
E allora, qualche giorno fa ci siamo trovati a stilare la Top 5 dell’estate di Spotify. Un articolo redatto in chiave ironica, dato il valore commerciale della playlist. Forse, anche -lo ammettiamo – con una vena innegabile di snobismo.
Ma noi di Framed Magazine non amiamo sottrarci al giudizio del lettore. Per questo, come si farebbe in un comune dialogo tra amici, vogliamo rispondere a quella fatidica e giusta domanda che ci porrebbe l’interlocutore dopo aver ascoltato la nostra ironia: “e quale sarebbe la tua Top 5 dell’estate?”.
Bene, eccola.
Leggetela pure, seguendo queste piccole avvertenze: se non ci troverete Elvis Presley e figli, nipoti o pronipoti, non è perché siamo miscredenti o incapaci. Rilassatevi. La classifica riguarda i singoli usciti a ridosso di questa estate 2021. E l’ordine con cui sono elencati non si riferisce la nostro gradimento, ma al numero di ascolti e visualizzazioni.
The Weeknd – Take my Breathe
36 milioni di visualizzazioni su YouTube. C’era da aspettarselo, d’altronde. Prosegue lo straordinario successo di questo artista che sembra aver conquistato tutti, non solo il mainstream. Dai Billboard Awards alle radio alternative, The Weeknd c’è sempre. Come è anche nell’archivio di FRAMED, con un bellissimo articolo su After Hours … Il disco che sembrava avere la forma di un concept album, con i pezzi legati l’uno all’altro a creare una narrazione. Ci aspettiamo che Take my Breathe, in qualche modo, la prosegua.
Lorde – Solar Power
“(ch)art pop” è la definizione che le attribuisce SentireAscoltare, ed è perfetta. Lorde ci ha abituato esattamente a questo, un pop da classifica che parte dalle sonorità più complesse e ricercate, come l’art pop, appunto. E questi 22 milioni di visualizzazione le danno pienamente ragione, anche perché ascoltarla, lo ammettiamo, non è poi così male.
Voi che ne pensate?
Gazzelle feat. Mara Sattei – Tuttecose
Che ci piaccia o meno, tutti l’abbiamo ascoltata. Ma 2,6 milioni di visualizzazioni su YouTube indicano che forse non tutti l’abbiamo ascoltata per caso. Struttura e arrangiamento orecchiabili, come il pop insegna. Espressività e parole capaci di far immedesimare anche il più frigido ascoltatore, come l’indie italiano insegna. Un mix perfetto. Sicuramente per le radio alternative che hanno trovato il giusto prodotto mainstream anche nel panorama “indipendente”.
The Milky Chance – Colorado
Qualche anno fa, hanno conquistato il panorama indie con un genere (quasi) nuovo. Tedeschi di origine, hanno creato una miscela di indie-rock e dance che, ad ascoltarla, ricorda tutto tranne le atmosfere tedesche: calda e suadente com’era Stolen Dance. Ricordano, forse, più paesaggi desertici del Centro America, come il Colorado, il pezzo con cui tornano, sempre in sordina. Collezionando il loro (onestissimo) milione di visualizzazioni.
Mannarino – Africa
Era addirittura il 2017 quando Mannarino appendeva cartelli con la scritta “sold out” fuori dalle biglietterie per il tour del suo album Apriti Cielo. In questi 4 anni non c’è stata solo la pandemia, ma varie situazioni che lo hanno fatto sparire dalle scene, prima tra tutti l’ostracismo delle radio nei suoi confronti. In realtà Mannarino ha sempre continuato a lavorare ed ecco il risultato: il nuovo disco in uscita tra pochi giorni (17 settembre), “V”. Come Vendetta?
In attesa di scoprirlo, ecco il primo singolo che l’anticipa:
P.S. 1
Guns N’ Roses – Absurd
Le ultime notizie indicavano il 2021 come data di uscita del nuovo album dei Guns. Tornano alla formazione originaria, o quasi: ci sono Axl, Slash e Duff, mentre mancano Izzy e Steven Adler. Lo anticipa Absurd, uno strano singolo, senza il basso tremante dei tipici Guns e senza un minimo di armonia. Per questi due elementi, lo abbiamo detto, sono le assenze ad influire. Ma, a ben ascoltarla, sembra mancare anche la voce di Axl.
Che sia solo una nostra impressione? Lo lasciamo giudicare a voi:
P.S. 2
Iron Maiden – The Writing on the Wall
Per fortuna che loro non tradiscono davvero mai. Integerrimi e fedeli al metal di cui sono padri, Bruce Dickinson e soci confezionano una cavalcata celtica che starebbe tranquillamente bene in uno dei loro album storici. Eppure, c’è poco da dire: passano gli anni, le generazioni e i generi musicali, ma gli Iron Maiden non puzzano mai, davvero mai di vecchio.
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