The Midnight Club. Cr. Eike Schroter/Netflix © 2022

Ad Halloween il binomio Mike Flanagan e Netflix è ormai garanzia. Dal 2018 infatti il celebre regista e sceneggiatore statunitense, propone sulla piattaforma streaming un contenuto in linea con il periodo: dopo The Haunting of Hill House (2018), The Haunting of Bly Manor (2020) e la miniserie Midnight Mass dello scorso anno, questa volta è toccato a The Midnight Club, serie tv in 10 episodi basata sull’omonimo romanzo young-adult scritto da Christopher Pike, disponibile su Netflix dallo scorso 7 ottobre.

The Midnight Club, una storia nella storia

The Midnight Club segue le vicende, nel 1994, di Ilonka (Iman Benson), una ragazza con una vita perfetta fino a quando non riceve una terribile diagnosi. Ilonka, infatti, ha un grave problema di salute che potrebbe impedire la sua entrata in università. Questo la spinge perciò a effettuare alcune ricerche su Rotterdam Home, misterioso hospice nei boschi che si dice abbia curato chi in passato l’ha frequentato. Ilonka decide così di soggiornarci e qui fa la conoscenza di un folto gruppo di ragazzi e ragazze nelle sue condizioni che ogni notte – a mezzanotte – si incontrano in biblioteca per raccontarsi storie a tema horror.

The Midnight Club è più di una semplice serie tv. Il racconto per il piccolo schermo è infatti strutturato su due livelli di narrazione che, se all’inizio sembrano tra loro divisi, con il susseguirsi delle vicende sono in realtà sempre più legati. Da un lato c’è il presente dei protagonisti all’interno della casa, dove vengono mostrate le loro vicende quotidiane e tutte le difficoltà; dall’altro lato abbiamo invece una sorta di realtà parallela, un’evasione rappresentata dai racconti della mezzanotte che i ragazzi condividono tra loro. Una divisione narrativa dalla sceneggiatura pulita, che riflette sulla caducità della vita indagando sui misteri della morte.

A ognuno il suo racconto

Le due Dana, Dammi un bacio, L’eterno nemico, questi sono solo tre dei dieci titoli riservati alle puntate di The Midnight Club, e sono i titoli delle storie protagoniste di quel determinato episodio, che si intrecciano con il mistero della narrazione primaria. Ma che tipologie di storie sono?

Non sono solo fantasie. Ogni racconto infatti dona agli spettatori quanto ai personaggi una piccola parte di vita vera del suo narratore. È il riflesso della una vita che ciascun ragazzo si è visto togliere dalle diagnosi precoci. Diventa una via di fuga da una realtà opprimente e asfissiante caratterizzata da tristezza e orrore, dove però questi orrori permangono in altre forme, a testimonianza che dalla vita vera non si può mai del tutto scappare. Un attaccamento necessario per colmare il vuoto della disillusione.

Un mistero tra le righe

Nonostante la serie tv non sia una serie antologica, l’impostazione che Flanagan le ha dato può ingannare, perché sembra che il regista voglia ricondurre tutta l’attenzione sulle storie secondarie. In questo modo il mistero attorno alla narrazione principale cresce di puntata in puntata, con indizi che vengono concessi sempre sul finale di episodio ed esplorati nella puntata successiva. Ciascuna storia spiana il cammino per la narrazione cardine che troverà il suo climax solo nella puntata conclusiva.

I misteri si infittiscono, i personaggi evolvono, così come la loro psicologia e il loro carattere, e il tutto si unisce creando una buonissima serie tv che gioca con i vari generi. Elementi horror si fondono con elementi prettamente thriller conditi con alcune caratteristiche del giallo, nel complesso mantenendo pur sempre una certa drammaticità essenziale per una messa in scena del genere. La regia crea un’atmosfera che invoglia lo spettatore a continuare con la visione, simpatizzando con i personaggi e con la loro storia personale. The Midnight Club è nel suo complesso una serie tv da non perdere e assolutamente da non sottovalutare.

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Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".

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