UN IPOVEDENTE A ROMA: il podcast
UN IPOVEDENTE A ROMA: il podcast

Chissà se avete mai incrociato di sera, per le strade di Roma, un tipo strano, altissimo, barba, capelli ricci. Uno che sembra camminare a tentoni, con lo sguardo vuoto inciampando e scontrandosi contro qualsiasi palo, albero o auto parcheggiata. Se vi è capitato forse, ve lo siete addirittura visti venire addosso col suo metro e novanta per novanta chili, calpestandovi senza pietà come se ve lo stia facendo apposta. 

Questo perché il “tipo strano”, Alessio, non vi ha minimamente visto, e questo perché sebbene di giorno riesca a muoversi per le strade impervie della città agilmente, di notte, e nei luoghi bui, vede poco o niente. Tecnicamente si potrebbe definire ipovedente, e ancora più tecnicamente è affetto da una rara malattia degenerativa della retina. E ci racconta la sua percezione della città.

UN IPOVEDENTE A ROMA – Un podcast tutt’altro che strappalacrime

UN IPOVEDENTE A ROMA è il podcast che Alessio Tommasoli, insegnante, esperto di musica nonché autore per FRAMED, ha creato per parlare della sua malattia. Non aspettatevi storie strappalacrime, pietismi o compassione, perché quelle che sentirete in questo podcast sono storie assurde, ridicole eppure tutte vere. Cose che gli succedono tutti i giorni in una città non proprio accessibile come Roma. Storie che vi faranno piangere sì, ma dalle risate.

Qualche domanda ad Alessio

Qual è stata la molla che ti ha fatto scattare il bisogno di creare il podcast?

Sono tante le molle. Prima tra tutte la voglia di ridere con gli altri delle cose assurde di cui sono protagonista.

Ma anche la necessità di raccontare il mio problema una volta per tutte. Perché mi capita troppo spesso di trovarmi in situazioni assurde a causa degli strani sintomi della mia malattia, come per esempio vedere perfettamente e un attimo dopo (magari in uno spazio di ombra) non vedere più travolgendo qualcuno. E quando mi capita non ho sempre la voglia di spiegare che non l’ho fatto apposta, che ho questa malattia, eccetera, eccetera, eccetera. Vi assicuro che alla decima volta in un solo giorno che ti trovi a doverti giustificare, alla fine non lo fai più. E a quel punto o ridi o t’incazzi, oppure fai finta di niente. Dipende da come reagisce quello che ho travolto…

Tutte le situazioni che descrivi sono paradossali e divertenti, ma dietro c’è parecchia autoironia: credi sia il modo giusto per affrontare argomenti così delicati e farli conoscere a chi ti ascolta?

Se quando travolgo qualcuno faccio finta di niente, quello pensa che sia pazzo: mi lascia stare, magari, ma poi ci ripenso e (non sempre, lo ammetto) mi dispiace. Se invece perdo la pazienza faccio due fatiche, come si dice a Roma. Magari mi sfogo, ma la frustrazione resta.

Se invece rido, magari quello che ho travolto pensa lo stesso che sono pazzo, ma al tempo stesso mi sfogo. Però quando uno ti sorride chiedendoti scusa ti dimostra sincerità. Ed è la sincerità di chi accetta quello che ha, nel bene e nel male, di chi accetta il proprio destino, la propria condizione e, anzi, la vuole perché se non l’avesse sarebbe tutto diverso e in fondo è bello così. Lo insegnava Nietzsche, lo riconosceva Camus. Sono arrivato a prendere un dottorato in filosofia, e forse se non avessi avuto questa malattia, per esempio, non avrei mai nemmeno letto un libro, chi lo sa…

Sono tutte situazioni vere?

Me ne capitano talmente tante che non ho bisogno di inventarle, purtroppo. O per fortuna. È il bello di avere una malattia degenerativa: ogni giorno può essere sempre diverso dal precedente. Certo, spesso si ripetono le stesse assurdità, per quanto io stia attento a non fare gli stessi errori, non sempre le situazioni dipendono da me.

In quel caso, se trovate qualche assonanza tra una puntata e l’altra non è perché abbia finito l’ispirazione e mi stia riciclando. Se mai arriverà quel giorno, vorrà dire che la malattia ha smesso di progredire e mi ha lasciato in pace così come sono. Allora però sentirete un’altra risata. Anche se per adesso non c’è pericolo, perché ancora non esiste una cura.

In breve

UN IPOVEDENTE A ROMA è un podcast divertente, autoironico e molto intelligente. Il protagonista delle disavventure tragicomiche, nonché narratore, ha una grande forza nel raccontare questo tipo di esperienza, e lo fa con interpretazioni taglienti del mondo che lo circonda. Trovate le 10 puntate della prima stagione qui. La prima puntata della seconda stagione uscirà sabato 30 Luglio.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.