Highlights del 1° settembre da Venezia 80: tra le nostre visioni l’attesissimo Poor Things diretto da Yorgos Lanthimos (qui il trailer), in anteprima mondiale (e dal 25 gennaio 2024 nelle sale italiane) e The Palace di Roman Polanski.
POOR THINGS, Yorgos Lanthimos – CONCORSO
Grottesco, ironico, cinico e liberatorio: Poor Things è il ritorno in grande stile di Lanthimos che, dopo aver già lavorato con Emma Stone ne La favorita (2018), sceglie ora per l’attrice un grande ruolo, probabilmente nell’interpretazione più appassionata e vivida della carriera dell’interprete. Lanthimos la esalta e si concentra su di lei, è Bella Baxter, la non convenzionale di protagonista/eroina di un film sulla scoperta del sé attraverso l’esperienza del mondo e dell’altro, attraverso l’indipendenza e la sofferenza, in un mondo dai cieli viola in cui uomini problematici e risentiti decidono per lei. Lanciata alla volta di un viaggio pieno di avventure, Bella “rinasce” dopo un suicidio mancato, torna alla vita con il suo corpo ma non con la sua mente, e impara tutto di nuovo: il piacere del sesso, la disperazione della crudeltà umana, la molteplicità delle perversioni.
Basato sul libro di Alasdair Gray (1992), Poor Things veste i suoi personaggi di abiti gotici, infondendoli però di una feroce e, paradossalmente ironica, contemporaneità.
PHOTOPHOBIA, Ivan Ostrochovský, Pavol Pekarčík – GIORNATE DEGLI AUTORI
Lo sguardo dei registi slovacchi Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarčík è dolorosissimo e contemporano: Photophobia, presentato all’interno della selezione delle Giornate degli Autori, è girato interamente negli spazi sotterranei della metropolitana di Kharkiv in Ucraina. Ciò che viene mostrato della superficie è sotto forma di finte diapositive ma girato in Super8, assomiglia a un passato lontanissimo, eppure è ciò che la comunità ha lasciato da poco in superficie per paura di non sopravvivere ai tumulti della guerra.
Privati della luce del sole, famiglie, anziani e animali domestici, vivono nascosti e ormai abituati al rumore delle esplosioni. Un bambino, Nikita, fa amicizia con Vika, della sua stessa età; insieme attraversano gli spazi vuoti di un parco gioco tutt’altro che usuale che li costringe a limitare la propria infanzia, a cercare la luce del sole come ricordo della loro vita normale. Da vedere.
AGGRO DR1FT, Harmony Korine – FUORI CONCORSO
Il controverso regista Harmony Korine arriva al Lido di Venezia nella sezione Fuori Concorso con il suo nuovo film Aggro Dri1ft, che vede nel cast il nome del celebre, e altrettanto discusso, rapper statunitense Travis Scott. Lungometraggio girato completamente con la tecnica dell’infrarosso, Aggro Dr1ft è una storia di criminalità e vendetta, con uno sguardo alle conseguenze dell’appartenenza a questa realtà.
Korine con il suo nuovo lungometraggio vuole sperimentare, ma lo fa in un modo che respinge invece di coinvolgere. Aggro Dr1ft è infatti nel suo complesso un affollamento di fotogrammi a infrarossi, uniti da un filo narrativo inesistente: questo rende il prodotto finale anonimo e dimenticabile. Un esperimento fallito che dimentica il suo obiettivo principale, la provocazione e la novità, e mezza sala che se ne va a metà proiezione lo conferma.
THE PALACE, Roman Polanski – FUORI CONCORSO
Uno dei nomi più chiacchierati e sulla bocca di tutti in questo momento al Lido è senza dubbio quello di Roman Polanski. Il regista polacco presenta nella sezione Fuori Concorso il suo nuovo lungometraggio The Palace, che ruota attorno alle vicende bizzarre che accadono all’interno di un hotel alla vigilia di Capodanno 2000 ad un gruppo di aristocratici. Nel cast Mickey Rourke, Oliver Masucci, Fanny Ardant, Luca Barbareschi, John Cleese, Joaquim de Almeida e Milan Peschel.
Polanski si prefissa l’obiettivo di portare sul grande schermo una critica sociale e culturale al gruppo dell’aristocrazia e della borghesia, donando un ritratto agrodolce ma al contempo veritiero di questa parte di società. Provocatorio e grottesco, The Palace è un film che nella sua semplicità diverte correttamente e scorrettamente senza aver paura di strafare, nonostante vada a perdere la sua essenza proprio nei momenti finali.
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