
Esce oggi in tutte le librerie Un diluvio di veleno di Jordan Farmer, edito da Jimenez Edizioni.
Siamo nel West Virginia, alle pendici di quei monti Appalachi dove l’uomo riesce a disperdersi davvero nella natura, identificandosi psicologicamente con essa, con la sua immensità e la sua indifferenza alle noie umane. Identificandosi con essa, a volte, anche fisicamente. Come fa Hollis Bragg, protagonista del nuovo romanzo dall’autore statunitense Jordan Farmer, Un diluvio di veleno, nelle librerie dall’8 luglio. In lui si mescolano grottesco e sublime, dolore e passione, vita e arte: deforme, con una spina dorsale ricurva che lo tormenta, vive recluso e si manifesta al mondo solo attraverso la sua musica. Quella che continua a scrivere per la sua band, fuggita per il successo da quella desolazione endemica, e che ne è piacere ed ossessione insieme. Tutti conoscono la sua musica; nessuno il suo segreto.
Almeno fino a quando Hollis è costretto a lasciare il suo rifugio per un disastro ambientale causato da un’azienda chimica locale. E allora la sua identificazione con lo spazio esterno si fa concreta, costringendolo a fare i conti con il giudizio spietato degli altri, come la natura fuori è costretta a fare i conti con le azioni irresponsabili dell’umanità.
Il sound del romanzo
Un diluvio di veleno è un romanzo che promette di farci entrare in uno spazio unico, terribile e affascinante, dove l’immedesimazione con la natura diventa qualcosa di istintivo.
E ci permette l’ingresso proprio dalla porta principale, quello della nostra sensibilità, fisica e intellettuale, col corpo e con l’arte. Con la musica, in particolare. Quella che nasce in quei luoghi e che racconta storie altrettanto terribili ed affascinanti. Il sound degli Sparklehorse e di Vic Chesnutt, o dei Rem e di Sufjan Stevens. Tutte storie che questo romanzo sembra raccontarci per vie traverse, come a sfruttarne il sound per riportarci l’atmosfera, nel modo esatto in cui fa una colonna sonora, unendo il corpo umano, la musica e il territorio in una sola incarnazione.
D’altronde l’autore, Jordan Farmer, sembra identificare proprio questa incarnazione, inserendosi di diritto in quella letteratura di cui Flannery O’Connor e Cormac McCarthy sono rappresentanti principali, il Southern Gothic. Quello stesso McCarthy che con la sua capacità di rendere un tutt’uno i suoi personaggi con lo spazio, terribile e affascinante, che li circonda ha dato vita a capolavori che tutti noi abbiamo imparato a conoscere, grazie alle esemplari trasposizioni sul grande schermo: Non è un paese per vecchi e The Road.
Per ulteriori informazioni visitate il sito ufficiale di Jimenz Edizioni.