Pretendo l'inferno
Pretendo l'inferno. L'attore Luc Merenda sul set.

Una retrospettiva dedicata a Luc Merenda: questo è Pretendo l’inferno, progetto cinematografico nato da un’idea di Steve Della Casa e lo stesso Luc Merenda e scritto e diretto da Eugenio Ercolani.

Fino al 25 Novembre 2022 si terranno le riprese del film documentario che ripercorre la carriera dell’interprete Luc Merenda, raccontando il suo ritorno in Italia. Qui l’attore tornerà a parlare con colleghi, registi e produttori: protagonisti “sopravvissuti” di un’industria gloriosa e caotica. Con parole, ricordi e aneddoti, Pretendo l’inferno racconta il cinema attraverso chi l’ha fatto, prodotto e amato, rendendolo parte integrante della Storia.

Il cinema di Luc Merenda

Luc Merenda: francese, italiano, fondamentalmente apolide; attore, icona, antidivo. Feroce commissario del poliziesco nostrano, ambiguo ed amato volto del nostro cinema popolare, dopo quasi due decenni di notorietà scompare dalle scene.

Nel docufilm di Eugenio Ercolani, Merenda non racconta solo il suo cinema ma ci suggerisce come quel “cinema vivo e ruspante” abbia contribuito a raccontare l’evoluzione culturale e sociale dell’Italia. Simbolo di quello che viene definito “cinema di genere”, il suo volto è legato al filone poliziesco, ma qui le sue interpretazioni lo distinguono da quelle dei suoi colleghi.

Gli uomini di legge di Merenda sono striati da qualcosa di indefinibilmente controverso: carnali, sporchi, talvolta addirittura corrotti, egoisti e manipolatori. La figura di Merenda si staglia sul genere come un’ombra nera ed inafferrabile.

Con film come Milano trema: la polizia vuole giustizia, La polizia accusa: il servizio segreto uccide, Il poliziotto è marcio, Napoli si ribella e La banda del trucido, Merenda si è conquistato un posto significativo nel crime movie italiano. Pretendo l’inferno è il collage che rimette insieme i pezzi dei suoi ruoli, dei film, del ritratto di un Paese con molteplici sfaccettature, alcune molto oscure e inafferabili. La rappresentazione del malessere sociale, degli anni degli scontri e del risentimento verso un potere “alto” si riversa in quei film girati nelle grandi città, all’ombra di cambiamenti epocali e nel vivo di inseguimenti e scene d’azione sensazionali. Ma a differenza di molti suoi colleghi, Merenda non si fossilizza sul genere e sul ruolo, ma spazia tra registi e film molto diversi tra loro disegnando un percorso ricco e complesso.

La filmografia di Merenda smette di diventare solo il percorso di un attore ed inizia ad essere un solido punto di partenza per mappare una delle industrie cinematografiche più complesse, ricche e contradditorie che il mondo occidentale abbia mai conosciuto. Questo concetto di Merenda come bussola di un’epoca si rafforza ancor di più se portiamo nell’equazione anche il fatto che l’attore francese è riuscito a superare e sopravvivere alla grande crisi che ha accompagnato il cinema italiano nel passaggio al decennio successivo.

Pretendo l’inferno e la sua struttura non canonica

Tutto il progetto, semplificando, si può dividere in tre parti, che naturalmente interagiscono incastrandosi insieme: Merenda da solo, ovvero lo scorrere della sua ritrovata vita romana, il festival e infine i suoi incontri con registi e colleghi. Ogni segmento avrà la sua “anima” fotografica e registica: dalla morbidezza puramente cinematografica, passando per lo “sporco” della macchina a mano che ruba e si infila ed infine una fusione tra le due cose

Eugenio Ercolani

Tra documentario e fiction, il film di Ercolani non avrà una forma canonica ma userà come filo conduttore un festival: una retrospettiva tenuta in uno storico teatro della capitale, il Teatro Ghione. Tale evento funzionerà sia come omaggio all’attore che come luogo d’analisi dove avverrà l’incontro con significative personalità del settore.

Nei tre giorni della retrospettiva, oltre alle proiezioni di alcuni dei lungometraggi più significativi nella carriera di Merenda, verranno organizzati dibattiti, incontri con il pubblico e tavole rotonde. Ma non solo, l’attore si racconterà attraverso la visione di alcuni suoi film e grazie a confronti con attori e registi della sua carriera. L’argomenti principale non sarà solo il cinema, ma anche l’Italia, con tutte le sue contraddizioni.

Tra storie di cinema e nostalgia la domanda che Luc si pone e porta ai registi che lo hanno diretto è soprattutto una: che cosa abbiamo raccontato dell’Italia e cosa c’è da apprendere nel cinema che abbiamo ormai incastrato nelle pieghe della storia? Al di là dei tarantinismi, delle mode cinefile e delle eterne diatribe, tutte italiane, sui confini e le definizioni che dividono il cinema popolare e quello d’autore, che Italia esce fuori dai film di questo singolare interprete?

Luc Merenda con Enzo G. Castellari. Pretendo l’inferno Backstage ©AlbericoBartoccini

Il regista Eugenio Ercolani

Eugenio Ercolani si muove in varie direzioni all’interno dell’industria cinematografica e dell’audiovisivo: storico di cinema, aiuto regista, documentarista e sceneggiatore. Nell’arco degli ultimi cinque anni alcuni di questi ruoli si sono uniti e sovrapposti, ovvero da quando Ercolani ha iniziato a realizzare contenuti speciali per il mercato internazionale del homevideo. Infatti nell’arco di questi anni è riuscito a realizzare più di 170 tra featurette, video-interviste e brevi documentari, per conto di etichette britanniche, tedesche, francesi ed americane.

Spronato da ottime recensioni e riconoscimenti, Ercolani ha pubblicato due libri: uno per il mercato statunitense (Darkening the Italian Screen – McFarland Press.) sulla nascita del cinema di genere nell’immediato dopoguerra, e l’altro pubblicato in Gran Bretagna (Devil’s Advocate: Cruising – Auteur Publishing/Liverpool University Press.) che racconta la genesi del film Cruising, diretto da William Friedkin. A queste pubblicazioni curate interamente da Ercolani, si uniscono altri sette libri circa a cui ha partecipato come saggista, ricercatore o copyeditor. Al di là del mondo editoriale e quello del homevideo, Ercolani non ha mai abbandonato il set cinematografico. Dopo il diploma alla prestigiosa London Film Academy (L.F.A.) ha iniziato a lavorare a Londra prima come assistente e poi, in seguito, come aiuto regista. Il primo film in Italia fu La scuola è finita di Valerio Jalongo con Valeria Golino e Vincenzo Amato.

Più recentemente Ercolani è stato l’aiuto regista per una serie di spot pubblicitari per Enel e poi successivamente per l’episodio pilota di una serie commissionata da Netflix Italia, Cosmic Girl, girato interamente in Puglia. Ercolani continua a confezionare contenuti speciali tra Roma, Londra e Los Angeles e ha da poco firmato contratti per altri due libri.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.