Whoopi Goldberg annuncia la lavorazione del nuovo Sister Act
Stavamo tenendo d’occhio da un po’ le dichiarazioni di Whoopi Golberg. Aveva già espresso il desiderio di tornare a lavorare su un altro sequel di Sister Act, ma a quasi trent’anni di distanza dall’ultimo ci sembrava quasi un miraggio. La conferma anche da questa parte dell’Oceano è arrivata ieri sera, quando Whoopi Goldberg, intervistata da Fabio Fazio, ha detto di essere già a lavoro sulla sceneggiatura.
C’è bisogno di qualcosa di leggero in questo momento, ha detto la grande artista, anche se permetteteci di citare Italo Calvino dicendo che leggerezza non è superficialità, è planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. In questo momento la situazione della pandemia mondiale è in un limbo in attesa del vaccino. Gli Stati Uniti fronteggiano un’importante elezione presidenziale e molti altri possibili lockdown nelle grandi città. Il cinema soffre enormemente, eppure non perde la speranza di andare avanti. Non finché ci sarà un pubblico disposto a salvarlo.
In questo senso Sister Act 3 si pone come un progetto da un lato molto sicuro, poiché troverebbe un bacino di pubblico fedele ed entusiasta. Dall’altro rimarrebbe un progetto sempre stravagante e ardito, come è nel suo stile.
Abbiamo amato alla follia il coro di suore guidate da Suor Maria Claretta e la sua memorabile interpretazione di Get Up Offa That Thing. Abbiamo amato ancor di più il secondo film, che ci ha fatto scoprire la voce meravigliosa di Ms. Lauryn Hill (la Rita ribelle) che di lì a poco avrebbe pubblicato un dei più begli album di hip hop di tutti i tempi, The Miseducation of Lauryn Hill (1998).
Ripensare Sister Act dopo quasi trent’anni
Tutto nel segno, ovviamente, dei coloratissimi e kitsch anni Novanta, in cui siamo nati e cresciuti e di cui stilisticamente non ci libereremo mai. È come un imprinting, appena vediamo una salopette e un crop top di tinte improbabili, i nostri occhi si illuminano. Sarà una gioia e una scoperta vedere come Sister Act 3 racconterà invece il nostro presente. Un mondo totalmente diverso, in cui basta un click su Google o su Instagram per scoprire se una suora svitata è in realtà la stella di Las Vegas. Sarà interessante vedere come, inoltre, si deciderà di raccontare, dopo i fatti di attualità, anche la cultura afroamericana che è stata abbastanza centrale nel primo ma soprattutto nel secondo film. Aspettiamo in trepidazione.
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