Pam and Tommy
Pam and Tommy (Photo by: Erin Simkin/Hulu)

Quando si pensa alla storia tra Pamela Anderson e Tommy Lee ci si materializza subito in testa uno scenario folle e sopra le righe proprio degli anni in cui quella storia ha fatto parlare di sé. Copertine di riviste di gossip, feste alcoliche e non solo, eccessi e disperazione. Quella storia nella nostra testa è immediatamente sinonimo di sesso, drammi e Baywatch.

Poi arriva una serie, Pam & Tommy, scritta da Rob Siegel e DV DeVincentis, e diretta da Craig Gillespie (I, Tonya, Cruella). Una storia d’amore dietro agli scandali, una storia d’amore inizialmente felice, distrutta senza pietà dalla diffusione di un videotape privato, e dalla valanga conseguente.

La fine di quell’amore coincide rovinosamente con la fine degli anni ’90, e ciò che vedrete in Pam & Tommy è (quasi) tutto vero. Nonostante Pamela Anderson si sia rifiutata di guardare la serie, e abbia annunciato che avrebbe messo le cose in chiaro con un film documentario su Netflix raccontando la sua vera storia, Pam & Tommy è una delle serie più riuscite su quell’oscuro evento mediatico che frantumò senza pietà un matrimonio e l’immagine pubblica dei due, rispettivamente un’attrice in ascesa e il batterista dei Mötley Crüe.

Ma come si fa a trattare un argomento così delicato? Non c’è di mezzo solo l’abuso di momenti privati, ma anche ciò che l’immagine di Pamela Anderson ha dovuto sopportare: ciò che una donna deve sopportare, quando si pensa che dato il suo status da star sia lecita qualsiasi mercificazione.

Come nasce un amore folle

I primi tre episodi di Pam & Tommy sono un idillio romantico e appassionato di due individui apparentemente destinati a rendersi felici. Si dice che Tommy Lee incontrò Pamela Anderson in un locale, le offrì da bere e le leccò la guancia. Il colpo di fulmine fu immediato e per quanto lei inizialmente non fosse totalmente convinta il musicista la corteggiò seguendola fino in Messico (dove l’attrice aveva un appuntamento di lavoro). A poche settimane dal loro primo incontro lui le chiese di sposarlo, lei accettò. Le foto del loro matrimonio (bikini bianco per Pamela, bermuda per Tommy) sulla spiaggia di Cancun il 19 febbraio del 1995, sono entrate nella storia.

Questo è l’incipit della favola, che Gillespie racconta pronto a strapparci il cuore dal petto, perché in ogni favola arriva un antagonista con qualcosa da recriminare, e qui si fa attendere appunto per soli tre episodi.

Per quanto nella serie, almeno all’inizio, tutto faccia credere che i due componessero un quadretto di serenità, Tommy ha sempre avuto una serie di problemi nella gestione del suo temperamento. In seguito ad una discussione con un operaio per un ampliamento nella sua casa a Malibu, Rand Gauthier (Seth Rogen), Lee lo licenzia e si rifiuta di pagarlo per il lavoro già svolto.

Un uomo violento si scaglia su un uomo colmo di risentimento, però di mezzo ci finisce la “principessa” della storia, intenta a pianificare il suo futuro dorato senza sapere cosa la aspetta.

Come finisce un amore folle

Rand vuole indietro i suoi soldi e così nel novembre del ’95 entra nella villa e porta via la cassaforte situata nella sala in cui Lee provava con il suo gruppo, al piano terra. Al posto dei soldi c’è qualcosa di molto “appetibile”: si trattava del video di Pamela e Tommy che fanno sesso. Un oggetto privato, che inizia a circolare (grazie a Rand che lo passa a un suo amico dentro al business dei film per adulti) sotto all’etichetta di “film porno”.

All’avvento di una nuova era in cui contenuti di tutti i tipi prendevano il volo verso un mare infinito di informazioni liquide e accessibili ovunque e da chiunque, quel video che testimoniava solo l’amore tra un uomo e una donna iniziò a circolare sullo sporco, anonimo e irrintracciabile World Wide Web. Gli anni ’90 stavano finendo, come la possibilità di tutelare la propria privacy, come quell’amore nato tra due sognatori un po’ folli e sregolati.

Pam & Tommy (Photo by: Erin Simkin/Hulu)

Lo stile inimitabile di Craig Gillespie

L’enorme lavoro degli interpreti di Pamela e Tommy, Lily James e Sebastian Stan, si affianca a quello di chi è stato in grado di renderli così simili ai personaggi reali (David Williams, Jennifer Aspinall, Jason Collins, Abby Lyle Clawson, Mo Meinhart, Dave Snyder, Bill Myer, and Victor Del Castillo, che si sono aggiudicati l’Emmy per il make-up).

E il rovinoso processo di distruzione dei due racconta anche un’altra storia, dietro al furto e al porno su cassetta. Quello che Gillespie mette in scena, dopo rallenty di amplessi in hotel di lusso e, SPOILER, conversazioni deliranti con il proprio pene, è la normalità di persone che pagano il loro successo con l’esposizione continua di sé (e i giudizi di chi li osserva).

Tommy sta andando piano piano alla deriva con la sua musica e non ci sono motivi particolari, quello che andava di moda negli anni ’80 ha fatto il suo tempo. Pamela rinuncia a tutti i suoi sogni, vive un tragico un aborto, subisce i commenti di chi le ricorda quelle foto di nudo su Playboy, rimproverandola per l’accanimento nei confronti di un video che in fondo mostra poco di più. Quella femminilità viene calpestata, e purtroppo neanche il compagno lo comprende fino in fondo.

In breve

Per quanto l’estetica da videoclippone si confonda con il ricordo che avete di Tommy, Pamela e i loro drammi da prima pagina, Pam & Tommy ha tutto ciò che una storia d’amore può desiderare, compresa la lezione di storia, senza quel lieto fine però che sogniamo fino all’episodio conclusivo. E riguardandola dall’inizio, spererete ogni volta che vada a finire in modo differente.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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