The Human Voice – Her (Tilda Swinton) – Credits: Iglesias Mas

The Human Voice – Her (Tilda Swinton) – Credits: Iglesias Mas

Era stato presentato fuori concorso a Venezia 77 e adesso il cortometraggio The Human Voice di Pedro Almodóvar arriva in sala dal 13 maggio grazie a Warner Bros.

La sceneggiatura è liberamente tratta dall’omonima pièce di Jean Cocteau, già cara al regista che già in passato aveva provato a inserirne riferimenti all’interno dei suoi film. Il tentativo più evidente, fu Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988). Alla fine, tuttavia, nella stravagante commedia non ha trovato spazio tutto il dolore del monologo di Cocteau. È presente, invece, un anno prima in La legge del desiderio. È in questo stesso film che nasce anche l’idea dell’ascia, come arma e strumento per rappresentare l’irrequietezza e lo struggimento essenziali all’opera. E in effetti è un elemento che catalizza l’attenzione anche nella locandina.

Warner Bros Pictures All Right Reserved

La voce umana di Cocteau

La voce umana a cui si riferisce il titolo è quella di un amante svanito che noi, pubblico, non sentiremo mai. È la voce, il conforto sperato dall’anonima protagonista (Tilda Swinton) ma che mai arriverà. Quello a cui assistiamo, allora, è il dolore insito nell’abbandono, che assume varie forme e diverse intensità.

Lei (unico nome che possiamo dare alla protagonista) rimane in attesa giorni interi accanto alle valigie del suo ex amante. A farle compagnia c’è solo il cane, di lui, e i suoi pensieri che si arrovellano. E a renderla inquieta è proprio questa assenza. La privazione del confronto, la fuga repentina e vigliacca, di chi ci lascia da soli, a fare i conti con un’improvvisa solitudine.

Riguardo il testo originale, Almodóvar ha affermato:

L’ho adattato al mio modo di concepire una donna contemporanea, pazza d’amore per un uomo che impiega giorni a chiamare per prendere le sue valigie, ma con una sufficiente autonomia morale per non prostrarsi davanti a lui. Non è una donna sottomessa.

The Human Voice di Almodóvar

Parte essenziale del cortometraggio, oltre al testo di Cocteau, naturalmente, è proprio la messa in scena cinematografica. L’idea nasce dal parallelismo tra lo stato d’animo della Protagonista e lo spazio in cui si muove. Uno spazio falso e stravagante. Ma dietro ogni stravaganza c’è della drammaticità. Piano piano quindi entriamo nel suo dramma, quasi scoprendo la quarta parete e creando una complicità che Almodóvar stesso definisce sperimentale per questo suo nuovo lavoro.

Non perdetelo al cinema. Qui trovate il trailer di Warner Bros Italia.

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