The Haunting of Hill House - Recensione - Credits:Netflix

The Haunting Of Hill House (Netflix) è la prima stagione della geniale serie horror antologica The Haunting, ideata da Mike Flanagan (Il gioco di Gerald), che si ispira a diversi racconti o romanzi di genere horror. E ricorda parzialmente American Horror Story.

Molto più che horror

Innanzitutto, come nel caso de La cura dal benessere , o The Witch, qui il concetto di “horror” va ben oltre i semplici jump scare. Obiettivo della narrazione è creare un senso di inquietudine profonda e di disagio. E ci riesce alla perfezione.

The Haunting of Hill House racconta le vicende di una famiglia spezzata da un enorme e gravissimo lutto. Una tragedia ha segnato le vite dei cinque fratelli Steven, Shirley, Luc, Nelly e Theo. Erano appena dei bambini quando sono giunti a Hill House, un’imponente dimora sorta in mezzo alla campagna americana. I genitori l’hanno acquistata per rimetterla a nuovo e rivenderla, in modo da ottenere il gruzzolo che consentirà loro di realizzare il sogno di una vita. La costruzione della loro casa dei sogni. 

Ma da quando questa bellissima famiglia mette piede a Hill House e calpesta per la prima volta le scricchiolanti assi del pavimento, la loro vita cambierà per sempre. E certo non in meglio. L’intera stagione si articola in una struttura narrativa complessa, che mostra flashback alternati a episodi del presente. 

È chiaro che un terribile male si annida in seno a quella che un tempo era stata una famiglia serena. Nelly, al tempo una bambina felice e solare, vive sotto psicofarmaci. Luc, il suo gemello, entra ed esce dalle cliniche di disintossicazione. Shirley è una maniaca del controllo e gestisce un’impresa di pompe funebri, scegliendo volutamente di vivere a stretto contatto con i morti. Come se loro avessero qualcosa di più da regalarle rispetto ai vivi. E infatti la donna sembra arida, accartocciata come una foglia d’inverno.

Theodora, diventata psicologa infantile, è incapace di avere una relazione stabile e ha costruito una vera e propria fortezza attorno al suo cuore. Steven, invece, ha alle spalle un matrimonio fallito e, benché abbia una brillante carriera di scrittore, ha sfruttato la tragedia subita per avere successo, apparentemente incurante dei sentimenti altrui. E, nonostante suo padre continui a insistere sul fatto che Hill House fosse una casa infestata, l’uomo continua a negare con rabbia. Secondo lui, il terribile male della sua famiglia altro non è che una malattia mentale, che viene trasmessa di padre in figlio, di madre in figlia. Non c’è nulla di sovrannaturale nella sua esistenza. E pur di convincersi di questo, Steven ha voluto riportare le sue supposizioni per iscritto, urlando al mondo intero che i fantasmi sono solo nella nostra testa.

Il fantasma di The Haunting of Hill House VS il Poltergeist malvagio

Fino all’ultimo, The Haunting of Hill House lascia il dubbio che Steven abbia ragione. Che gli unici fantasmi siano quelli che albergano nella mente di coloro che hanno subito lutti e tragedie. Che la mente partorisca delle proiezioni dei defunti per farci sentire meglio. Ma man mano che la serie va avanti, ci si rende conto che non è così. Gli spiriti esistono, basta solo saperli vedere. E non tutti hanno la sensibilità per percepirli e, soprattutto, capire che non vogliono farci del male. 

The Haunting of Hill House - Netflix
The Haunting of Hill House – Netflix

Anche se in alcune occasioni allo spettatore può venire il dubbio che i fantasmi possano effettivamente uccidere e che siano presenze crudeli, ci si rende poi conto che la verità è molto diversa. Gli spiriti sono ombre, poveri resti di ciò che un tempo erano esseri umani. E non vogliono fare del male. Non avrebbero nemmeno la forza di nuocere a qualcuno. Vogliono al massimo comunicare con i vivi. Le loro manifestazioni sono delle grida disperate, urla nere che giungono a noi come dei sibili. Il vero dramma è proprio il loro. I fantasmi vogliono parlare con coloro che sono rimasti sulla Terra, ma non ci riescono. E la tragedia è che vengono anche respinti da persone terrorizzate. 

L’horror inteso come “inquietudine”

Ci si rende conto che il vero orrore è l’incomunicabilità. Ciò che terrorizza non sono le presenze, bensì le assenze, il vuoto creato dalla perdita di una persona amata. Il vero mostro è proprio questo Niente che si espande, inghiottendo ogni cosa che incontra senza pietà, rendendo coloro che sono rimasti dei pupazzi privi di vita e sentimenti. Chi sono davvero i morti, dunque? Coloro che hanno lasciato la Terra, oppure chi è sopravvissuto, ma si chiude nell’apatia e nella negazione?

Cominciare ad ammettere l’esistenza del sovrannaturale, secondo The Haunting of Hill House, è già un primo passo. E per sovrannaturale non si intendono i classici fantasmi che girano con un lenzuolo, o i mostri. No. Come spiega Steven nel primo episodio, il sovrannaturale è semplicemente qualcosa che ancora non è stato spiegato scientificamente. D’altronde, nel Medioevo i terremoti e le eclissi erano inspiegabili. E certo l’uomo ha ancora un’infinità di cose da scoprire, malgrado il progresso. 

La rappresentazione realistica del sovrannaturale in The Haunting of Hill House

I fantasmi sono la rappresentazione dell’incomunicabilità e dell’assenza. Elementi che sono in grado di rovinare intere famiglie, che magari hanno deciso di seppellire traumi passati, anziché accettarli. E, come già si è detto, non sono pericolosi. 

Il vero pericolo è la casa. Come la madre della famiglia Crain spiega, una casa è come un corpo umano. I muri sono le ossa, i tubi le vene. E, proprio come un essere vivente, ha un cuore. Il cuore di Hill House è la stanza rossa, questo luogo che non si apre mai, a meno che la casa non decida di farlo. È il cuore, ma anche lo stomaco. Attira a sé gli abitanti e chiunque abbia l’ardire di varcare la soglia dell’edificio, fagocitandoli. Ed ecco che la casa si popola di presenze, poveri resti condannati a rimanere in quel luogo maledetto per l’eternità. Un male profondo si annida nell’edificio, una muffa nera che parte dalle fondamenta e avvolge l’intera struttura. Un male terribile e incurabile, che travolge chiunque. 

Una serie di alta qualità

Gli attori ci regalano splendide performance e sono ottimamente diretti da Mike Flanagan. Oltre alla star Timothy Hutton, nel cast abbiamo anche Carla Cugino, già protagonista de Il gioco di Gerald, Victoria Pedretti e il bravissimo e versatile Oliver Jackson-Cohen. Già solo per le splendide prove attoriali e l’eccezionale regia, la prima stagione di The Haunting merita di essere vista. 

Ma The Haunting of Hill House è molto, molto di più. Il racconto va ben al di là dell’horror tradizionale. Tratta tematiche che commuovono e toccano nel profondo. Il lutto, la perdita, l’amore, i legami familiari. Si tratta di temi ampi e importanti, talmente macroscopici da rischiare di intimorire. Ma la narrazione regge in maniera magistrale e riesce ad approfondire simili argomenti alla perfezione, toccando lo spettatore e colpendolo dritto al cuore. 

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Giulia Losi
Laureata alla Sapienza in Teatro, Cinema, Danza e Arti Digitali, ho poi deciso di dedicarmi in toto alla mia grande passione: la critica cinematografica e la scrittura. Sono grande appassionata di cinema e serie TV fin da piccola, quindi ho fatto la semplice scelta di prendere un mio grande amore e farne un lavoro.

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