Venezia 79, manifesto di Lorenzo Mattotti.
Venezia 79, manifesto di Lorenzo Mattotti.

Ci apprestiamo ad una nuova edizione ricca di film: Venezia 79 si preannuncia come un festival con tantissime iniziative e, dalle parole del presidente Alberto Barbera, una finestra sul mondo e sull’attualità.

Nell’ambito della mostra torna anche Venezia Classici – Documentari, con nove nuovi documentari sul cinema tra cui Fragments of Paradise di K.D.Davison e Bonnie di Simon Wallon. Attesissimo Sergio Leone, l’italiano che inventò il cinema, di Francesco Zippel.

Selezione ufficiale

White Noise di Noah Baumbach, film d’apertura, basato sull’omonimo romanzo di del 1985 di Don DeLillo. Con Adam Driver e Greta Gerwig.

Il Signore delle Formiche di Gianni Amelio, con Luigi Lo Cascio ed Elio Germano.

The Whale di Darren Aronofsky, un grande ritorno tratto dall’omonimo testo teatrale di Samuel D. Hunter, nel cast Brendan Fraser e Sadie Sink.

L’Immensità di Emanuele Crialese, dopo 11 anni da Terraferma, il regista torna con la sua storia, mettendo in scena la sua adolescenza. Nel cast anche Penélope Cruz.

Saint Omer di Alice Diop, unica opera prima in concorso.

Blonde di Andrew Dominik, film biografico su Marilyn Monroe, con Ana de Armas.

Tár di Todd Field, con Cate Blanchett nel ruolo di una direttrice d’orchestra.

Love Life di Kōji Fukada.

Bardo, Falsa Cronica de Unas Cuantas Verdades, il film a cui Alejandro González Iñárritu ha lavorato negli ultimi cinque anni.

Athena di Romai Gavras, terzo film del giglio del regista Gavras, messa in scena pirotecnica di una rivolta popolare.

Bones and All di Luca Guadagnino, un cast straordinario tra cui Timothée Chalamet per un favoloso film di genere.

The Eternal Daughter di Joanna Hogg, protagonista e Tilda Swinton per un film di fantasmi all’inglese.

Shab, Dakheli, Divar (Beyond the Wall) di Vahid Jalivand, un lavoro impressionante e rappresentativo dell’Iran di oggi.

The Banshees of Inisherin di Martin McDonagh, già regista di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Una storia alla Beckett.

Argentina, 1985 di Santiago Mitre, una ricostruzione meticolosa.

Chiara di Susanna Nicchiarelli, che getta una luce inedita sul personaggio di Santa Chiara.

Monica di Andrea Pallaoro, girato interamente negli Stati Uniti con la protagonista Trace Lycette, attrice transessuale.

Khers Nist (No Bears) di Jafar Panahi, girato in condizioni di clandestinità.

All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras, il ritratto di Nan Golding e della generazione che ha costruito il mito della New York underground di quegli anni.

Un Couple (A Couple) di Frederick Wiseman.

The Son di Florian Zeller, con Hugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby, Anthony Hopkins.

Les Miens (Our Ties) di Roschdy Zem, che racconta una storia personale con toni da commedia.

Les Enfants des Autres (Other People’s Children) di Rebecca Zlotowski.

Fuori concorso e le grandi anteprime mondiali di Venezia 79

Fuori concorso – Series

Copenhagen Cowboy di Nicolas Winding Refn, serie di chiusura.

Riget Exodus (The Kingdom Exodus) di Lars Von Trier.

Fuori concorso – Cortometraggi

A Guerra Finita di Simone Massi con la voce di Gino Strada

In Quanto a Noi di Simone Massi con la voce di Wim Wenders.

Look at Me di Sally Potter.

Camadera de Piso (Maid) di Lucrecia Martel.

Fuori concorso – Fiction

Master Gardener di Paul Shrader, con Joel Edgerton e Sigourney Weaver.

Siccità di Paolo Virzì, un titolo quasi profetico ma pensato e realizzato già alla fine dello scorso anno.

Pearl di Ti West, sempre con Mia Goth, dopo X, uscito di recente in sala anche in Italia.

Dont’ Worry Darling di Olivia Wilde, thriller psicologico, con un grande cast, a partire da Florence Pugh.

The Hanging Sun di Francesco Carrozzini. Film di chiusura.

Living di Oliver Hermanus.

Dead For a Dollar di Walter Hill.

Kõne Taevast (Call of God) di Kim Ki-duk.

Dreamin’ Wild di Bill Pohlad.

Fuori Concorso – Documentari

Freedom On Fire: Ukraine’s Fight For Freedom di Evgeny Afineevsky.

The Matchmaker di Benedetta Argentieri.

Gli ultimi giorni dell’umanità di Enrico Ghezzi, Alessandro Gagliardo.

A Compassionate Spy di Steve James.

Music For Black Pigeons di Jorgen Leth, Andreas Koefoed.

The Kiev Trial di Sergei Loznitsa.

In viaggio di Gianfranco Rosi.

Bobi Wine Ghetto President di Christopher Sharp, Moses Bwayo.

Nuclear di Oliver Stone.

Orizzonti – Concorso

Princess di Roberto De Paolis, un film che alterna toni da favola con toni crudi.

Obet’ (Victim) di Michal Blasko, protagonista una madre colta di sorpresa dal comportamento del figlio.

En los Màrgenes (On the Fringe) di Juan Diego Botto, una storia collettiva, nel cast anche Penelope Cruz e lo stesso regista.

Trenque Lauquen di Laura Citarella, ambientato a Buenos Aires, per la durata di 4 ore. Tante storie che trascinano nella visione.

Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel, dedicato alla figlia di Giuliano Gemma.

Innocence di Guy Davidi, unico documentario di questa sezione.

Blanquita di Fernando Guzzoni, mostra l’interesse del regista per le tematiche sociali, qui al suo terzo lungometraggio.

Pour la France (For my Country) di Rachid Hami, dalla Francia la conferma di un grande talento registico.

Aru Otoko (A Man) di Kei Ishikawa, dal Giappone un thriller con un caso giudiziario nebuloso.

Chleb I Sol (Bread and Salt) di Damian Kocur, dalla Polonia.

Luxemburg, Luxemburg di Antonio Lukich, dall’Ucraina.

Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, film ambizioso girato in bianco e nero, nel cast Michele Placido e l’esordio di Elodie.

Spre Nord (To the North) di Mihai Mincan.

Autobiography di Makbul Mubarak, opera prima dall’Indonesia.

La Syndicaliste (The Sitting Duck) di Jean-Paul Salomé, con Isabelle Huppert, l’attrice torna con il regista per una storia vera.

Jang-e Jahani Sevom (World War III) di Houman Seyedi, originalissimo dal punto di vista narrativo che sconcerta lo spettatore.

Naisrekniot Čovek Na Svetot (The Happiest Man in the World) di Teona Strugar Mitevska, produzione bosniaca per una regista macedone.

A Noieva (The Bride) di Sérgio Tréfaut, girato interamente nel Kurdistan iracheno.

Orizzonti Extra

Ad aprire questa sezione, che prevede l’assegnazione di un premio degli spettatori (Premio Armani Beauty), L’Origine du Mal di Sébastien Marnier. In tutto nove film in cui quest’anno troveremo l’esordio di Carolina Cavalli con Amanda, che vede nel cast Benedetta Porcaroli e Giovanna Mezzogiorno, e il ritorno di Soudade Kaadan con Nezouh. Anche dal Messico un’altra opera prima, Zapatos Rojos di Carlos Eichelmann Kaiser. Torna dopo il suo primo cortometraggio Fulvio Risuleo con Notte Fantasma.

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