L'Amour en Plan
L'Amour en Plan: il cortometraggio di Claire Sichez | ORVIETO CINEMA FEST 2022

Come ogni anno Orvieto Cinema Fest riserva un posto di rilievo al cinema breve d’animazione. Tra i cortometraggi animati in concorso c’è L’Amour en Plan (Plans for Love), di Claire Sichez, regista e sceneggiatrice francese.

Con la storia di quindici minuti che presenta quest’anno al festival, l’autrice racconta senza la necessità di parole l’evoluzione di un allontanamento. Visivamente quasi bidimensionale, dai colori brillanti e dalle forme armoniche, L’Amour en Plan spiega gli effetti della distanza tra persone che iniziano a dare per scontata la presenza dell’altro.

Carine e Fabrice sono sposati da molti anni e la loro vita scorre monotona e settata su compiti assegnati ormai in modo meccanico, senza possibilità di novità. Mentre la donna si occupa delle faccende di casa, il compagno presta poca attenzione a ciò che sta per accadere. Solo la musica in cuffia del figlio, Simon, risuona diventando la colonna sonora di quella che potrebbe essere una situazione molto comune, ma qui resa unica dalle potenzialità della tecnica animata.

I silenzi e le distanze non sono accompagnati da urla o litigi, ogni azione è ripetitiva, ogni sguardo è lontano dalla possibilità di confronto. Dopo episodi di insofferente fastidio, Carine invece di andarsene (come aveva pensato di fare) inizia ad innalzare un muro: un vero muro fatto di mattoni in mezzo alla loro casa che così si spezza in due spazi distinti. Quel muro è solo la manifestazione “fisica” della parete invisibile che da tempo vive tra i due.

Solo quando anche il piccolo Simon, osservando l’esempio dei suoi genitori, innalzerà il suo muro i due saranno destinati a guardarsi, di nuovo dopo tanto tempo, per iniziare, forse, ad abbattere quella freddezza.

La semplicità dei tratti di L’Amour en Plan è così efficace ed incisiva che non serve aggiungere parole o spiegazioni. Quella realtà si fonde con l’immaginazione, realizzando un cortometraggio sulla famiglia e sull’importanza di non lasciare che le abitudini sgretolino quel nucleo.

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.