Mille - Top 5 Spotify
Dal video di Mille

E anche quest’anno, l’estate è finita. Si torna in città, allo studio, al lavoro. Ci si torna come sempre, con quel pizzico di nostalgia per un’estate che avremmo voluto non finisse mai. E, come ogni ricordo che si rispetti, ha la sua colonna sonora.

Lo sappiamo, ormai il modo più semplice e usato per ascoltare musica è Spotify: e lo è anche per una qualsiasi colonna sonora, anche quella della nostra estate. Ecco perché andare a spulciare la classifica ufficiale dei brani più riprodotti su questo servizio di musica digitale tra giugno e agosto, stimola la curiosità di chiunque. Dai più mainstream, per sentirsi soddisfatti di aver contribuito a questa classifica, ai più alternativi per godere all’idea di non avervi minimamente partecipato.

Chi conosce ogni nota per averle ascoltate a ripetizione e chi non ne ha mai sentito un ritornello nemmeno per caso: tu da che parte stai?

Sangiovanni – Malibù

Uscito da Amici di Maria De Filippi, il giovanissimo Sangiovanni (18 anni) scrive la storia con Malibu raggiungendo 1 milione di visualizzazioni su Youtube in meno di 24 ore. Fate parte di quel milione? Cliccate qui sotto, soddisfate la vostra curiosità e farete parte, almeno, del successivo milione. Se volete correre il rischio.

Blanco, feat. Sfera Ebbasta – Mi fai impazzire

Riccardo Fabbriconi, alias Blanco, classe 2003, torna di prepotenza nelle classifiche col nuovo singolo, dopo gli exploit di La canzone nostra e Notti in bianco. E lo fa con Sfera Ebbasta, uno che in questa classifica estiva ritroveremo ancora. Per vostra fortuna?

Fedez, Achille Lauro, Orietta Berti –  Mille

Un terzetto d’eccezione. Non saranno i “naziskin” coi quali avrebbe voluto duettare la leonessa dell’Emilia, ma Orietta Berti sembra aver trovato il posto giusto nello star system, l’ingranaggio perfetto di un meccanismo mefistofelico.  Quando si è convinti di aver visto o sentito davvero tutto…

Rkomi, Sfera Ebbasta, Junior K – Nuovo Range

Eccolo, come promesso, Sfera Ebbasta. E noi che pensavamo che la Trap fosse morta. Con questo pezzo, invece, sembra più viva che mai e non sembra aver rinunciato a niente, davvero a niente, di quello che era quando è nata. Soprattutto i suoi valori (a/im)morali.

Rocco Hunt e Ana Mena – Un bacio all’improvviso

Quando il rap si distende sulle basi di un reggaeton è subito, anzi immediatamente, successo. Soprattutto se questa miscela si fa esplodere in piena estate. Lo sanno bene Rocco Hunt e Ana Mena che già con il loro precedente singolo A un passo dalla luna avevano fatto le prove generali. E ora sono tornati a collaborare. Hanno fatto bene? Decidetelo voi, tanto ormai una visualizzazione in più cambia poco…

Bonus

E poi menzionamoli loro, anche se sono fuori dalla Top 5, seppure di poco: i Maneskin. Tra trap, reggaeton e pop, con il loro nuovo singolo I wanna be your slave fanno il possibile per mantenere il rock nel mainstream. Risultato: settimo posto. Si sono addirittura giocati la carta di una collaborazione con un mostro sacro come Iggy Pop. Forse un po’ triste, forse soltanto inutile. Giudicatelo voi, come avete giudicato il grido esultante del loro cantante alla vittoria dell’Eurovision: “Rock’n’roll never dies!”.

Che tipo di brivido vi scorre sulla pelle?

Come detto, però, questa è la classifica di Spotify. Per scoprire i nostri brani preferiti dell’estate in un’altra Top 5 continuate a seguire FRAMED su Instagram e Telegram.

Alessio Tommasoli
Chiamatemi pure trentenne, giovane adulto, o millennial, se preferite. L'importante è che mi consideriate parte di una generazione di irriverenti, che dopo gli Oasis ha scoperto i Radiohead, di pigri, che dopo il Grande Lebowsky ha amato Non è un paese per vecchi. Ritenetemi pure parte di quella generazione che ha toccato per la prima volta la musica con gli 883, ma sappiate che ha anche pianto la morte di Battisti, De André, Gaber, Daniele, Dalla. Una generazione di irresponsabili e disillusi, cui è stato insegnato a sognare e che ha dovuto imparare da sé a sopportare il dolore dei sogni spezzati. Una generazione che, tuttavia, non può arrendersi, perché ancora non ha nulla, se non la forza più grande: saper ridere, di se stessa e del mondo assurdo in cui è gettata. Consideratemi un filosofo - nel senso prosaico del termine, dottore di ricerca e professore – che, immerso in questa generazione, cerca da sempre la via pratica del filosofare per prolungare ostinatamente quella risata, e non ha trovato di meglio che il cinema, la musica, l'arte per farlo. Forse perché, in realtà, non esiste niente, davvero niente  di meglio.

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