Jets e Sharks in West Side Story, regia e adattamento di Massimo Romeo Piparo. Foto di Gianluca Saragò
Jets e Sharks in West Side Story, regia e adattamento di Massimo Romeo Piparo. Foto di Gianluca Saragò

Un fischio, al buio e prima che tutto inizi, è il primo suono che identifica, da subito, West Side Story. La memoria uditiva non inganna, e quelle tre note aprono già un mondo che va da Leonard Bernstein e Stephen Sondheim a Jerome Robbins e Robert Wise, fino a Steven Spielberg. Solo che non siamo a Broadway e non siamo nemmeno a Hollywood. Il palco è quello del Sistina di Roma – il 7 dicembre, giorno del debutto – e il West Side Story che sta per accadere davanti agli occhi di un teatro gremito è un adattamento interamente italiano.

Se esiste una prima volta per tutto, è quasi incredibile pensare che un regista come Massimo Romeo Piparo si sia confrontato solo adesso con un testo fondamentale del teatro musicale come West Side Story. Come lui stesso ha ammesso in conferenza stampa, tuttavia, è uno spettacolo che vale quanto un esame di Stato. Ed esiste il momento giusto, nella vita di ogni artista, in cui provare a cimentarsi con una sfida così grande. La prova, fin qui, è senz’altro riuscita.

Un adattamento moderno ma fedele all’originale

Come a teatro, appena si chiude il sipario, il primo applauso va all’orchestra e al suo direttore, Emanuele Friello. Diciotto musicisti, divisi tra la buca e il palco stesso, non solo sono impeccabili, ma danno spessore e profondità a ognuno dei celebri brani del musical, facendo sì che tutta l’emozione arrivi fino all’ultima fila della galleria.

La musica lavora insieme alla potenza canora del cast, fra cui brillano, più di tutti, Luca Gaudiano (Tony), Natalia Scarpolini (Maria) e Rosita Denti (Anita), grandi voci e intense interpretazioni che danno nuova vita a Maria, Tonight e America. Nella traduzione e nell’adattamento di Piparo, infatti, non si perde affatto la riconoscibilità dei brani, lasciando allo stesso tempo spazio agli attori e alle attrici di trovare la loro dimensione, senza imitare i grandi performer a cui West Side Story è legato.

Nella netta separazione fra il canto lirico, apparentemente fermo, di Tony e Maria (ma che in realtà si muove eccome, in una continua tensione verso l’alto) e l’esplosione di energia vitale dei balli, l’anello di congiunzione è senza dubbio Anita, in coppia con uno straordinario Bernardo (Antonio Catalano), grazie all’espressività e al talento di Rosita Denti nel passare dalle scene comiche a quelle estremamente drammatiche, dalle note di Mambo ai silenzi finali.

Luca Gaudiano e Natalia Scarpolini in West Side Story, regia e adattamento di Massimo Romeo Piparo. Foto di Gianluca Saragò
Luca Gaudiano e Natalia Scarpolini in West Side Story, regia e adattamento di Massimo Romeo Piparo. Foto di Gianluca Saragò

West Side Story e la danza dei corpi

West Side Story in ogni sua versione non nasconde mai la centralità dei corpi, della carne e del sangue. Jets e Sharks, come ballerini, sono persino più importanti che come cantanti, senza nulla togliere alle esibizioni nel loro complesso nell’adattamento italiano. È però attraverso la danza – e gli stupendi costumi di Cecilia Betona, nettamente divisi per sfumature di colori – che le due bande rivali esprimono gran parte della loro reciproca ostilità.

Il ballo non è altro che la sublimazione di uno scontro violento, mai del tutto escluso alla vista del pubblico, in ogni caso. Come nella tragedia shakespeariana a cui si ispira, Romeo e Giulietta, la morte prende infatti posto sul palco ogni volta. E ogni volta è diverso.

West Side Story di Piparo sceglie di farlo grazie a un uso intelligente e spettacolare di scene e luci. Le morti di Riff (Roberto Torri) e Bernardo chiudono il primo dei due atti da dietro un’enorme grata, che scende sul palco e separa il pubblico dal dolore e dalla furia cieca in scena, come a proteggerlo e al tempo stesso richiederne la distanza necessaria a giudicare le azioni di Tony.

Un momento intenso, come richiede lo spettacolo stesso, raggiunto anche grazie all’enorme lavoro della scenografia e del disegno luci, curati rispettivamente da Ricardo Sanchez Cuerda (con la supervisione di Teresa Caruso) e Daniele Ceprani.

Scenografia e luci sono i personaggi ultimi, non certo per importanza, quelli inaspettati del musical di Piparo. Dividono e moltiplicano lo spazio e creano l’illusione di un quartiere intero sopra quel palco in cui, in effetti, si muovono con precisione anche più di venti performer insieme. Un colpo d’occhio notevole, coreografato con cura da Billy Marshall, che testimonia anche l’alto livello degli artisti nel nostro teatro musicale.

Andate a scoprirli in scena.

Il cast di West Side Story per la regia di Massimo Romeo Piparo. Foto di Gianluca Saragò
Il cast di West Side Story per la regia di Massimo Romeo Piparo. Foto di Gianluca Saragò

Dove guardare West Side Story

West Side Story è in scena dal 7 dicembre a Roma, al Teatro Sistina, per tutto il periodo delle Feste e fino alla terza settimana di gennaio 2025, prima di un breve tour che si concluderà in estate nei grandi teatri all’aperto, come il Teatro Antico di Taormina. Nel team creativo si ricorda anche il disegno fonico di Stefano Gorini e nel ricchissimo cast anche:

I Jets e le ragazze Jets – Gabriele Aulisio, Michele Balzano, Federico Colonnelli, Mario De Marzo, Luca Peluso, Simone Ragozzino, Claudia Calesini, Cristina La Gioia, Monika Lepisto, Rossella Lubrino, Elga Martino.

Gli Sharks e le ragazze Sharks – Simone Giovannini, Simone Nocerino, Gianluca Pilla, Pierpaolo Scida, Linda Gorini, Viviana Salvo, Sara Telch, Rossana Vassallo, Lucrezia Zizzo.

Con Stefano Zizza, Giovanni Papagni, Jacopo Pelliccia e Giulio Farnese.

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