Cos’è veramente questa musica trap che fa parlare le nuove generazioni, innervosire le vecchie, disgustare quelle a metà, e di cui, in qualsiasi modo, tutti parlano?
Un fenomeno che in molti hanno provato ad analizzare e che pochi giurano di aver compreso. Critici musicali, sociologi, filosofi, giornalisti, semplici appassionati di musica: la trap spiazza tutti.
Forse perché, in fondo, c’è poco da capire e molto da ascoltare.
Per questo nessuno meglio di chi fa trap può raccontare la trap attraverso un libro.
È Andrea Bertolucci, giovane giornalista e scrittore, a riunire alcuni dei migliori artisti della scena trap italiana. Le parole di Lazza, Vegas Jones, Ketama126, Ernia, Beba e Maruego, sono introdotte da Emis Killa e TM88. Il tutto condito dalla partecipazione di Andrea Agostinelli e dalla copertina di Moab. Questo è Trap Game.
Un libro nel quale non si cerca di spiegare la musica trap, né di giustificare le sue regole stilistiche e morali. È piuttosto un oggetto interattivo che la presenta nel miglior modo in cui si può presentare un gioco: giocandoci.
E per giocare a un gioco, infatti, basta avere chiaro come muoversi al suo interno, i punti cardinali coi quali orientarsi.
I trapper ne scelgono 6 e li chiamano comandamenti: i soldi, il “blocco”, le sostanze, lo stile, le donne e il linguaggio.
Proprio quest’ultimo, il linguaggio, è forse il punto più “dolente” per chi ascolta musica trap.
Questo libro cerca di semplificarlo al massimo, parlando anche a chi fa parte di quelle generazioni che si sentono distanti e inconciliabili con questo genere. Lo fa attraverso illustrazioni e box esplicativi di citazioni, brani, aneddoti e i dissing (litigi) celebri della scena trap italiana.
Trap Game, insomma, si presenta come una vera e propria Bibbia del trap italiano.
Con soli 6 comandamenti rispetto a quanti siamo abituati. Ma abbastanza differenti da darci l’idea di come (per fortuna) i tempi cambino.
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