Melancholia (Lars von Trier, 2011) - Credits: BiM Distribuzione/Christian Geisnaes

Melancholia (Lars von Trier, 2011) – Credits: BiM Distribuzione/Christian Geisnaes

Prosegue con Melancholia la nostra rubrica mensile in collaborazione con l’ufficio stampa musicale Conza Press

Sono passati dieci anni esatti da quando, nel corso del 64° Festival di Cannes, venne presentato al pubblico Melancholia, dodicesimo lungometraggio di Lars von Trier. Celebre per essere il fondatore, insieme a Thomas Vinterberg, del movimento Dogma 95, il regista danese è tuttora considerato uno dei più influenti e controversi del cinema contemporaneo e, attraverso Melancholia, ci presenta una riflessione estremamente accurata sul modo in cui le persone sono portate a reagire di fronte ad un’imminente catastrofe.

Attraverso gli occhi delle sorelle Justine e Claire (interpretate rispettivamente da Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg), unite da un rapporto ambivalente di amore e odio, seguiamo una vicenda degna di un film di fantascienza, anche se qui di fantascienza non si tratta. Melancholia è infatti il nome di un pianeta immaginario che, nel corso del film, si avvicina sempre più alla Terra fino ad arrivare un’inevitabile collisione. Certo, l’accuratezza scientifica non è certo il punto forte di questo film ma, come abbiamo detto, non stiamo parlando di fantascienza, quindi questo tipo di critica ce lo riserveremo quando parleremo di Gravity o Armageddon.

Più il pianeta si avvicina, più i ruoli delle due sorelle cominciano a fondersi e confondersi: Justine, affetta da una profonda depressione, reagisce con una profonda tranquillità, convinta del fatto che “La Terra è cattiva”. Viceversa, Claire, che per tutta la prima metà del film abbiamo ammirato per la sua capacità di reagire ad ogni situazione con praticità ed estremo autocontrollo, finisce per cadere vittima di una disperazione forse fino a quel momento sconosciuta.

Pare che infatti che l’idea alla base di Melancholia sia giunta a Lars von Trier in seguito ad una seduta di psicoterapia in cui gli venne riferito che le persone affette da disturbo depressivo tendono ad agire in maniera innaturalmente calma di fronte ad avvenimenti catastrofici.

Melancholia (Lars von Trier, 2011) – Credits: BiM Distribuzione/Christian Geisnaes

E forse solo chi ha provato sulla propria pelle questa sensazione può realmente comprendere quella totale e spaventosa apatia. Ma una cosa è certa: il regista ci ha provato a mostrarlo… e ci è riuscito. Oltre ad essere una riflessione squisitamente filosofica, infatti, Lars von Trier ci presenta, con uno stile tanto elegante quanto devastante, uno dei ritratti più realistici e accurati della depressione.

Proprio per questo che Melancholia è un film che dovrebbe essere guardato da chiunque, soprattutto da coloro che almeno una volta hanno pronunciato frasi come “Depressa quella? Con tutti i soldi che ha?” oppure “Depressa? Dovrebbe sorridere di più!”. Perché, in fondo, Justine sa di avere tutto ciò che potrebbe desiderare: benessere, un matrimonio principesco, un marito fantastico, una carriera invidiabile… e lei ci prova a sorridere, ci prova tanto e fin troppo. Ma quel mostro della mente è sempre in agguato, sempre più opprimente fino a coprire come un sudario l’intera sua esistenza, lentamente ma inesorabilmente. Proprio come Melancholia copre i cieli del mondo per continuare la sua lenta e inesorabile corsa verso la distruzione.

Ma come ormai sapete, in questa rubrica non parliamo solo di film, ma anche di musica. Quindi, abbiamo colto l’occasione di questo decimo anniversario per aggiornare le nostre playlist chiedendo a 5 cantautori o band quale sarebbe la canzone che ascolterebbero se il mondo stesse per finire.

Questi sono i brani che hanno consigliato:

BEN.O

Ben.O nasce a Lodi nel 1991. Ama da sempre il cantautorato inglese, irlandese e americano. Dopo lo scioglimento dei Crevice, band in cui militava come chitarrista, decide di iniziare un progetto solista chitarra e voce. It’s time è il suo terzo singolo pubblicato, un pezzo in lingua inglese con influenze folk e sonorità internazionali.

L’accostamento tra il film Melancholia e la canzone che ascolterei se la fine del mondo fosse imminente non può farmi venire in mente altro se non l’aria Lascia ch’io pianga (G.F. Händel). Questo brano mi dà una sensazione surreale, quasi di distaccamento dalla realtà e probabilmente sulla mia scelta incide anche particolarmente il fatto che Lars von Trier abbia scelto questo pezzo come colonna sonora ad una scena drammatica di un altro suo capolavoro: Antichrist.

TORCHIO

Da pochissimo è uscito “Non vi appartengo”, il nuovo disco e primo full length solista per il cantautore di Alessandria Torchio. Un nuovo capitolo che segue il singolo omonimo e il brano Agamennone, uscito di recente. Un disco che è una sorta di autobiografia musicale che nasce dall’urgenza di raccontarsi sinceramente, e senza limiti di genere.

Ascolterei il crescendo di We don’t need nobody else dei Whipping Boy del 1995. Il film di Lars von Trier in cui riesce a rendere affascinante un mondo difficile come quello della depressione, a tratti ferisce ma si sa: Lars è un tipaccio.

AZAZEL

Azazel è un cantante di origini toscane, che vive tra Londra e Milano. Di recente è uscito il suo ultimo video per il brano “24/7”, un nuovo capitolo che ci fa entrare nel suo mondo: un lotta vinta e un invito ad essere se stessi, nonostante tutto. Essere se stessi è una celebrazioni continua, e questa canzone insieme al video, in cui vengono inseriti come comparsi gli amici stretti di Azazel, sono una chiara dimostrazione del processo di autoliberazione.

La canzone che ascolterei prima della fine del mondo è Nothing even matters di Lauryn Hill e D’Angelo. Melancholia è un film che parla di depressione in parallelismo alla fine del mondo. Ho avuto personalmente problemi con la mia salute mentale in passato e posso assicurare che quando uno si sente depresso, anche un pianeta può colpirti e tu non senti niente. Tuttavia, un dettaglio che nel film non viene mostrato è la ripresa dopo il brutto colpo. La depressione alle volte annienta ma, per come la vedo io, bisogna affrontarla come una vecchia nemica: con rispetto, attenzione e soprattutto a testa alta.

ANNA BASSY

Anna Bassy è una cantautrice italo-nigeriana, nata e cresciuta a Verona e di recente è uscito il suo nuovo singolo Wind, Rain. Il brano nasce da un arrangiamento di sole voci, e prova così a descrivere un senso di smarrimento, l’incapacità di progredire, e di contro un movimento interiore inarrestabile dei pensieri, un movimento che destabilizza e che è, paradossalmente, la causa dell’immobilità.

Prima di vedere Melancholia, il brano a cui ho pensato era Baby can I hold you di Tracy Chapman. Idealmente penso che negli ultimi istanti vorrei riconciliarmi con il mondo, con la vita, mi sembra il brano giusto per farlo. Dopo aver visto il film però trovo che forse il silenzio sarebbe più opportuno. E avrebbe comunque la stessa valenza.

LENA A.

È uscito il 7 maggio 2021 per Uma Records – e in distribuzione Sony Music – il primo album di Lena A. dal titolo Nuove Stanze. Un nuovo capitolo definitivo per la cantautrice napoletana che rinnova ancora una volta la sua collaborazione con il produttore Giovanni Carnazza. Benvenuti in un mondo elettronico e malinconico, in cui rabbia e amore spesso sono la stessa cosa.

Ascolterei Echoes dei Pink Floyd, l’ultima canzone dell’album Meddle. La sceglierei innanzitutto per la durata, 23 minuti e 31 secondi, in cui sono presenti 36 differenti idee musicali, ma soprattutto perché il brano racconta di un uomo che guardando il cielo si chiede da dove provenga la vita e la storia stessa della genesi del mondo.

Continua a seguire la rubrica Contaminazioni anche su Instagram!