Happens Later, in sala dall’11 aprile) dovrebbe avere tutte le carte in regola per essere un nuovo cult del cinema romantico. Inutile dire, però, che non è così.
Coincidenze d’amore, la trama
Bloccati in un aeroporto di qualche cittadina americana non definita, a causa di una tempesta di neve, i due ex fidanzati omonimi W. Davis (Wilhelmina e William, rispettivamente interpretati da Meg Ryan e da David Duchovny) si rincontrano dopo 25 anni. Costretti a passare del tempo (molto tempo) insieme, hanno dunque l’occasione per confrontarsi sul tempo passato, lo stato attuale della propria vita, le occasioni mancate e il grande legame che li ha sempre uniti.
Un archetipo duro a morire e condotto unicamente a due voci (Ryan e Duchovny), se si ignora lo scenario di un aeroporto quasi senziente, un po’ la fata madrina di questi due innamorati uniti dal destino (o come lo si voglia chiamare).
Non la Meg Ryan che ci si aspetta
Basato sulla commedia teatrale Shooting Star (di Steven Dietz), il secondo lavoro registico di Meg Ryan si pone come un attentato al fulgido ricordo da stella delle commedie romantiche che Ryan rappresenta nei cuori di un po’ tutti noi.
Dimenticatevi Harry ti presento Sally e C’è posta per te, dove ogni attimo di visione era un tuffo al cuore o una dolce risata: Meg Ryan nei panni di Willa diventa la caricatura di se stessa, una macchietta new age che gioca a fare il personaggio femminile troppo sopra le righe per essere domato. Uno stereotipo da romanzo rosa che rimane bidimensionale, incapace di animarsi di quella scintilla di umanità e vitalità che tanto ci aveva fatto amare le altre donne di cui aveva vestito i panni in passato (Nora Ephron, ci manchi tanto).
Sembra evidente, infatti, che la grande mancanza di questo film non siano le persone o il grande budget (la carenza di scenografia e comparse non fa che rafforzare la sensazione di “opera teatrale trasposta in film”), ma la povertà di scrittura che c’è alle spalle di questo lavoro, come se lo sceneggiatore fosse stato sostituito da un generatore automatico di stati Facebook (e che non funziona neanche tanto bene).
Il luogo comune sprecato
Se determinati luoghi comuni da rom-com sono diventati tali è perché, evidentemente, funzionano e ognuno di noi potrebbe agevolmente pensare ad almeno 3 o 4 situazioni assolutamente improbabili (se non impossibili) nella vita vera, che però in un film di questo tipo farebbero un po’ sciogliere il cuore.
Nessuno vuole privarci della bellezza di questi momenti, del guilty-pleasure di sognare a occhi aperti, ma, a maggior ragione, è importante anche non prendere in giro il pubblico. Coincidenze d’amore si pone come un film di serie B della programmazione Netflix, che non riesce a generare alcuna emozione, se non una leggera noia e un incentivo alla distrazione. Ogni frase, ogni espediente, ogni sguardo tra i due non solo appare come completamente costruito a tavolino (anzi, ad algoritmo), ma anche completamente monotono e finto, una sequenza di frasette e motti messi insieme per piacere soprattutto ai boomer e, purtroppo, senza una particolare intelligenza.
In breve
L’occasione di usare un’icona come Meg Ryan e di farle parlare di cosa voglia dire ritrovare la persona amata dopo tanto tempo viene, dunque, completamente sprecata e anche maltrattata, soprattutto in un panorama cinematografico in cui il tema del “What if” sentimentale sta avendo una nuova età dell’oro.
Basti pensare, per esempio, al recente candidato Oscar Past Lives, un gioiellino poetico e dolce che riesce non solo a dare una visione fresca e sottile dell’amore, ma anche usarlo come espediente per parlare di altro, di tutto quello che compone i mondi delle persone innamorate. Qui questo passo non è possibile, come non è possibile neanche credere davvero all’amore che viene tanto professato. Il che è un grande fallimento per tutti.