Scompare oggi Gigi Proietti, e una parte di noi scompare con lui
Proprio ieri pomeriggio, a proposito della pianificazione del calendario settimanale, si parlava di Gigi Proietti e del suo compleanno. Oggi l’attore avrebbe compiuto 80 anni. Avevamo scelto le immagini, tratte dai suoi film e dagli spettacoli, ma in tarda serata è arrivata la notizia del ricovero e stamattina le frasi divertenti sulla sua carriera non avevano più il tono adatto.
Gigi Proietti è scomparso lasciando un grande vuoto, umano e artistico, che sarà impossibile colmare. Credo che a seconda delle generazioni esistano personaggi che segnano la storia, incidendo il loro nome a chiare lettere nell’universo del cinema e dello spettacolo, lasciando un segno rilevante. Lui l’ha fatto, ed è una figura di riferimento non solo per noi over 30, ma anche per i nostri genitori che hanno passato i 60.
Scoprire una voce
Avevo 4 anni la prima volta che fui quasi cacciata via dalla sala di un cinema. I miei genitori mi avevano portare a vedere il film d’animazione Aladdin e non riuscivo a contenere l’entusiasmo quindi, ogni volta che appariva il genio, battevo forte le mani e ridevo ad alta voce.
Quel genio blu nel film d’animazione aveva la voce di Gigi Proietti e me ne innamorai. Tornata a casa mio padre mi raccontò chi era, qualche film, il teatro. Lo raccontò quasi come una fiaba, di quelle che si raccontano ai bambini con gli ingredienti classici e i ruoli, e lui ai miei occhi era sia l’eroe che il giullare: la voce rassicurante e la comicità irriverente.
La stessa voce l’ho ritrovata nei doppiaggi seguenti, quando ero ancora una bambina e durante le vacanze di Natale guardavo Dragonheart sul divano, sognando scenari fantasy intessuti di lealtà e magia. Poi nella serialità, confrontandomi la mattina a scuola con i miei compagni di classe sull’ultima puntata de Il maresciallo Rocca.
Dove ho incontrato Gigi l’ultima volta
L’ultima apparizione di Gigi Proietti è arrivata in un momento particolare in cui eravamo già chiusi in casa da un po’ nella nostra recente quarantena dovuta al lockdown iniziato il 9 marzo scorso. Sono stati giorni difficili da spiegare, in cui l’unico contatto con il mondo circostante era il telegiornale con i dati, le notizie, e le stime che ci facevano star male. Oltre a questo, il solo programma che mi faceva provare la sensazione di far parte ancora di una comunità era Propaganda Live, in onda su La7 e guidato dal giornalista Diego Bianchi. In un venerdì molto speciale, per l’appunto il 24 aprile scorso, l’attore si è collegato in diretta dallo studio di casa sua: alle spalle libri e peluche e un paio di auricolari bianchi abbinati a un intervento sagace sulla mancanza di rispetto nei confronti degli anziani, “cosa che lo faceva un po’ incazzare”.
E improvvisamente mi sono sentita a casa, e ho chiuso un cerchio, che iniziava con un cartone animato e mi vedeva, in quel momento e senza preavviso, serrata in una routine di speranze e momenti bui. Mi sembrava di essere stata rassicurata da qualcuno che mi conosceva davvero, perché è questo che succede quando una personalità non influisce solo sullo spettacolo visto su uno schermo o in un teatro, ma sulla percezione stessa del cambiamento dell’esistenza e del fluire degli eventi.
Gigi Proietti è stato un grande attore e regista teatrale, si è dedicato alle opere liriche, nonché alla direzione artistica del Silvano Toti Globe Theatre, costruito nel 2003 nei giardini di Villa Borghese a Roma sulla base di una sua idea. Ha fatto cinema, televisione, musica: è stato A me gli occhi, please e Febbre da cavallo. Ricordarlo significa capire la sua storia, e con questo intervento ho provato a condividere con voi la commozione di scrivere una serie di parole su un foglio digitale piangendo ad ogni frase.
Dedicheremo la settimana al suo ricordo e alla sua carriera. Continuate a seguirci su FRAMED.