Il cast di West Side Story per la regia di Massimo Romeo Piparo. Foto di Gianluca Saragò
Il cast di West Side Story per la regia di Massimo Romeo Piparo. Foto di Gianluca Saragò

Non è una coincidenza che la stagione del Teatro Sistina a Roma venga inaugurata proprio il 7 dicembre, lo stesso giorno della prima alla Scala di Milano. Non è una coincidenza perché il Sistina aspira a essere un appuntamento altrettanto irrinunciabile, che porti la città a riunirsi di anno in anno di fronte a un palco. Quest’anno è finalmente il turno di West Side Story.

Senza nulla togliere alle altre grandi produzioni del teatro e alle regie di Piparo (da Matilda a Cats, solo per citare alcune delle più recenti), West Side Story è IL musical, «l’anello di congiunzione tra l’opera lirica e il teatro musicale popolare», come ha affermato il regista stesso in conferenza stampa.

È lo spettacolo con cui prima o poi ogni artista in questo campo deve e vuole confrontarsi. «West Side Story è come un esame di Stato, riuscire a portarlo bene in scena per noi equivale a prendere un diploma», ha aggiunto Piparo, scherzando ma non troppo.«Prima o poi volevo farlo, quest’anno mi è sembrato il momento giusto, anche perché, West Side Story è di un’attualità incredibile».

L’adattamento al Sistina

West Side Story è un adattamento interamente in italiano. Ciò significa che Piparo ha tradotto anche i famosissimi brani composti da Leonard Bernstein e con le liriche di Stephen Sondheim. Un adattamento realizzato con cura, e con l’attenzione necessaria a non snaturare il nucleo del musical con cui il pubblico ha maggiore familiarità.

«La traduzione dei testi non è stata facile, sicuramente, perché Sondheim è una penna molto particolare, ma è anche un Sondheim giovane, quasi all’inizio, all’esordio. Quindi non ha quella ricchezza lessicale che hanno altre sue opere», ha proseguito il regista. «Qui in West Side Story, come in tutte le opere liriche, comanda comunque la musica e per questo Sondheim ci ha messo dentro molti monosillabi, che gli inglesi risolvono facilmente con un solo suono. Invece l’italiano fatica tanto».

«Ho cercato di non far perdere la musicalità delle canzoni originali che buona parte del pubblico già conosce, dando anche ai cantanti degli appoggi, delle toniche in cui potessero riconoscersi e riconoscere i brani a loro già familiari. Se le hai già in testa è difficile poi distaccarsene e cantarle in italiano», ha aggiunto Piparo. «Essendo una musica molto melodica, l’italiano va comunque a braccetto con la melodia, ma non è stato facile. Altre mie opere sono state comunque ancora più complicate, come Matilda o Billy Elliott, perciò sono arrivato allenato».

Luca Gaudiano e Natalia Scarpolini - Foto di Gianluca Saragò
Luca Gaudiano e Natalia Scarpolini – Foto di Gianluca Saragò

Dalla musica alle coreografie: piccoli ma fondamentali cambiamenti

West Side Story avrà un’orchestra dal vivo, composta da 18 musicisti, divisi tra la buca e il palco, e diretta dal maestro Emanuele Friello. «È uno spettacolo dagli equilibri delicatissimi, sottili, difficilissimo», ha affermato Friello. «È nato però per un teatro come questo, nonostante sia stato rappresentato per lo più nei teatri d’opera. Con 28 musicisti, non 60. Qui noi diamo una versione che sia aggiornata quanto basta, dal punto di vista canoro, dal punto di vista musicale, senza toccare nulla del preziosissimo equilibrio che esiste in questa partitura, e che è sempre una gioia affrontare».

Chi ama West Side Story saprà già anche che gran parte delle coreografie originali di Jerome Robbins sono sempre state riprodotte fedelmente, tanto a teatro quanto al cinema. Massimo Romeo Piparo, tuttavia, è tornato a collaborare con Billy Mitchell, direttamente dal West End, scegliendo di creare qualcosa di nuovo, seppur «assolutamente fedele allo stile, al genere, agli anni e alla firma che Jerome Robbins ha lasciato, soltanto aggiornato al gusto di oggi», ha proseguito Piparo. «Perché queste storie devono poter piacere anche a un ragazzino di 12 anni, questo tipo di teatro è assolutamente fruibile anche per famiglie con bambini».

Quando vedere West Side Story al Sistina

West Side Story debutta sabato 7 dicembre 2024 e ha già raggiunto una prevendita di 15 mila biglietti, un dato che ha portato il teatro a prolungare la programmazione con nuovi appuntamenti a gennaio, per cui andrà in scena a Roma per due mesi prima di partire in tournée.

Nel team creativo si ricordano i costumi di Cecilia Betona, il disegno luci di Daniele Ceprani, il disegno fonico di Stefano Gorini e le scene di Ricardo Sanchez Cuerda con la supervisione di Teresa Caruso.

Il ricchissimo cast (in gran parte ritrovato da Cats) è composto da Luca Gaudiano (Tony), Natalia Scarpolini (Maria), Rosita Denti (Anita), Antonio Catalano (Bernardo), Roberto Torri (Riff).

E ancora i Jets e le ragazze Jets: Gabriele Aulisio, Michele Balzano, Federico Colonnelli, Mario De Marzo, Luca Peluso, Simone Ragozzino, Claudia Calesini, Cristina La Gioia, Monika Lepisto, Rossella Lubrino, Elga Martino.

Gli Sharks e le ragazze Sharks: Simone Giovannini, Simone Nocerino, Gianluca Pilla, Pierpaolo Scida, Linda Gorini, Viviana Salvo, Sara Telch, Rossana Vassallo, Lucrezia Zizzo.

Con Stefano Zizza, Giovanni Papagni, Jacopo Pelliccia e Giulio Farnese.

West Side Story è prodotto da PeepArrow Entertainment in collaborazione con Il Sistina in accordo con Music Theatre International.

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